Quelli che a Bergamo tifano Barça

«Tan se val d’on… una bandiera ens agermana» (Non importa da dove veniamo… una bandiera ci rende fratelli). Le parole sono prese dall’inno dell’F.C. Barcelona e descrivono perfettamente quello che è successo due anni e mezzo fa in via Delpino a Bergamo. Capita così che l’11 settembre 2012 un gruppo di ragazzi decida di mettersi ufficialmente assieme mosso da un’«esigenza di aggregazione nata attorno a quella grande passione che è l’F.C. Barcelona». Nasce così la Penya Barcelonista di Bergamo-Città dei Mille, inizialmente composta da una quindicina di ragazzi con un presidente Alessandro Esposito, che Bergamo Post ha raggiunto telefonicamente per farsi raccontare quest’avventura in salsa catalana. Tutto è direttamente collegato alla vita del club blaugrana, ed anche la fondazione non è casuale: l’11 settembre infatti è la data in cui si commemora la Diada Nacional de Catalunya, il giorno del 1714 in cui Barcellona cadde nelle mani delle truppe borboniche di Filippo V di Spagna durante la Guerra di Successione Spagnola. “Sconfitta” che segna l’inizio della lotta per il diritto all’autonomia della Catalogna. Come si apprende sul sito internet della Penya: «Scopo della Penya è promuovere l’amicizia tra i soci e i simpatizzanti del Fc Barcelona, sostenendo gli obbiettivi sportivi, sociali, culturali, artistici, scientifici e ricreativi sostenuti dalla società sportiva stessa. La Penya promuove e trasmette i valori storici del Fc Barcelona, orientando pedissequamente la propria azione al “motto” che caratterizza la società sportiva, “Més que un club” (Più di un club): sportività, uguaglianza, antirazzismo, inclusione sociale, solidarietà, democrazia, laicità, partecipazione, valorizzazione delle differenze di genere, rispetto dell’orientamento sessuale, catalanismo ed universalismo».




L’attività lo stemma. In soli due anni e mezzo si sono raggiunti numeri importanti: ad oggi la Penya conta 98 soci e, negli ultimi giorni, al presidente Esposito sono arrivate diverse richieste di aggregazione da tutta Italia («ci si incontra e si discute di una passione che è molto più vicina di quanto si possa pensare»). Il 12 febbraio 2013 la Penya ha ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte del club catalano ed è stata registrata nell’albo ufficiale dei fan club con il numero 2129. Oltre a poter usufruire di prodotti del merchandising personalizzato della realtà bergamasca, i soci possono essere aggiornati sulle iniziative e sulle news legate ai blaugrana grazie all’attività sui social della Penya (sia Facebook che Twitter); inoltre dall’11 settembre scorso è stato creato il blog “Passione blaugrana” per «dare un ordine e un senso alla nostra passione comune. Esprimere pareri che travalichino la visione sportiva. Muovere un pensiero critico ed intellettualmente onesto attorno al Barça». Appassionati del Barcellona, ma radicati fortemente a Bergamo, come documenta lo stemma della Penya, dove sono presenti i colori giallo e rosso della città nella parte superiore ed il busto di Giuseppe Garibaldi (ricordando che Bergamo è la Città dei Mille, la città che ha contribuito a fare l’Italia).
L’operato sociale e le opportunità per i soci. Oltre a seguire la realtà sportiva catalana, il fan club bergamasco è attiva con progetti solidali per mezzo di una collaborazione sancita con Emergency, per il sostegno di un centro di maternità ad Anabah, in Afghanistan. Una prima asta benefica, con in palio la maglietta di Messi concessa dal’F.C. Barcellona, ha fruttato quasi 800 euro, successo che Esposito si augura di bissare con un altro evento simile dove saranno messi all’asta i pantaloncini del 10 argentino. Esposito ci racconta come il legame stretto creatosi con il club catalano ha permesso ai soci della Penya di avere alcune facilitazioni, come la prevendita e degli sconti, che vanno dal 5 al 15 percento, sulle partite casalinghe di Liga e di Champions (esclusi il Clasico e le semifinali e la finale europea).
Il Barça di quest’anno e Berlino. Inevitabilmente la discussione con Esposito arriva a parare su Berlino e sulla fantastica stagione del Barcellona. Alessandro assisterà alla partita allo stadio, mentre molti altri soci si recheranno in piazza Catalunya a Barcellona, sperando di festeggiare al Camp Nou domenica assieme ai giocatori. L'ottima annata dei blaugrana è figlia di due elementi, dicono: l’attacco e l’allenatore. «Abbiamo il miglior tridente di tutti i tempi, composto dal miglior giocatore della storia, da quello che sarà il più forte del mondo una volta che Messi smetterà e da quello che è ad oggi la più forte prima punta del mondo. Inoltre bisogna riconoscere i meriti di Luis Enrique che ha saputo gestire la squadra ed anche tutto quello che c’è intorno. Io sono convinto che l’allenatore del Barça dev’essere per il 30 percento un grande allenatore e per il 70 percento una persona abile nel gestire tutto il resto». Sulla partita con la Juventus, regna l'ottimismo tra i barcellonisti di Bergamo, come tra gran parte dei tifosi catalani incontrati a Berlino («che è una cosa inusuale»): «Nulla è scontato nel calcio, ma sia a livello individuale che di squadra credo che abbiamo l’80 percento di possibilità di essere campioni».