Il video delle minacce al Camerun

Boko Haram e la strage nigeriana più sanguinosa della storia

Boko Haram e la strage nigeriana più sanguinosa della storia
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Si teme possano essere 2mila i morti in seguito all’ennesima strage, la più feroce, compiuta in Nigeria dai miliziani jihadisti di Boko Haram. A diffondere lo spaventoso numero delle vittime è la BBC, che cita fonti provenienti dalla capitale Abuja. Già da qualche giorno circolava la voce che nel Nord-Est della Nigeria, sulle sponde del lago Ciad, la città di Baga (capitale dello Stato di Borno) era stata presa d’assalto insieme alla base della Multi-National Joint Task Force che ospitava i militari di Nigeria, Ciad, Niger e Camerun. 16 villaggi nei dintorni sono andati distrutti. Un ufficiale ha riferito che molti cadaveri giacciono per le strade, altri in acqua, annegati nel tentativo di scampare alla furia jihadista. Secondo il deputato Maina Maaji Lawan, dopo l'offensiva che ha portato alla conquista della base di Boga, Boko Haram tiene sotto controllo il 70% del territorio dello Stato di Borno, oramai roccaforte degli jihadisti. Da domenica si sono susseguiti una serie di attacchi dei quali non è stato ancora possibile determinare con precisione il numero delle vittime. Se i numeri diffusi dalla BBC venissero confermati, si tratterebbe della strage più sanguinosa compiuta finora, un massacro senza precedenti. Nella sola Baga vivevano 10mila persone: oggi, di fatto, la città non esiste più. Migliaia di persone sono fuggite in barca attraversando il lago per cercare riparo in Ciad.

 

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La guerra con il governo di Abuja e la fedeltà all’Isis. Dal 2006, Boko Haram si dice abbia mietuto circa 10mila vittime e nel 2009 ha lanciato una campagna militare per creare uno Stato Islamico. Fino ad oggi il conflitto ha provocato almeno 1 milione e mezzo di sfollati e oltre 2mila vittime. Sull’onda lunga dell’Isis, i miliziani di Boko Haram hanno giurato fedeltà al califfo al-Baghdadi e hanno lanciato un’offensiva negli Stati nigeriani di Andamawa e Borno, compiendo stragi e massacri, instaurando la sharia (la legge islamica) e tenendo la popolazione in condizioni di estrema povertà. Tra i crimini di Boko Haram, che è in lotta con il governo centrale di Abuja, c’è il rapimento delle 276 studentesse sequestrate il 14 aprile dello scorso anno, a Chibok. Il gruppo ha come alleati gli al-Shabaab somali (a loro volta alleati di al-Qaeda) e il Gspc (Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento). Vi sono forti sospetti che i tre gruppi abbiano posto in comune le rispettive risorse economiche, ma in passato un portavoce di Boko Haram ha dichiarato che governatori corrotti hanno finanziato personalmente il gruppo attraverso esborsi mensili.

A causa dell’escalation di violenza delle ultime settimane, gli Stati Nordorientali nigeriani chiedono al governo centrale di Abuja un rinforzo delle truppe in loco. Anche la comunità internazionale ha più volte criticato il governo locale  per non aver fatto abbastanza nella lotta ai miliziani.

Espansione del movimento. Il timore, adesso, è che la base di Baga possa essere utilizzata per colpire non solo il Nord-Est della Nigeria, ma anche i Paesi confinanti, provocando un’estensione del conflitto su scala regionale. Un timore concreto, alimentato anche dal fatto che la violenza di Boko Haram non si ferma. Ogni giorno dalla regione arrivano notizie drammatiche di eccidi, massacri, distruzioni. Il primo ministro del Ciad, nei giorni scorsi, ha reso noto che sono oltre 3mila i rifugiati nigeriani in fuga nel loro Paese, e che 500 cittadini ciadiani sono tornati in Ciad a causa delle violenze degli estremisti nigeriani.

 

http://youtu.be/WLQeLCt8Zi0

 

Guerra al Camerun. Ma la notizia forse più pericolosa è la “dichiarazione di guerra” che la setta islamista ha lanciato al Camerun. Boko Haram, infatti, ha diffuso un video su youtube rivolto al Presidente del Camerun, Paul Biya, in cui si minaccia un’escalation di violenza in Camerun se il Paese non abolisce la Costituzione e abbraccia l’islam: «Non si può essere veri musulmani se si segue la democrazia. Dovete evitarla. Soltanto seguendo la via di Dio potrete evitare la nostra inimicizia». Biya ha lanciato un appello alla comunità internazionale perché fermi i miliziani e nel frattempo ha ordinato l’intervento dell’aeronautica militare contro diversi gruppi di jihadisti provenienti dalla Nigeria.

Il messaggio del vescovo di Niamey. E che ormai Boko Haram abbia sconfinato e stia diventando un problema regionale lo dimostra il fatto denunciato dall’Arcivescovo di Niamey, capitale del Niger, nel suo messaggio di inizio anno. Secondo monsignor Cartatéguy, sarebbero sempre di più i giovani nigeriani che si arruolano nel movimento estremista, in particolare quelli residenti nella regione di Diffa. Lo farebbero per ragioni economiche e non religiose. La cosa preoccupa non poco anche le autorità civili, che vedono la minaccia di attacchi mirati grazie alla profonda conoscenza del territorio dei ragazzi neo adepti di Boko Haram, oltre alla conquista della base militare di Boga.

L’Arcivescovo, nel documento inviato all’agenzia Fides, stima che nella regione di Diffa siano ormai 150mila i rifugiati provenienti dalla Nigeria (i cui arrivi sono oramai quotidiani) e gli sfollati interni, causati dalle violenze di Boko Haram. La situazione è aggravata dalla recente epidemia di colera che ha colpito i rifugiati. «Malgrado la povertà della regione – afferma Cartatéguy -, la popolazione locale continua ad accogliere i rifugiati con fraternità e ospitalità». L’Arcivescovo ha anche sottolineato, rammaricato, di come «la stampa internazionale parli molto poco della situazione di Diffa».

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