Reportage nella campagna

Cemento sul Parco Ovest: «Ce n'è davvero bisogno?». Il Comitato va all'attacco

C’è una grande area verde che resiste nel comune di Bergamo, che se non sapete dove si trova non la potreste immaginare. Una oasi naturale che, però, è a rischio

Cemento sul Parco Ovest: «Ce n'è davvero bisogno?». Il Comitato va all'attacco
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di Paolo Aresi

C’è una grande area verde che resiste nel comune di Bergamo, che se non sapete dove si trova non la potreste immaginare. Si tratta di parecchi ettari di terreno che sono compresi tra le vie San Bernardino e Moroni: nella parte a est le case di San Bernardino vicino al Gres, dall’altra la via Moroni all’altezza del Villaggio degli Sposi. In mezzo, tanto verde. In parte coltivato, in parte di prato, in un’altra zona sono cresciuti i rovi e in un’altra ancora, a ridosso della della massicciata della ferrovia, uno stagno che ospita numerose specie di uccelli e di anfibi.

È una ricchezza naturale che sorprende, che non è regolata, non è attrezzata. Non ci sono tavoli, non ci sono panchine, né altalene, né barbecue, né laghetti e fontane. È un posto vero, un’oasi di natura. Dove non si trova l’altalena, ma dove fa la tana la volpe, dove planano gli aironi, dove nidificano il picchio verde, l’upupa, il torcicollo: un incredibile serbatoio di biodiversità; si calcola vi si trovino settanta specie animali protette. L’area fa parte della “cintura verde” che comincia dal Parco dei Colli di Bergamo e scende alla pianura fino a Boccaleone, Colognola, Grumello del Piano.

Per difendere questo lembo di verde e di natura si è formato un Comitato che ha come scopo evitare la cementificazione.

«Bergamo non ha bisogno di altro cemento. Ha bisogno di nuova socialità, ha bisogno che le case vuote (il trenta per cento del patrimonio edilizio) vengano utilizzate. Costruire altre abitazioni in questo momento vuole dire speculare, non ci sono ragioni valide, non ci sono reali esigenze di nuove abitazioni. Invece esiste una reale esigenza di verde, di natura, di aria buona. Ricordiamoci i tristi primati di Bergamo e dintorni per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico».

Sono parole di un componente del Comitato, che tuttavia ritiene di non venire citato perché: «Qui non è questione di personalismi, il nostro è un comitato che non si identifica con questa o quella persona e neppure con questo o con quella forza politica. La nostra è un’unità di intenti per salvare questo patrimonio. Qui non c’entrano né destra né sinistra, qui c’è da salvaguardare un tesoro, per tutti».

L’insediamento

Ma la zona fa gola a molti. Ferretti Casa ha già preparato un progetto ed esiste un accordo con il Comune di Bergamo. L’insediamento di Ferretti è previsto nella parte occidentale del parco, quella cioè che sta tra la massicciata della ferrovia e la via Moroni. Si tratta di un luogo delicato, ricco di acque, tra l’altro qua si trova il “paleo-alveo” cioè l’antico corso del torrente Morla che poi intorno al XII secolo venne deviato in direzione di Comun Nuovo.

L’intervento viene definito una “riqualificazione” di una parte dell’area, ma il Comitato ha spiegato su Facebook che «Riqualificare significa intervenire in situazioni gravemente negative, che hanno bisogno di una nuova qualità. Ma la cintura verde, nella sua totalità, compresa la zona denominata Parco Ovest 2, non è un’area da dover risanare o riqualificare. Al contrario, come dimostrato da naturalisti, ornitologi e botanici, è un territorio ricco di esseri viventi che in una situazione degradata non esiterebbero...».

Il comitato spiega poi che la Cintura Verde che dovrebbe circondare Bergamo «è quella fascia rimasta inedificata che avvolge da est a ovest tutta la parte sud della città, pensata per garantire continuità al collegamento naturale per fauna e flora selvatica tra Alpi, Prealpi, Colli e Pianura. Territori che devono venire salvaguardati nella loro intimità, non trasformati in parchi fruibili con piste ciclabili, giochi, illuminazione, ecc.».

Questo è un concetto fondamentale: questa cintura dovrebbe risultare una riserva naturale, non un parco attrezzato. È un’idea difficile da digerire, nella sua semplicità: basta non fare nulla, o quasi. Nulla? Ma come, nemmeno un tavolo per il picnic? Nemmeno un laghetto magari con i pesci rossi? E un piccolo “parco avventura” così i bambini si divertono? Un bar che magari ti viene sete? No, nulla. (...)

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