L'annuncio di Gori

Caso dehors, ha vinto il buonsenso

Caso dehors, ha vinto il buonsenso
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La questione dehors è a una svolta: l’avvocatura del Comune di Bergamo, dopo avere approfondito il caso, è giunta alla conclusione che i permessi rilasciati dal Comune stesso sono regolari e validi per tutti i dehors della città, compresi quelli “chiusi”.

Cos'ha detto Gori. Lo ha detto il sindaco Giorgio Gori, che aveva preso particolarmente a cuore la questione. Spiega il primo cittadino: «Mi fa piacere comunicare che i nostri uffici, con l’avvocato Vito Gritti, hanno verificato l’argomento e hanno ritenuto che i permessi concessi siano del tutto legittimi alla luce delle disposizioni del Codice civile. In particolare, hanno verificato che queste strutture chiuse, questi dehors, nel momento in cui si affacciano sulla pubblica via o sulla pubblica piazza non vengono più considerati alla stregua di edifici veri e propri, per cui ci sono delle deroghe rispetto ad alcune regole, tipo la distanza da tenere fra edificio ed edificio». Giorgio Gori è contento non tanto per la vicenda del singolo dehor, quanto perché la situazione poteva aggravarsi al punto da fare chiudere tutte queste “verande” di bar e ristoranti della città. E, dopo Bergamo, l’epidemia di chiusure avrebbe potuto allargarsi a tutta Italia. Avete presente quanti dehors esistono a Firenze, Venezia, Roma, Napoli…?

 

 

La questione. La questione era partita alcune settimane fa. Un privato cittadino aveva presentato una diffida al Comune di Bergamo a proposito del dehor del Glamour Caffè di via Previtali; una struttura non grande, ma molto bella e curata, adagiata su un’aiuola di fronte al bar. La diffida dei privati sosteneva che il dehor in questione andasse tolto in quanto non rispetterebbe la distanza minima dallo stabile di fronte. E faceva riferimento a una sentenza della Cassazione. La protesta della famiglia (abitante ovviamente nei pressi del bar) ha fatto sobbalzare gli amministratori cittadini, sindaco compreso: la diffida poteva mettere in difficoltà tutta un’idea urbana, basata sull’accoglienza, sull’apertura, sul vivere la città e le sue strade, le sue piazze. E subito tutti hanno pensato a piazza Pontida che, anche grazie ai dehors dei caffè, è approdata a una nuova vita, a un risveglio dopo anni di mestizia. Il Comune ha affrontato con estrema serietà l’esposto del cittadino e ha appurato in prima istanza che comunque la sentenza della Corte di Cassazione non riguardava tutti i dehors, ma soltanto quelli chiusi, quindi non quelli, per esempio con le pareti o il tetto apribili. Per...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 3 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 12 luglio. In versione digitale, qui.

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