Chi era Gianluigi Federici, morto cadendo dalla cresta occidentale della Presolana
Lascia moglie e due figli. Di Bergamo, 67 anni, negli ultimi mesi aveva viaggiato molto, non solo in montagna

La sua pagina Facebook è un tripudio di gite in montagna e viaggi: solo negli ultimi cinque mesi si vedono le Cime di Lavaredo, la Cappadocia in Turchia, le piramidi egizie. Si stava godendo la meritata pensione Gianluigi Federici, 67 anni di Bergamo, morto dopo essere precipitato per diversi metri ieri, lunedì 30 giugno, dalla Presolana.
Cosa è accaduto
Federici era su una cresta della “Regina delle Orobie” insieme a un compagno di cordata. Ferito, ma non in pericolo, l’amico di 66 anni, residente in provincia di Monza. Secondo quanto ricostruito, l’incidente è avvenuto intorno alle 10.15. Immediato l’allarme: i tecnici del Soccorso alpino della VI Delegazione orobica si sono attivati dalla stazione di Clusone.
Dai primi riscontri e dal racconto del compagno di escursione, i due alpinisti stavano attraversando la cresta che collega la Presolana di Castione alla Presolana Occidentale, a circa 2400 metri di quota, quando sono precipitati in un tratto particolarmente difficile e scosceso, pare per il cedimento di un anello di ancoraggio installato su roccia.
Recupero difficile
Le condizioni meteorologiche hanno complicato ulteriormente le operazioni: l’elicottero dell’Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) decollato da Bergamo ha trasportato in quota i soccorritori, ma la fitta nebbia ha costretto il mezzo ad atterrare in un canale lungo la Via Normale. I tecnici hanno dovuto proseguire a piedi per una ventina di minuti prima di raggiungere i due alpinisti. Purtroppo per Federici non c’era più nulla da fare.
Ex bancario in pensione
La Procura di Bergamo è stata informata dell’accaduto e in serata, il 30 giugno, ha concesso il nulla osta per la sepoltura. La salma è stata composta alla Casa del commiato di via San Bernardino, a Bergamo.
La notizia della sua improvvisa morte ha scosso profondamente non solo la moglie e i due figli, ma anche i compagni del Cai di Ponte San Pietro, di cui era socio da qualche anno. Ex bancario, una volta andato in pensione aveva potuto dedicarsi con ancora più entusiasmo alla sua grande passione: la montagna.
Esperto e appassionato
Solo pochi giorni fa era tornato sulla Presolana, a 2517 metri. “Presolana Centrale dal canale Bendotti e discesa passando dalla Presolana Orientale e Monte Visolo. Bella giornata. Non utilizzata attrezzatura”, scriveva mercoledì scorso. Un’uscita che sarebbe stata l’ultima.
«Usciva anche tre o quattro volte alla settimana – lo ricorda Domenico Martino, presidente della Sottosezione Cai di Ponte San Pietro, su L’Eco di Bergamo –. Era esperto, conosceva le Orobie come le sue tasche. Preparato, prudente, non uno che si esponeva a rischi inutili. È stata una tragica fatalità».