una rassegna di bufale

Cinque notizie che non lo erano Tipo il cellulare esploso a Bergamo

Cinque notizie che non lo erano Tipo il cellulare esploso a Bergamo
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1) Parmalat userà solo latte francese e cinese

La delocalizzazione della produzione italiana ha causato molte preoteste, tanto che alcune aziende hanno dovuto più volte difendersi da accuse, più o meno fondate, sull'utilizzo di manodopera o materie prime di derivazione estera. L'ultimo caso riguarda la Parmalat, oggetto in queste ore di una catena che sta circolando su WhastApp e su altri social network, secondo cui l'azienda avrebbe deciso di abbandonare le valli genovesi per importare latte dalla Francia e dalla Cina. La decisione sarebbe arrivata in seguito alla scadenza di un contratto con alcune ditte della zona ed avrebbe già causato ingenti danni ai produttori locali, costretti, secondo quanto scritto, a buttare il latte nei prati e a pagare costosi mutui per impianti che ora risultano sproporzionati alla loro ridotta attività. La diffusione di questa falsa notizia è stata tale che anche la Parmalat ha dovuto chiarire la situazione con un comunicato tramite il proprio profilo Facebook, ribadendo lo storico legame con la città di Genova e l'impegno a garantire massima qualità e provenienza di latte fresco al 100% italiano da allevamenti selezionati. Rispondendo ad alcuni utenti che avevano sollevato dei dubbi, l'azienda ha poi precisato che «Parmalat non ha mai importato del latte dalla Cina, né ha intenzione di farlo».

 

2) Il Parlamento approva una legge per controllare i nostri profili social

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La tematica della privacy sul web è da sempre molto delicata; i social network sono diventati una sorta di contenitore di istanti della nostra vita e il pensiero che qualcuno possa sfruttare queste informazioni ci provoca più di una preoccupazione. Gli utenti, però, sono spesso i primi a fornire senza remore i propri dati sensibili, non sapendo di aver già accettato al momento dell'iscrizione un accordo per l'utilizzo di quelle informazioni. In questi giorni alcuni blog hanno messo in guardia i frequentatori dei social network, annunciando che una nuova legge sarebbe stata approvata dal Parlamento. Questa norma permetterebbe al Governo di accedere ai nostri profili. I riferimenti, come sempre quando si tratta di notizie false, sono molto vaghi e l'unica fonte citata è un articolo de L'Espresso di ben 6 anni fa, a cui tra l'altro fece seguito la smentita della polizia. In realtà non c'è nessuna nuova legge. Sembra anzi che le nuove tecnologie viaggino nella direzione opposta, con applicazioni sempre più attente alla privacy e con l'inserimento di sistemi di crittografia a prova di intercettazione (vedi il caso WhatsApp).

 

3) Re di Norvegia non stringe la mano a Renzi: «Rovina l'Italia»

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Ha fatto molto discutere la fotografia della scorsa settimana che ritraeva il premier Matteo Renzi al cospetto del Re di Norvegia, con la mano tesa aspettando una stretta di mano che, però, non è mai arrivata. Le speculazioni sono state molte e non sono mancate battutacce sull'episodio, che ha dato un perfetto assist a chi giornalmente fabbrica bufale. Alcuni blog, infatti, hanno "svelato" quella che sarebbe la motivazione della mancata stretta di mano, con tanto dichiarazioni shock del reale scandinavo: «Renzi pensa solo agli immigrati e agli omosessuali, invece di pensare ai Marò e alle famiglie italiane. È arrivato il momento di dire basta». Come sempre in questi casi, immancabile sarebbe arrivato anche l'appoggio del premier russo Vladimir Putin, che avrebbe definito il re di Norvegia «un uomo coraggioso, che ha saputo schierarsi con l'asse della resistenza contro il nuovo ordine mondiale». SI tratta ovviamente di una bufala. La vera motivazione della mancata stretta di mano è da rinvenire in un'antica tradizione, che consente ai non reali di stringere la mano al Sovrano soltanto quando sia stato quest'ultimo il primo a porgerla. La stretta di mano c'è infatti stata in altre occasioni.

 

4) Cellulare esplode mentre dorme, muore bergamasco di 27 anni

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È abitudine di tanti (purtroppo) dormire con il cellulare appoggiato sul comodino o addirittura sotto il cuscino, così da poterlo utilizzare anche come sveglia o comunque per averlo sempre sotto mano. In passato si sono registrati alcuni strani episodi di malfunzionamenti delle batterie che hanno causato esplosioni e bruciature ad alcuni malcapitati, ma si è sempre trattato di casi isolati. Questa volta, però, la notizia è decisamente più inquietante e arriverebbe proprio da Bergamo, dove un ragazzo di 27 anni sarebbe morto per l'esplosione del suo cellulare, lasciato appunto in carica sotto il cuscino. A seguito di un emorragia e di numerose ferite, il ragazzo sarebbe deceduto in ospedale. La colpa, secondo chi ha dato la notizia, sarebbe dell'utilizzo di batterie non originali e quindi non sicure. Peccato che a diffonderla sia stato il sito Panorana.it, solo l'ultimo di una lunga serie di blog specializzati in bufale che sfruttano nomi molto simili a giornali reali per ingannare i lettori più distratti. Spesso, ahinoi, riuscendoci.

 

5) Approvata la tassa per chi corre

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Con l'inizio della bella stagione e la prova costume alle porte, sempre più italiani tornano a prendersi cura del proprio corpo. Il cima favorevole invita migliaia di sportivi a scendere in strada e nei parchi per correre all'aria aperta. Ma, stando ad alcuni blog, questa abitudine potrebbe ora costare molto cara. Secondo quanto riferito, la nuova Legge di Stabilità approvata dal Governo a fine 2015 avrebbe introdotto una nuova tassa appositamente dedicata ai corridori, con multe fino a 600 euro. L'utilizzo del suolo pubblico per attività sportiva sarebbe infatti stata inserita in una serie di attività soggette a un nuovo regime di tassazione. Anche in questo caso, però, si tratta di una bufala messa in circolo dal Corriere della Notte, che tra i contatti rivela di essere gestito dagli stessi creatori di Rebubblica.it, sito ormai noto per diffondere false notizie sul web.

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