Capitale della Cultura, ecco come è andata la cerimonia inaugurale istituzionale
Il doppio appuntamento, in contemporanea, al Teatro Donizetti e al Teatro Grande. Presenti il ministro Sangiuliano e il presidente Mattarella
di Wainer Preda
Ci siamo. Dopo due lunghi anni di preparazione, centinaia di incontri e un lavoro organizzativo immane, con la doppia cerimonia al Teatro Donizetti di Bergamo e al Teatro Grande di Brescia - trasmessa in diretta nazionale su Rai3 - è cominciato ufficialmente, oggi pomeriggio (20 gennaio), l'anno della Capitale della Cultura.
Capitale, non Capitali, per sottolineare come questo percorso sia unico e unitario fra due capoluoghi che, diciamola tutta, in alcuni settori sono sempre stati rivali, in altri quantomeno competitor.
Oggi, invece, lavorano insieme allo stesso obbiettivo: «L'esercizio della libertà attraverso la cultura, come sancisce la Costituzione», ha detto il Presidente Sergio Mattarella nel suo discorso dal Teatro Grande.
Giorgio Gori fuori dal teatro Donizetti
Gianluigi Trovesi suona con il clarinetto l'Inno di Mameli
Un momento della cerimonia al Donizetti
Giorgio Gori con la moglie Cristina Parodi e il ministro Sangiuliano
La cerimonia al Donizetti
Parole e musica
Ebbene, le due cerimonie in contemporanea, proiettate su maxischermi nei rispettivi teatri, sono state un alternarsi di parole e musica.
A partire dall'Inno di Mameli, suonato a Bergamo dal clarinetto di Gianluigi Trovesi e accompagnato a Brescia dal coro di voci bianche di Santa Cecilia. Per poi proseguire con le straordinarie performance del violinista Giuseppe Gibboni e della chitarrista Carlotta Dalia, che sul palco di Brescia hanno usato uno Stradivari e una chitarra acustica appartenuta a Segovia. Mentre a Bergamo lo strepitoso Danilo Rea accompagnava al pianoforte la voce da brividi di Laura Ulloa. Artisti formidabili, ritratti nelle foto che vedete allegate di Gianfranco Rota.
In mezzo i discorsi. Quello del Presidente della Repubblica, innanzitutto. Nel quale Mattarella ha sottolineato la «suggestiva realtà unitaria di Bergamo e Brescia, il giacimento di storia e creatività di questi territori, il genio, il sapere, i tanti scrigni di arte e bellezza delle due città. E l'esempio di tenacia e solidarietà nei momenti bui della pandemia».
«Bergamo e Brescia declinate al singolare - ha aggiunto il Presidente - siano un segno per l'Italia e per l'Europa, siano auspicio di un nuovo dialogo nel nostro Paese e nel nostro Continente attraverso la cultura».
L'emozione di Gori
Davanti al ministro Gennaro Sangiuliano, il discorso del sindaco di Bergamo. Per una volta Giorgio Gori è parso emozionato. «È un grande privilegio, che viviamo con orgoglio e gratitudine nei confronti di chi ha voluto accogliere l’istanza di candidatura che insieme al sindaco Del Bono, nel maggio del 2020, decidemmo di indirizzare al ministro della Cultura; anzitutto per dare alle nostre città. gravemente ferite dal virus, un segnale di reazione e di speranza», ha detto.
Il sindaco di Bergamo durante il suo discorso
Cristina Parodi e il ministro Gennaro Sangiuliano
La platea del teatro Donizetti
L'assessore comunale alla Cultura Nadia Ghisalberti
L'immenso pianista Danilo Rea
La cantante lirica Laura Ulloa
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
«Bergamo Brescia 2023 - ha aggiunto il sindaco - è un laboratorio vivo di collaborazione tra enti, del tutto originale e inedito, e la nostra speranza è che la collaborazione possa proseguire ben oltre quest’anno e produrre un’eredità feconda e duratura».
«Insieme - ha sottolineato Gori - abbiamo cercato di comporre il disegno di un territorio in movimento verso il futuro, un territorio con due capoluoghi che diventano una sola Capitale. Un territorio che riconosce la cultura - in tutte le sue espressioni, da quella artistica a quella scientifica, da quella industriale a quella della solidarietà - come il dono più grande che si può fare ad una persona. Perché cultura è sinonimo di libertà e di emancipazione: il miglior antidoto alla paura, allo spaesamento e alla tristezza: per questo è importante che sia accessibile a tutti».
«Un caleidoscopio di progetti ed eventi»
Poi, dopo aver chiuso il suo discorso sulla città "illuminata" «aperta, di ampie vedute, accogliente, in grado di riconoscere le differenze come un valore, un faro, un punto di riferimento e di approdo nei momenti difficili», il sindaco scendendo dal palco si è concesso una strizzatina d'occhio, quasi liberatoria, alla moglie Cristina Parodi in prima fila. Un gesto spontaneo, irrituale, ma indice di quanto Gori sentisse la tensione emotiva di questo appuntamento.
Stessa emozione anche per l'assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti che, avvolta in un abito lunghissimo ha avuto qualche difficoltà nel salire la scalinata centrale del palco, più insidiosa di quella di Sanremo.
Nel suo discorso, Ghisalberti ha sottolineato, davanti a un teatro zeppo di autorità e sindaci, che durante quest'anno assisteremo a «un caleidoscopio di progetti, eventi, di teatro, di cinema, musica, danza, mostre. Molti di rilievo nazionale e internazionale. Nei musei, nelle biblioteche, e in tanti nuovi spazi pubblici e privati tutti da scoprire e da vivere. Questo complesso lavoro ha prodotto un rafforzamento delle reti tra le due città che vogliamo sia una delle principali eredità per gli anni futuri».
Ora spazio agli eventi. Già da domattina.