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Chi vuole la cannabis legale

Chi vuole la cannabis legale
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La legalizzazione della marijuana potrebbe presto diventare realtà, forte del disegno di legge presentato dal senatore del Gruppo Misto Benedetto Della Vedova e firmato già da 218 parlamentari. Si tratterà, qualora la proposta dovesse divenire effettivamente legge, di una normativa stringente, con parecchi limiti e indicazioni, ma che aprirebbe comunque non solo all’uso terapeutico della droga leggera per eccellenza, ma anche a quello personale. Le carte sono sul tavolo, dunque, e la battaglia parlamentare promette di essere particolarmente accesa, poiché i numeri ancora non sono neanche lontanamente sufficienti, e il fronte che intende opporsi è nutrito. Ma fra i promotori circola molto ottimismo.

 

 

I dettagli del disegno di legge. Per quanto riguarda l’uso strettamente personale di cannabis, verrebbe previsto un quantitativo di droga detenibile in assoluta liceità (5 grammi innalzabili a 15 all’interno del proprio domicilio) e fruibili esclusivamente in ambienti e contesti privati: vietato, dunque, fumare marijuana in luoghi pubblici e all’aperto. Prevista anche la possibilità di coltivare cannabis in casa propria, fino ad un massimo di 5 piantine, previa segnalazione al Monopolio di Stato, del quale non è necessaria alcuna autorizzazione. La marijuana potrà inoltre essere regolarmente venduta solo negli appositi locali ed esercizi appositamente indicati ed autorizzati dallo Stato: lo spaccio, dunque, resterebbe assolutamente vietato, per qualsiasi dose. Verrebbe inoltre introdotta la possibilità di unirsi in una sorta di consorzio per la coltivazione di cannabis: 50 persone che potranno occuparsi insieme delle proprie “piantagioni”, con un massimo, dunque, di 250 piante. Eventuali violazioni delle regole, darebbero luogo a sanzioni di tipo amministrativo (multe) e non penale. Per quanto riguarda invece l’uso terapeutico, ad oggi è sì ammesso ma con profondissime restrizioni, legate alla cura di malattie come la sclerosi multipla e laterale amiotrofica, le fibromialgie, e l’anoressia. L’intento è quello di aprire all’intero campo medico la possibilità di utilizzo della marijuana. Si tratterebbe, in caso di approvazione, di un cambio radicale di disciplina, poiché per il momento l’utilizzo ricreativo della cannabis è considerato del tutto illegale, con sanzioni che vanno da cospicue multe per chi viene colto ad usufruirne, fino alla possibilità dell’incarcerazione per chi invece la coltiva o la spaccia.

 

 

Le reazioni al ddl. Come detto, sono già in 218 i parlamentari che hanno sottoscritto il disegno di legge, con un plauso decisamente trasversale, poiché i firmatari sono arrivati più o meno da ogni angolo del Parlamento. Elemento questo che fa ben sperare i promotori, poiché apre alla possibilità di trovare i voti necessari all’approvazione un po’ ovunque. Ma il partito del “no”, anzi dell’“assolutamente no”, è folto e altrettanto trasversale. Fra gli oppositori, infatti, spicca Matteo Salvini e la Lega Nord, i quali, secondo le parole dello stesso leader, sarebbero ben più propensi alla legalizzazione della prostituzione che della cannabis, poiché, dice Salvini, «fino a prova contraria, fare sesso non fa male, mentre fumare marijuana sì». Categorica nel diniego la frangia popolare del Parlamento, che con Maurizio Lupi, Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi ha già fatto sapere che la legalizzazione delle droghe leggere «se la possono scordare». Contraria anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

 

 

Chi è favorevole. Fra i favorevoli, invece, si sono esposti vari ed eterogenei esponenti: per Tancredi Turco, di Alternativa libera, gli introiti derivanti dalla legalizzazione della cannabis permetterebbero l’abolizione dell’Imu; secondo Pippo Civati, profugo del Pd, il parere di Renzi, che si è già detto contrario, è irrilevante, poiché è una decisione che spetta al Parlamento e non al Governo; in trincea anche Umberto Veronesi: per il famoso oncologo, la legalizzazione darebbe una grossa spinta alla medicina, oltre che ufficializzare una situazione di fatto già ampiamente esistente (il 48 percento dei giovani ammette di aver fumato marijuana almeno una volta); infine, Benedetto Della Vedova, promotore numero uno, ha detto: «Ci sono ancora alcuni giorni per poter firmare la proposta di legge e io penso che ci sia ancora un’area liberal che potrebbe aderire, soprattutto dentro Forza Italia. Anche perché i sondaggi di Pagnoncelli ci segnalano che l’elettorato di centrodestra è altamente favorevole alla legalizzazione. In ogni caso anche senza firmarla si può votare a favore: credo che i numeri ci siano».

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