I candidati si confrontano

Caravaggio, sul tavolo elettorale irrompe la questione interporto

Caravaggio, sul tavolo elettorale irrompe la questione interporto
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La campagna elettorale di Caravaggio comincia a entrare nel vivo, con gli schieramenti che si fanno avanti e i candidati alla carica di primo cittadino che escono allo scoperto. Uno dei temi più spinosi, che dominerà il confronto elettorale e programmatico, è la questione dell’interporto. Si farà, non si farà, è utile, non è utile, chi lo vuole, chi non lo vuole, quello dell’interporto è un tema che ormai da oltre un decennio allo stesso tempo interessa e spaventa. Che impatto potrà avere sul territorio una grande infrastruttura dove si scambiano merci poste in container, dai camion ai treni e viceversa? Una cosa è sicura: un interporto deve sorgere in zone servite da grandi vie di comunicazione, sia stradali sia ferroviarie, e Caravaggio possiede queste caratteristiche. La linea che collega Milano con Venezia, la futura Tav e la recente apertura dell'autostrada Brebemi ne fanno una zona strategica per l'apertura di un polo intermodale.

Tre fazioni e l'ipotesi sul tappeto. Sull'eventualità di dar vita a questo "porto di mare senza mare" i cittadini della bassa sono divisi in tre fazioni: c’è chi è convinto che sia necessario per il futuro della bassa pianura bergamasca, chi invece, ancora ferito dal trauma Brebemi, ritiene che sia dannoso, e poi c’è chi non è ancora ben informato su cosa realmente comporti avere su parte del proprio territorio un'opera di portata interregionale. In Italia ci sono 24 interporti, riuniti nell’UIR (Unione Interporti Riuniti), quello in programma tra Treviglio e Caravaggio sarebbe il venticinquesimo. Anni fa si era partiti con un'ipotesi di 500mila metri quadrati, ma ora l'idea intorno alla quale si discute ha più che raddoppiato la cifra. Qualcuno ha proposto di realizzarlo a Cortenuova sul territorio occupato dall'ex centro commerciale “Le Acciaierie”, ma altri ritengono scomoda quella zona e optano decisamente per l'area tra Caravaggio e Treviglio. Nel dettaglio, si tratterebbe di una colata di cemento di 1 milione 65 mila metri quadrati, di cui 800 mila in territorio caravaggino e 265 mila su quello trevigliese. Un'area pari a quella occupata da Expo. La zona identificata è quella della frazione di Vidalengo.

 

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Chi lo vuole e chi no. A Caravaggio, tra i candidati a sindaco, a non avere dubbi sull'importanza dell’interporto è Ettore Pirovano, ex primo cittadino ed ex presidente della Provincia, candidato della Lega. Secondo alcuni suoi avversari, Pirovano da tempo starebbe girando di casa in casa e di cascina in cascina per spiegare ai cittadini, soprattutto agli agricoltori, l'utilità del polo intermodale, per realizzare il quale, a detta sua, sarebbero numerosi i soggetti pronti a investire. Secondo Pirovano una grande opera come questa porterebbe nella Bassa ricchezza e posti di lavoro.

Di parere opposto gli altri candidati, primo tra tutti Augusto Baruffi, ex assessore della giunta leghista, che si presenta alle elezioni a capo di una lista civica di centrodestra. Baruffi a suo tempo aveva votato favorevolmente la mozione sull'interporto, ma ora sostiene che su un tema tanto delicato sarebbe necessario un referendum per far esprimere la popolazione. Nettamente contrari all'ipotesi interporto gli altri candidati: Giovanni Castelli, capolista di una civica vicina al Movimento 5 Stelle e Caludio Bolandrini, insegnante di filosofia al liceo scientifico, candidato sindaco per il Pd. Quello che in molti temono è una devastazione del territorio, che verrebbe snaturato e perderebbe definitivamente la sua vocazione agricola. È poi tutto da dimostrare il ritorno economico dell'operazione.

Di sicuro, comunque, per realizzare l’infrastruttura serviranno tempi lunghi, anche perché non c’è ancora un progetto definitivo e tra lungaggini burocratiche e tempistiche tecniche il rischio è quello di trovarsi con un'infrastruttura già superata se in un futuro non lontano dovesse cambiare la modalità trasporto merci.

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