La riflessione

Ma Borgo S. Caterina vale davvero Lovere, Gromo o Rione Monti?

Ma Borgo S. Caterina vale davvero Lovere, Gromo o Rione Monti?
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Restando nei dintorni di Bergamo, si possono citare Gromo, Cornello dei Tasso, Lovere e Monte Isola. Ampliando la prospettiva, invece, anche Moneglia, Norcia, Otranto ed Erice. Questi sono soltanto alcuni dei 294 Comuni facenti parte dell’associazione I Borghi più Belli d’Italia, nata nel 2001 in seno ad Anci e diventata una delle più importanti realtà di promozione e valorizzazione delle piccole comunità del nostro Paese. Da lunedì 15 aprile, anche Borgo Santa Caterina fa parte di questa ristretta e orgogliosa cerchia.

 

 

La domanda, citando Antonio Di Pietro, sorge però spontanea: che c’azzecca il quartiere di Bergamo con i tanti paesi prima citati? Hanno provato a spiegarlo, in una conferenza tenutasi all’Accademia Carrara, i principali “artefici” di questo riconoscimento, ovvero Giorgio Gori, sindaco e presidente della Fondazione Accademia Carrara, l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti, la direttrice della Carrara Maria Cristina Rodeschini e il responsabile operativo della pinacoteca Gianpietro Bonaldi, affiancati per l’occasione da Pier Achille Lanfranchi, vicepresidente de I Borghi più Belli d'Italia. L’idea di proporre l’ingresso del Borgo d’Oro nell’associazione, infatti, è nata alcuni mesi fa proprio in seno all’Accademia, la quale ha poi coinvolto diverse realtà del quartiere nel progetto, quali la parrocchia, i commercianti, la Rete sociale, l’Excelsior, la Gamec, ma anche l’Atalanta e Chorus Life, perché in questo caso non ci si riferisce soltanto a via Borgo Santa Caterina, ma a tutta l’area cittadina che, in qualche modo, ruota attorno a essa e che va da via San Tomaso fino a via Celestini.

Dicevamo, però, dei motivi che hanno portato l’associazione a rispondere di sì alla richiesta di ammissione del quartiere cittadino, sebbene soltanto come membro onorario e non come membro ordinario, essendo per l’appunto un quartiere di una città e non un Comune a sé stante. Innanzitutto l’estetica: Borgo Santa Caterina è bello, ben tenuto e valorizzato. Rappresenta poi un modello per quanto riguarda la vita culturale: pochi quartieri possono vantare due musei come la Carrara e la Gamec, oltre che (come ha sottolineato Ghisalberti) la presenza di ben due librerie, cosa oggi non proprio scontata. C’è poi l’intensa vita sociale, fatta di numerosi eventi conviviali (i Venerdì del Borgo e il FantaBorgo, solo per citare due esempi) e di feste tradizionali storiche come quella dell’Apparizione. Insomma, un vero e proprio tesoro che il Comune di Bergamo ha saputo valorizzare sia dal punto di vista urbanistico, pedonalizzando ad esempio Piazza Carrara, che dal punto di vista associativo, favorendo e stimolando la spinta aggregativa della comunità locale. Un esempio anche per gli altri borghi della città, magari altrettanto belli ma ancora lontani dall’avere una storia “identitaria” così forte. «Ne I Borghi non si entra facilmente, c’è un percorso di certificazione difficile», ha affermato Lanfranchi. La richiesta di iscrizione all’associazione, infatti, deve superare il vaglio di una commissione scientifica e di circa una settantina di requisiti specifici, valutati anche attraverso una visita in incognito. Borgo Santa Caterina ha superato brillantemente l’iter e per due anni, dunque, potrà fregiarsi di questo riconoscimento. Nel 2021 il controllo verrà ripetuto e il titolo potrà venire confermato o revocato. Questo perché, come detto, stiamo parlando di un quartiere e non di un Comune. Un caso abbastanza raro, che vanta soltanto un altro noto esempio: Rione Monti a Roma.

 

 

Alla fine, però, è stato Gori a svelare quello che, probabilmente, è il vero perché di questo progetto, nato pochi mesi fa e andato in porto in tempi record: «L’idea rientra in una strategia di diversificazione della tipologia turistica. Oggi la maggior parte dei flussi turistici sono infatti concentrati su Città Alta. A volte in maniera anche eccessiva. L’idea è far scoprire anche altri angoli di Bergamo ai visitatori e un titolo del genere aiuta. Vogliamo portare i turisti in Borgo Santa Caterina, e ovviamente all’Accademia Carrara». La speranza, insomma, è che l’ammissione del quartiere tra I Borghi più Belli d’Italia aiuti anche la pinacoteca a incrementare i propri visitatori, al momento ancora ben al di sotto del suo reale potenziale. E se ciò dovesse accadere, ovviamente i benefici ricadrebbero sull’intera area cittadina. L’augurio è che ciò avvenga, anche se, francamente, vien difficile paragonare la bellezza di Borgo Santa Caterina a quella di Rione Monti a Roma, o anche solo a quelle di Gromo, Lovere e Cornello dei Tasso...

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