A San Sisto di Colognola

Candidati, le risposte sull'aeroporto sono rimaste sospese a metà

Candidati, le risposte sull'aeroporto sono rimaste sospese a metà
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Quello dell’aeroporto è “il” tema di Bergamo. Qui si gioca gran parte dello sviluppo della nostra provincia e qui si scatenano, a intermittenza, i fulmini degli abitanti della città e dei paesi limitrofi. Venerdì 3 maggio, nell’ex chiesa di San Sisto, i quattro candidati sindaco della città, Nicholas Anesa, Francesco Macario, Giacomo Stucchi e Giorgio Gori, si sono confrontati sul futuro dello scalo davanti agli abitanti di Colognola, uno dei quartieri più colpiti dai disagi. A interrogarli l’Associazione “Colognola per il suo futuro”, che ha presentato diverse istanze. Chi si aspettava fuochi artificiali ha dovuto ricredersi. La gente del quartiere ha dimostrato una compostezza e un senso di responsabilità sorprendenti, pur incalzando gli aspiranti sindaci con domande precise. Sei per l’esattezza: sviluppo dell’aeroporto, sicurezza e salute, trasparenza e partecipazione alle decisioni, distribuzione del traffico aereo su base regionale e nazionale, residenzialità di Colognola, eventuale adesione del futuro sindaco a iniziative legali per tutelare i cittadini. In questo momento il timore più grande degli abitanti di Colognola è che il quartiere venga “declassato” da residenziale a zona di rispetto aeroportuale, il che andrebbe a incidere anche sul patrimonio immobiliare, perché il valore delle case crollerebbe.

Nicholas Anesa (M5S). «Partiamo da un’anomalia assurda: le centraline che rilevano l’inquinamento acustico fuori dall’aeroporto sono solo tre, le altre sono tutte all’interno dello scalo e chi rileva i dati è Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto. Non può essere così, dev’essere una realtà terza a rilevare i dati. Non può farlo neppure il Comune, visto che detiene il 13.8 per cento di Sacbo. Servono più centraline e che siano affidate a enti che non hanno interessi nella vita dell’aeroporto. Noi siamo per il blocco della crescita. Dal punto di vista della salute, l’aeroporto è o non è un danno per Bergamo e in particolare per Colognola? Gli interessi economici non possono essere l’unico criterio. Per noi poi è fondamentale l’informazione, la consultazione e la partecipazione del cittadino e saremo al fianco della gente se verranno assunte iniziative legali presso la corte di giustizia europea».

Francesco Macario (Bergamo in Comune). «Bisogna partire dall’arrivo di Ryanair nel 2002 che ha dato il via a questo sviluppo impetuoso. Il punto è il sistema low cost che la Sacbo, di cui fanno parte Comune e Provincia, incentiva, contribuendo ad attirare gli aerei a Bergamo. Questo genera guadagni e gli enti locali utilizzano i dividendi per il loro bilancio. Quella che era solo un’opportunità è diventata oggi il fulcro dello sviluppo di Bergamo. Tutti, non certo gli abitanti di Colognola, stanno organizzando la città in funzione dell’aeroporto e di quello che l’aeroporto garantisce. L’università cresce anche per questo; gli industriali ne traggono notevoli vantaggi; il turismo è cresciuto incredibilmente e lavorano gli alberghi, i ristoranti, i negozi. I grandi poteri hanno deciso che tipo di sviluppo dobbiamo perseguire. Tra l’altro, questo aeroporto è nato male perché inizialmente si prevedeva che ci fosse un collegamento ferroviario con la città, che invece ancora non c’è, e la pianificazione urbanistica prevedeva di spostare i voli a est, ma intanto tutta la zona che va da Montello a Costa Mezzate è stata riempita di migliaia di villette a schiera. Così altri miserabili subiranno lo stesso problema di Colognola. Io sono contrario a un...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 9 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 16 maggio. In versione digitale, qui.

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