Botta e risposta tra Salvini e comitato "Noi denunceremo": «Basta fango», «Vogliamo chiarezza»
Querelle sugli esposti riguardanti la gestione dell’epidemia in Lombardia
Botta e risposta tra il leader della Lega Matteo Salvini e il comitato “Noi denunceremo – Verità e Giustizia per le vittime di Covid-19”. Lunedì scorso i familiari delle vittime sono tornati in Procura per consegnare ai magistrati bergamaschi ulteriori 50 esposti riguardanti la gestione dell’epidemia in Lombardia. Nell’occasione, il comitato ha anche inviato all’Unione Europea una lettera nella quale chiede di vigilare sulle indagini in corso nella regione perché, a loro giudizio, potrebbero sussistere gli estremi per prefigurare il reato di crimini contro l’umanità.
Puntuale è arrivato il commento di Salvini in difesa dell’amministrazione regionale del Carroccio «Smettiamo di infangare la Lombardia – ha commentato in un’intervista televisiva. Chi ha perso un proprio caro va compreso e se qualcuno ha sbagliato deve pagare, ma prendersela con il medico o con il sindaco è ingeneroso, perché tutti hanno fatto il massimo. Le zone rosse erano competenza del Governo. Ci sono province più colpite di altre: quella che ha fatto più morti è Piacenza, cosa dobbiamo fare, accusare l’Emilia-Romagna di crimini contro l’umanità?».
«Salvini gioca con le parole — ha risposto al Corriere Bergamo il presidente del comitato Luca Fusco —. Infangare significa accusare qualcuno senza prove, e chi ha sottoscritto la nostra lettera non vuole infangare nessuno, e meno di tutti il personale sanitario, che riteniamo le prime vittime. Per noi le responsabilità fanno capo in primo luogo alla Regione e poi al Governo. Noi semplicemente presentiamo i fatti e chiediamo alla Procura di fare chiarezza. Se poi dagli accertamenti emergerà che nessuno ha responsabilità, ce ne faremo una ragione».