Ora è indagato dall'Fbi

Le dimissioni di Blatter dalla Fifa

Le dimissioni di Blatter dalla Fifa
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Alla fine si è dimesso, Sepp Blatter. Il numero 1 della Fifa travolto dallo scandalo tangenti ha ceduto alle evidenze dopo che, nella giornata di ieri, è stato reso certo il coinvolgimento di Jerome Valcke, suo braccio destro. «Il mio profondo attaccamento alla Fifa mi ha spinto a questa decisione. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto alla presidenza della Fifa e che hanno fatto per il calcio. Quello che conta per me è la Fifa e il calcio», sono state le parole pronunciate in conferenza stampa, a Zurigo. Pochi giorni fa, proprio qui, Blatter festeggiava il suo quinto mandato a capo della Fifa. Ma ora la sua posizione si è fatta impossibile da difendere, dopo che anche dal Ministero di Giustizia americano sono arrivate le conferme di un suo coinvolgimento in un’inchiesta.

Il Sudafrica e i Mondiali. Tutto ruota quindi attorno a Valcke, uomo di fiducia di Blatter che, secondo le prove pubblicate ieri dal New York Times, era al corrente di tutto. In particolare, è stata pubblicata una mail che il leader della Federazione Sudafricana Oliphant aveva scritto a Valcke per informarlo dei 10 milioni di dollari da girare sul conto corrente del presidente della Concacaf. «A seguito della decisione del governo sudafricano, la South African Football Association richiede che la Fifa trattenga 10 milioni di dollari dal budget previsto per il futuro Comitato organizzatore dei mondiali 2010 e giri quella somma al programma "Diaspora Legacy”, riducendo il fondo totale da 423 a 413 milioni di dollari». Ad amministrare il programma è il presidente della Concacaf, Jack Warner, una delle figure più coinvolte nello scandalo Fifagate, arrestato per aver incassato tangenti per convogliare voti nell’assegnazione dei Mondiali del 2010 in Sudafrica.

Le dimissioni. Insomma, a Zurigo sapevano tutto dei 10 milioni e della corruzione. «Valcke non è coinvolto nella creazione, nell’approvazione e nell’esecuzione del progetto in questione», è stata la difesa ieri della Fifa. Ma sono parole che lasciano il tempo che trovano. Quello che le separa dalle dimissioni di Sepp Blatter, che ieri ha spiegato di rimanere in carica fino al prossimo maggio, quando ci sarà un congresso elettivo straordinario in Messico: «Continuerò a esercitare le mie funzioni finché non verrà scelto un nuovo presidente. Tengo alla Fifa più che a qualsiasi cosa, e voglio il meglio per il calcio, per questo avevo deciso di ricandidarmi alla presidenza. Le elezioni sono finite, ma le sfide che abbiamo davanti no. La Fifa ha bisogno di una profonda ristrutturazione: ecco perché ho convocato il consiglio elettivo straordinario. Tutto sarà fatto nel rispetto dello statuto e coloro che vogliono candidarsi avranno il tempo sufficiente per farlo».

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