A fronte di un passivo da 69 milioni

Brebemi, nonostante l'enorme buco i vertici si assegnano il 20% in più

Brebemi, nonostante l'enorme buco i vertici si assegnano il 20% in più
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Continuano a far discutere i numeri relativi alla A35, ovvero la Brebemi, il tratto di autostrada che collega Milano a Brescia passando per la Bergamasca inaugurata nel luglio 2014. Quello che doveva essere il primo virtuoso esperimento di infrastruttura realizzata senza esborso di denaro pubblico e interamente autofinanziata, infatti, si sta rivelando un flop. A inizio aprile l’assemblea dei soci della Brebemi Spa ha approvato il bilancio 2015: 68,9 milioni di euro di rosso dopo i 35,4 degli appena 5 mesi di attività del 2014.

 

brebemi logo

 

Due conti. Per capire i motivi del buco di bilancio bisogna fare due conti: i ricavi dalla gestione autostradale sono stati di 40,7 milioni (contro gli 11,7 del 2014), i costi operativi ammontano invece a 24,8 milioni (14,2 nel 2014), mentre i transiti effettivi, quindi dall’inizio alla fine della A35, sono rimasti ancora ben al di sotto delle attese, pari a 23.375 auto al giorno. Il Corriere della Sera Bergamo spiega che il margine operativo lordo, dato dalla differenza tra ricavi e costi, è di 17 milioni, su cui pesano ammortamenti e accantonamenti per 15 milioni che portano il risultato operativo a 2 milioni. A questo punto vanno detratti gli oneri finanziari, pari a 93 milioni, e sommando i proventi finanziari si ottiene un risultato ante imposte di meno 88 milioni. Rosso finale, dunque, 68,9 milioni.

Finanziamento del Cipe, rischio sanzioni dall'Ue. E così a intervenire per tentare di salvare il salvabile è lo Stato, cioè noi cittadini. Nell'agosto 2015, con la delibera 60, il Cipe, cioè il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha approvato su proposta del ministero dei Trasporti il Piano Economico Finanziario di Brebemi concedendo un contributo pubblico complessivo di 320 milioni di euro «necessario per garantire le condizioni del Piano». Nello specifico si parla di 20 milioni annui dal 2017 al 2031 come contributo da parte del Governo, 260 milioni totali ai quali si aggiungerà, nel prossimo triennio, un contributo di ulteriori 20 milioni annui da parte di Regione Lombardia. In totale, dunque, nelle casse della società presieduta da Francesco Bettoni, a cui è affidata la gestione della A35 fino al 2039, arriveranno 320 milioni di euro di soldi pubblici. Una manovra tesa a rilanciare la A35, che entro il 2017 dovrebbe finalmente portare a termine il tanto atteso collegamento con la A4 all'altezza di Castegnato (Brescia) e munire il proprio tracciato di pompe di benzina e aree di sosta con ristoro. Ma una manovra che, secondo Il Fatto Quotidiano, ha messo la pulce al naso dell'Ue.

 

uscita bariano brebemi

 

Margrethe Vestager, commissario danese per la Concorrenza dell’Unione Europea, avrebbe scritto una serie di lettere al ministro dei Trasporti Graziano Delrio chiedendo spiegazioni su importanti decisioni riguardanti alcune autostrade, tra cui anche la Brebemi. Al riguardo il commissario avrebbe preannunciato l’apertura di una procedura di infrazione per violazione della concorrenza e aiuti di Stato. Da Roma negano, affermando che la Vestager avrebbe soltanto chiesto più informazioni, mentre secondo Il Fatto a Bruxelles riterrebbero i 320 milioni versati nelle casse della A35 come un aiuto di Stato illegittimo. Come riporta il Corriere della Sera Brescia, Legambiente ha colto la polemica al balzo commentando le indiscrezioni attraverso le parole di Barbara Meggetto, presidente dell'associazione, e Dario Balotta, responsabile della sezione lombarda: «Con questi nuovi consistenti aiuti di Stato viene alterata la struttura della gara che ha assegnato la concessione per la costruzione le la gestione della Brebemi. Il nuovo atto integrativo capovolge le regole d’ingaggio. Ai 320 milioni di aiuti va aggiunto il costo di subentro di 1,2 miliardi, i 50 milioni del collegamento dell’A35 con l’A4 a Castegnato approvati dal Cipe l'1 maggio scorso e i 110 milioni per la viabilità a Segrate, area terminale della Brebemi a Est. A questo punto abbiamo la certezza di un project financing alla rovescia. Anziché con i pedaggi dei veicoli i 2,4 miliardi di costo della Brebemi sono ripagati dallo Stato».

 

Francesco-Bettoni

[Francesco Bettoni, presidente della Brebemi Spa]

 

I compensi degli amministratori salgono. Non una situazione rosea, che fa sorgere dubbi legittimi sull'operato dei vertici della società gestrice. Eppure, incredibilmente, si scopre ora che i compensi degli amministratori, dal 2012 a oggi, sono cresciuti addirittura del 70 percento. Il Corriere spiega che dal 2013 al 2015 l’ammontare dei compensi degli amministratori di Brebemi è cresciuto da 398.063 a 626.320 euro. La cifra è al netto dei contributi e va divisa tra il presidente Francesco Bettoni, l’amministratore delegato Claudio Vezzosi, i quattro membri del comitato esecutivo e i sette consiglieri d’amministrazione dell’autostrada. Alcuni sono cambiati nel corso del 2014, ma il numero complessivo è sempre di 13 unità. Inoltre, dal 2014 al 2015, come riportato sul bilancio di Brebemi liberamente consultabile online, i compensi degli amministratori sono cresciuti del 20 percento, passando da 522.676 euro a 626.320. Dati che stonano, e non poco, con il rosso complessivo accertato nello stesso bilancio. Va sottolineato che questi compensi erano stati fortemente tagliati nel 2012, passando dai 580mila euro del 2011 ai 365mila euro di quell'anno. Poi però, silenziosamente, sono tornati a crescere fino a toccare un rialzo pari al 70 percento. Aumenti che stonano ancor di più se si considera che, invece, sono rimasti praticamente invariati i compensi di sindaci, società di revisione e vigilanza ed è calato il costo dei dipendenti: erano 31 nel 2014, sono scesi a 28 e l’esborso per il personale è stato tagliato da 2,9 a 2,7 milioni di euro. Brebemi, contattata al riguardo dai giornalisti del Corriere, non ha voluto commentare questi dati. Noi, purtroppo, non possiamo fare a meno di farlo.

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