I sindacati

Sciopero regionale indetto per il 25 marzo: «Il Governo ha ceduto alle pressioni di Confindustria!»

Cgil, Cisl e Uil attaccano duramente il decreto firmato dal premier Conte nel fine settimana

Sciopero regionale indetto per il 25 marzo: «Il Governo ha ceduto alle pressioni di Confindustria!»
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«Così non va!». È la dura presa di posizione di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil nei confronti del decreto firmato domenica 22 marzo dal premier Giuseppe Conte, ritenuto ampiamente insufficiente per tutelare la salute dei lavoratori a fronte dell’emergenza sanitaria dovuta all’aumento dei contagi da Coronavirus.

Per questa ragione, cogliendo l’invito delle segreterie confederali nazionali e regionali, le sigle sindacali hanno indetto per mercoledì 25 marzo uno sciopero regionale in tutte le aziende che non hanno produzioni essenziali e di pubblica utilità per le necessità del Paese, oltre che in quei luoghi di lavoro dove non ricorrano le condizioni di sicurezza. Obiettivo: ottenere una modifica del provvedimento governativo. «L’aver inserito nelle attività d’impresa da considerare essenziali (gli ormai famosi codici Ateco) una serie di attività di vario genere che di essenziale non hanno nulla, depotenzia il decreto e crea l’effetto di ridurre ai minimi termini il numero delle lavoratrici e dei lavoratori che potranno rimanere a casa».

«Il Decreto tiene conto solo in misura parziale delle istanze che Cgil, Cisl e Uil hanno posto all’attenzione dell’Esecutivo; infatti molte attività non essenziali né indispensabili sono state inserite tra quelle che possono continuare a lavorare – si legge in una nota stampa -. Abbiamo sempre preteso di mettere la salute e la sicurezza del lavoratore come questioni prioritarie rispetto a qualunque cosa, ma registriamo che il Governo ha ceduto alle indebite pressioni di Confindustria: il profitto e l’economia hanno avuto il sopravvento su salute e sicurezza».

La nota sindacale si conclude con un’esortazione alle associazioni datoriali e alle aziende, in cui si chiede loro di «avere senso di responsabilità e di non determinare ulteriori tensioni ed esasperazioni tra i lavoratori. Pertanto auspichiamo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per consentire la fermata dei lavoratori».

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