Costerà tra i 35 e i 60 euro

Canone Rai, come funzionerà

Canone Rai, come funzionerà
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È una rivoluzione che ha dello storico, date le difficoltà con cui cambiano le cose in Italia, eppure finalmente sembra essere davvero pronta la rivoluzione dell’odiato canone Rai. Al momento non c’è niente di certo, dato che una decisione definitiva da parte del governo Renzi arriverà solamente a novembre, ma al Ministero dello Sviluppo, nel settore dedicato alle Comunicazioni, il sottosegretario Antonello Giacomelli ha messo a punto la prima bozza di decreto sul canone. L’odiata tassa relativa al possesso dell’apparecchio televisivo non sparirà, ma non ci sarà più il bollettino nominativo spedito a tutti gli italiani dotati di un televisore. La tassa, così rivista, dovrebbe andare da un minimo di 35 a un massimo di 60 euro. Già, perché non tutti pagheranno la stessa cifra.

Funzionerà in base ai consumi. Era anni che si chiedeva una modifica del canone in grado di adattare la cifra dovuta da ogni famiglia al reddito della stessa. In realtà il meccanismo studiato è leggermente diverso: l’importo dovuto sarà legato ai consumi. Inizialmente, la strada più facilmente percorribile pareva essere quella di inserire nella dichiarazione Irpef il possesso o meno di un televisore e quindi pagare in base al reddito. Alla fine, però, lo staff del sottosegretario Giacomelli pare abbia preferito puntare sulla creazione di una sorta di imposta di consumo, più alta per alcune tipologie di acquisti più costosi, che verrà successivamente girata alla Rai. L’importo di questa imposta, come detto, dovrebbe oscillare tra un minimo di 35 euro e un massimo di 60. In questo modo si combatterebbe anche l’evasione che, al momento, si aggira attorno al 25%. Le critiche arrivano da chi continua a ritenere più adatto, per combattere l’evasione, un importo del canone basato sul reddito: è difficile che il 25% delle famiglie possa dichiarare di non possedere nemmeno un apparecchio tv, presente, secondo le indagini di mercato, nel 98% delle famiglie. Prima di avere però la risposta definitiva, bisognerà attendere l’incontro tra il premier Renzi e il sottosegretario Giacomelli, previsto per i prossimi giorni.

Finanziamenti dalla Lotteria e i nuovi canoni sulle frequenze. Se l’imposta sui cittadini rimarrà l’introito principale della Rai, il governo sta studiando anche un altro metodo di finanziamento per la tv di Stato, ovvero attraverso i proventi derivanti dalla vendita della nota Lotteria Italia. Con questo nuovo sistema, la Rai riceverebbe, annualmente, 2 miliardi di euro circa, una cifra decisamente più alta rispetto all’attuale miliardo e 700 milioni di euro. La tv di viale Mazzini, intanto, festeggia anche per la decisione arrivata dalla Agcom: il Garante delle Comunicazioni ha approvato il nuovo tariffario sulle frequenze e sia la Rai che la Mediaset pagheranno meno che in passato. Entrambe verseranno circa 12,6 milioni di euro all'anno, mentre nel 2013 avevano pagato, rispettivamente, 26 e 20,3 milioni di euro. La decisione è stata presa a maggioranza, con il presidente Antonio Cardani fortemente contrario alla delibera e l’astensione del commissario Antonio Nicita. Ma non è ancora detto che la decisione sortisca i suoi effetti perché il governo non l’ha presa affatto bene e il sottosegretario Giacomelli ne ha sospeso la validità, almeno finché non avrà incontrato il premier Renzi per valutare insieme i prossimi passi da compiere.

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