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Quattro i casi di Coronavirus ricoverati al Papa Giovanni. Sono di Bergamo, Villa di Serio, Nembro e Seriate

Quattro i casi di Coronavirus ricoverati al Papa Giovanni. Sono di Bergamo, Villa di Serio, Nembro e Seriate
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Dopo i casi sospetti e poi smentiti dei giorni scorsi, i primi tre casi di Coronavirus sono stati accertati anche in Bergamasca nella giornata di oggi, domenica 23 febbraio. Sono stati confermati dall'assessore regionale al welfare Giulio Gallera nel corso della conferenza stampa che si è svolta nel pomeriggio nella sede della Regione. Un quarto caso, riguardante un trentacinquenne di Seriate, sarebbe emerso nelle ultime ore. I quattro casi sono ora in cura all'ospedale Papa Giovanni XXIII. L'uomo colpito dal virus a Bergamo è un signore di 83 anni. I due pazienti trasferiti dall'ospedale di Alzano sono un 84enne di Villa di Serio e un 66enne di Nembro. Il sindaco di Alzano Camillo Bertocchi aveva confermato nel pomeriggio con un post su Facebook il contagio. In via precauzionale, ad Alzano erano state sospese le attività del Pronto Soccorso ed era stata isolata la struttura. Questo il post del sindaco:

«Abbiamo avuto notizia da poco (ore 16.50) dalla direzione sanitaria di due casi di infezione da Coronavirus all'ospedale di Alzano Lombardo - si legge in un messaggio postato dal primo cittadino -. Evento che, per effetto del decreto approvato ieri dal Governo, fa scattare da subito le misure straordinarie di tutela della salute pubblica varate. La situazione evolve di ora in ora e siamo in attesa di conoscere le misure specifiche che saranno adottate e delle quali vi daremo contro appena possibile». Il sindaco, infine, invita i cittadini a prestare la massima cautela: «Nel frattempo, in via prudenziale vi invitiamo a limitare le uscite dai propri domicili».

In serata, il Pronto soccorso di Alzano è stato riaperto ed è stata ripristinata l'operatività dei reparti.

Sempre in serata, l'Asst Papa Giovanni XXIII ha sospeso l'attività di volontariato in ospedale a partire da lunedì e dal 24 febbraio al 1 marzo sono sospese le attività di prevenzione, vaccinazione e screenig e la "scelta e revoca". Le altre attività socio-sanitarie funzioneranno regolarmente. E' probabile che anche le altre aziende ospedaliere del territorio bergamasco adottino misure analoghe.

Nel pomeriggio si è tenuto in prefettura a Bergamo un vertice a porte chiuse con tutte le autorità per discutere delle soluzioni da adottare.

In ragione dell'ordinanza regionale emessa domenica 23 febbraio il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, ha diffuso un comunicato in cui dispone la sospensione di tutte le celebrazioni, di tutte le attività pastorali, aggregative, culturali e la chiusura degli oratori e spazi parrocchiali. Le chiese possono restare aperte. I funerali possono essere celebrati solo con gli stretti familiari.

Anche l'Associazione musulmani di Bergamo, in attuazione delle direttive regionali, ha deciso la sospensione di tutte le sue attività con valenza immediata e fino ad altra comunicazione ufficiale.

Anche la Rsa San Francesco ha deciso di adottare misure precauzionali e, da questa sera, sono state vietate le visite agli ospiti da parte dei parenti, fino a nuovo ordine. Quelli presenti in serata sono stati invitati a lasciare la struttura.

In Lombardia sono complessivamente 112 i casi delle persone risultate positive al Coronavirus. La maggior parte si trova nella zona del Basso lodigiano (62). Si registrano poi casi nelle province di Cremona (16), Pavia (6), Milano (3), Sondrio (1) e Monza e Brianza (1). Fra questi, c'è anche quello di un'anziana donna, malata oncologica, deceduta all'ospedale di Crema e positiva al tampone effettuato post mortem.

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