Chi era Ibrahima, il ragazzo annegato nel Serio a Gorle
Studiava per diventare meccanico. La famiglia vuole seppellire il corpo in Senegal
Era un ragazzo socievole, Ibrahima Seck. Era arrivato in Italia dal Senegal poco meno di dieci anni fa, assieme ai genitori e quattro fratelli, mentre altri tre più grandi erano rimasti in patria. Si era fatto negli anni molti amici: alcuni di loro ieri, martedì 15 giugno, lo avevano accompagnato alla spiaggetta di Gorle, poco prima che il fiume Serio se lo portasse via.
Aveva 17 anni e studiava per diventare meccanico al consorzio Enfapi di Treviglio, il centro di formazione professionale di Confindustria. Abitava a Verdellino in una palazzina in via Leonardo da Vinci, assieme al padre Bathie, la madre Nogay e gli altri figli della coppia. I genitori non se la sono sentita di recarsi sul luogo del ritrovamento per il riconoscimento del figlio, a farlo è stato lo zio e alcuni connazionali. È stato lui a parlare dei sogni del ragazzo per il futuro: «Avrebbe voluto diventare meccanico per garantirsi un futuro in Italia, dove amava vivere e dove trascorreva il tempo libero con gli amici» ha dichiarato a L'Eco di Bergamo. Con alcuni di loro gli piaceva andare in giro a trascorrere il suo tempo libero, come nel caldo pomeriggio in cui hanno deciso di rinfrescarsi in riva al fiume.
Subito si è attivata una rete di solidarietà tra gli immigrati senegalesi della Lombardia per aiutare la famiglia, che ha deciso nel frattempo per il trasferimento della salma a Brescia da alcuni parenti. Rimarrà lì in attesa del trasporto nel suo Paese d'origine, dove i genitori vogliono sia seppellito, affinché riposi per sempre nella terra dove è nato.