A dare la notizia è stato l'avvocato

Bossetti ha tentato il suicidio? La polizia dice no, Salvagni replica

Bossetti ha tentato il suicidio? La polizia dice no, Salvagni replica
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Massimo Bossetti ha tentato di uccidersi in carcere. È successo sabato sera, il giorno dopo l'udienza in cui sono emersi, tra le altre cose, i presunti ripetuti tradimenti della moglie Marita. Il presunto assassino di Yara è stato probabilmente sopraffatto dallo sconforto e ha pensato di farla finita. Dopo l'accusa di omicidio, gli è piombata sul capo come un macigno anche l'infedeltà della moglie, documentata persino dalle fatture di un motel esibite dalla pm Letizia Ruggeri (respinte però dalla Corte d'Assise, che le ha ritenute ininfluenti ai fini del processo): troppo anche per uno che finora aveva sopportato senza batter ciglio più di un anno di reclusione, continuando a proclamare la sua totale estraneità al delitto.

«È stato un attimo di cedimento. Mi si è spenta la luce», ha raccontato al suo avvocato Claudio Salvagni, accorso in via Gleno subito dopo aver appreso da Marita cosa era successo. La donna ieri si è recata in carcere per il solito colloquio, ma si è vista sbattere in faccia dal marito l'orrenda notizia. Se ne è andata sconvolta, con mille pensieri in testa.

Bossetti ora sta bene, e a dire il vero non è mai stato veramente in pericolo. Per fortuna il suo tentativo è stato bloccato subito, non si sa se dagli agenti di custodia o da altri detenuti. Un gesto maldestro, che non ha avuto conseguenze serie. Tanto che il muratore non è mai stato portato all'ospedale Papa Giovanni XXIII. Non ce n'era bisogno, perché le sue condizioni fin da subito non sono apparse preoccupanti. Ad ogni buon conto, per evitare che il gesto possa ripetersi, da quattro giorni Bossetti viene controllato a vista dal personale carcerario. «Abbiamo già chiesto una dettagliata relazione per chiarire l'accaduto», ha spiegato l'avvocato Salvagni, precisando comunque che il suo assistito non è mai stato in pericolo di vita.

Don Fausto Resmini, il cappellano di via Gleno, negli ultimi giorni aveva incontrato Bossetti più di una volta. Ma non si era accorto di nulla. «L'avevo visto più chiuso del solito, sicuramente demoralizzato – ha spiegato il sacerdote – ma fisicamente mi è sembrato a posto, non aveva addosso nessuna ferita né nessun altro segno evidente». Bossetti si è tenuto tutto dentro, fino al lacerante incontro con la moglie.

Ma nel pomeriggio di mercoledì 22 luglio è arrivata la smentita del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria. A parlare è il segretario generale Donato Capece, secondo il quale Bossetti non sarebbe stato salvato dagli agenti presenti nella struttura poiché non avrebbe tentato di uccidersi: «Ho sentito il segretario generale della Lombardia,  il quale mi ha riferito che la notizia è priva di fondamento. In sostanza non è accaduto nulla. Fa specie che circolino certe notizie dopo due drammatici fatti come i suicidi degli ultimi giorni».

L'avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, non ci sta: “Non so se il Sappe c'era quando si è verificato il fatto. Dico solo che si stanno facendo speculazioni indegne su cosa è tentato suicidio e cosa non lo è. E' chiaro che non l'hanno trovato con la corda al collo, ma io stesso avevo telefonato in carcere sabato mattina per chiedere di vigilare su possibili atti autolesionistici. Il personale è stato bravo a cogliere un'intenzione pericolosa ed è intervenuto con prontezza”.

Il processo riprenderà l'11 settembre: quel giorno in aula comparirà anche Maura Panarese, la mamma di Yara Gambirasio. Testimonierà a pochi metri dalla gabbia di vetro dove sarà rinchiuso l'uomo che – secondo l'accusa – le ha ghermito la figlia.

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