Altro che paradiso turistico

Che cosa sta succedendo a Kos L'«inferno sulla terra» dei profughi

Che cosa sta succedendo a Kos L'«inferno sulla terra» dei profughi
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Da un paio di giorni sull’isola greca di Kos la tensione è salita alle stelle e sono scoppiati scontri tra i profughi arrivati dal mare e le autorità. Il primo video che ha portato il problema all’attenzione dei media è stato girato all’esterno del commissariato di polizia dell’isola. Mostrava un agente mentre schiaffeggiava un migrante; nell’altra mano teneva un coltello con cui gli intimava di tornarsene da dov’era venuto.

 

 

Gli ultimi scontri. Nel pomeriggio di martedì 11 c'è stato uno scontro tra polizia e migranti, radunati nello stadio in attesa di essere registrati, dopo che erano rimasti accampati in spiaggia – uomini, donne e bambini, senza cibo, sotto il sole cocente - per settimane. Secondo una fonte di polizia, gli ultimi incidenti sono esplosi quando alcuni migranti hanno cercato di forzare un blocco, nel tentativo di ottenere i documenti validi per partire. In tutta risposta gli agenti hanno usato manganelli ed estintori per sedare la rivolta.

La violenza pare a tal punto fuori controllo che il sindaco di Kos, Giorgios Kyristis, ha parlato del rischio di una «strage», lanciando un appello nel quale ha richiesto: assistenza immediata da parte del governo; il trasferimento dei profughi altrove (ne arrivano 600-800 al giorno); e il dispiegamento di forze speciali di polizia per evitare «situazioni estreme» e poter gestire le procedure di identificazione dei migranti e la protezione delle frontiere marittime.

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(AP Photo/Yorgos Karahalis)

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I numeri. Nel solo mese di luglio, secondo l’agenzia Frontex, sono arrivati circa 40mila migranti in tutta la Grecia, 8mila in più rispetto a quelli dell'intero 2014, il 750 percento. Sono prevalentemente siriani, afghani, pachistani. Secondo l’Onu la situazione è a tal punto esacerbata che a Kos non ci sono sufficienti scorte d’acqua e di medicinali per tutti i richiedenti asilo. Non ci sono nemmeno servizi igienici, posti di primo soccorso, strutture idonee ad ospitarli. La vice presidente del Parlamento tedesco Claudia Roth, in visita sull’isola, ha definito Kos un «inferno sulla terra».

Quasi un ossimoro, se si considera che le agenzie di viaggi pubblicizzano il posto come un paradiso terrestre. L’isola greca, gioiello del Dodecaneso, è tra le più amate dai turisti che scelgono i pacchetti low cost. Ma qui ormai ci sono circa 7mila migranti, a fronte di una popolazione di circa 30mila persone. Numeri altissimi che hanno fatto desistere in molti dallo scegliere un soggiorno sull’isola. Complici anche le lamentele di quanti si sono sentiti disturbati dai profughi che spuntavano dal mare durante una normalissima tintarella in spiaggia.

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La traversata e i soccorsi. A Kos i profughi arrivano perché è facile approdarvi. È il primo baluardo europeo, a quattro chilometri dalle coste turche. I migranti asiatici, quelli in fuga dagli eccidi della guerra civile siriana e da un Afghanistan ancora insanguinato, vedono Kos come il primo approdo per poi raggiungere l’Europa vera.

Si imbarcano da soli, senza scafisti, su gommoni, o spesso su barchette a remi. Da poche persone fino a un massimo di 40, il costo del biglietto, per quattro ore di traversata, è di 1500 euro. E se a terra scoppiano gli scontri, in mare si rischia di annegare. La Guardia costiera ellenica, infatti, solo negli ultimi tre giorni, ha soccorso e tratto in salvo più di 1.400 i migranti in quasi 60 operazioni di ricerca e salvataggio effettuate al largo di diverse isole greche del Mar Egeo orientale. Non solo la Guardia Costiera, però, effettua i salvataggi. Nella notte tra lunedì e martedì l’operazione di salvataggio è toccata a una barca di turisti italiani in vacanza nell’Egeo, svegliata da lamenti e urla disperate. A pochi metri da loro, sugli scogli, 45 siriani, tra cui molti bambini e giovani madri.

Gli aiuti dall’Unione Europea. Una situazione che va ad aggravare il già precario equilibrio greco, in balia di una crisi economica senza precedenti. Per questo il Paese, non avendo abbastanza soldi per gestire l’accoglienza dei migranti, ha chiesto aiuto all’Unione Europea, che ha accolto la richiesta e ha approvato fondi per 474.192.915 milioni di euro. L’Italia riceverà per lo stesso motivo 558.244.435 di euro.

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