Dal metodo Charmat allo Champagne

Bollicine, come leggere l'etichetta Qualche dritta da sommelier

Bollicine, come leggere l'etichetta Qualche dritta da sommelier
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Ci siamo. Le feste sono iniziate e con loro pranzi pantagruelici e fiumi di bollicine. Così abbiamo pensato di offrirvi una piccola guida pratica per capire con cosa state brindando, esattamente, indicandovi passo dopo passo come decifrare l’etichetta della vostra bottiglia. E anche nel caso voleste fare bella figura con ospiti e amici.

La summa divisio. La prima e fondamentale domanda che ci si deve porre di fronte ad uno spumante è se si tratta di un “metodo Charmat-Martinotti” o di un “metodo Classico”. In entrambi i casi si tratta di un vino fermentato due volte ma, per il primo, la seconda rifermentazione avviene in un’autoclave di acciaio inox; per il secondo, invece, direttamente in bottiglia.

Se ne ricavano due prodotti molto diversi.  Con il metodo Charmat- Martinotti, infatti, si producono spumanti - spesso dolci - da bere giovani e dai sentori semplici, fruttati ed aromatici. Lo spumante metodo classico, invece, può anche invecchiare a lungo, ha delle bollicine (il “perlage”) più fini e profumi più complessi.

 

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Dosaggio zero, Brut, Extra Brut, Extra dry,ecc. È meglio Brut o Extra brut? Dry o Demi-sec? La risposta è: dipende dai gusti! Si tratta, infatti, di indicazioni che riguardano il contenuto zuccherino dello spumante. Al termine della seconda fermentazione, infatti, lo spumante ha pochissimo zucchero e viene effettuato il “dosaggio”, ovvero l’aggiunta di una miscela segreta che contiene, fra l’altro, dello zucchero di canna. Se non si effettua alcun dosaggio, lo spumante viene definito “Dosaggio zero” (o “Pas dosé”); man mano che si aggiunge zucchero si passa, poi, all’ “Extra brut”, al “Brut” e, via via, fino ad arrivare al “Demi-sec” e al “Dolce”, i prodotti con maggior contenuto zuccherino.

Millesimato. Come avrete notato, sulle bottiglie degli spumanti solitamente non viene riportata alcuna annata. Questo perché vengono prodotti con assemblaggi di vini provenienti da diverse annate, in modo da ottenere uno spumante di maggiore qualità. Così non è, però, quando si parla di “millesimato”, ovvero di uno spumante ottenuto a partire da uve della medesima vendemmia. Tali prodotti, ovviamente, vengono realizzati solo in occasione delle grandi annate, quando l’eccellenza delle uve merita una vinificazione esclusiva, senza l’aggiunta delle annate precedenti.

 

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Blanc de blancs e blanc de noirs. Se trovate queste diciture sull’etichetta, non fatevi spaventate dal loro tono altisonante. La distinzione è più facile del previsto. Si definisce “blanc de blancs”, infatti, lo spumante ottenuto da sole uve bianche, solitamente chardonnay e pinot bianco. Il “blanc de noirs”, invece, è un prodotto ottenuto da sole uve rosse vinificate in bianco, soprattutto pinot nero.

Saten. Il “Saten” è uno spumante metodo classico ottenuto da sole uve bianche. Si tratta di un marchio registrato dal consorzio dei vini della Franciacorta. Si differenzia dagli altri spumanti di questa zona per il minor contenuto di anidride carbonica disciolta nella bottiglia, che produce una spuma più morbida e setosa.

Champagne. Per concludere, meritano un cenno le bollicine più famose del mondo, quelle dello “Champagne”.  Può prendere questo nome esclusivamente lo spumante metodo classico (qui “metodo champenoise”) prodotto con uve coltivate, vendemmiate e trasformate in vino nella regione a nord-est di Parigi chiamata “Champagne” (appunto). Leggenda vuole che sia stato l’abate Dom Pierre Pérignon, economo dell’abazia benedettina di Hautvillers, nel XVII secolo, a mettere a punto il metodo per la produzione di questo celeberrimo spumante, che ha fatto da scuola a tutte le bollicine del mondo.

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