Una rassegna di bufale

Cinque notizie che non lo erano Come il buono omaggio per Zara

Cinque notizie che non lo erano Come il buono omaggio per Zara
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1) Marina di Grosseto: benzina e petrolio versati in mare


Il tema ambientale a pochi giorni di distanza dal referendum del 17 aprile è ancora molto sentito e non sono mancate le notizie inventate o manipolate che denunciavano presunti danni ambientali in varie parti d'Italia. A Marina di Grosseto, una coppia di ragazzi che si sono autodefiniti "le iene maremmane" hanno fatto circolare un video che mostrava quelli che venivano descritti come scarichi altamente inquinanti con residui di grasso e residui di benzine. Il video è stato condiviso migliaia di volte sul web e ha destato l'attenzione anche degli addetti ai lavori, che hanno prontamente chiarito la vicenda, minacciando anche possibili azioni penali per il danno d'immagine arrecato.

La guardia costiera ha infatti gli uffici proprio di fronte all'idrovora che compare nel video ed è stata contattata dal Tirreno, spiegando che si tratta soltanto di un movimento della sabbia «legale, conclamato, che avviene ogni anno da anni ed è un obbligo che ricade in capo alla concessione del porto». Il presidente della Marina di San Rocco, società proprietaria del porto, ha aggiunto che i lavori sono obbligatori e che senza questa operazione periodica la sabbia si accumulerebbe sugli scogli ostruendo il canale.

 

2) Chi tradisce il coniuge dovrà pagare un risarcimento di 100mila euro

La fedeltà è sempre stata uno dei principi fondanti del matrimonio, tanto che il nostro codice civile riconosce tra le poche cause di separazione con colpa proprio il tradimento di uno dei coniugi. L'obbligo di fedeltà è sancito anche dall'articolo 143 del codice civile, che stabilisce i diritti e doveri reciproci dei coniugi, insieme alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione.

Secondo un articolo che è stato pubblicato da alcuni blog, sarebbe stata da poco introdotta la possibilità di ricevere addirittura un risarcimento in caso di tradimento, grazie ad una modifica del precedente articolo. La multa andrebbe dai 20 ai 100mila euro a seconda della reiterazione e della durata del rapporto clandestino e sarebbe stata introdotta anche la possibilità di chiedere l'annullamento del matrimonio.

La notizia è falsa, anche se su Facebook diverse pagine di studi legali hanno condiviso l'articolo, causando non poca confusione. Le uniche notizie di possibili modifiche all'articolo 143 sono inoltre indirizzate nel senso opposto a quanto raccontato, esiste infatti una proposta di legge che mira a eliminare la fedeltà come obbligo tra i coniugi.

 

3) Usare troppo lo smartphone può causare cancro agli occhi

Alcune settimane fa avevamo parlato della bufala circolata in rete, che metteva in guardia dall'utilizzo prolungato dello smartphone, che, secondo quanto scritto, sarebbe stato responsabile di molti casi di tumore alla pelle. Il "successo" di questa falsa notizia dev'essere stato tale che a distanza di poche settimane ne è comparsa una molto simile che riguarderebbe invece i presunti danni agli occhi provocati dai telefonini. L'argomento è molto sentito e infatti sui social in molti si sono spaventati, pur conservando alcuni dubbi sulla veridicità dell'annuncio.

«Questa è la storia di un uomo quarantenne - si legge - che per colpa della sua dipendenza da smartphone ha contratto una terribile malattia: si tratta del cancro agli occhi. L'uomo usava molto spesso il cellulare nelle ore notturne al buio». La "notizia" arriva dall'estero e YourHealthMag ha fatto luce sulla vicenda, spiegando che non c'è un collegamento netto tra uso di cellulari e cancro oculare. Esistono invece metodi di utilizzo dello smartphone per scopi diagnostici, come spiegato da The Verge, che ha illustrato come il flash del cellulare possa aiutare ad identificare il retinoblastoma nei bambini.

 

4) Il buono da Zara da 150 euro che circola su Whastapp

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I programmi di messaggistica come Whastapp sono ormai utilizzati quanto i social network per far circolare siti web di dubbia provenienza, che spesso hanno il fine di truffare o sottrarre dati agli utenti. In queste settimane potrebbe esservi capitato di ricevere da uno dei vostri contatti un indirizzo web che darebbe accesso ad un buono da 150 euro da Zara, accompagnato dal messaggio: «Appena preso!». Il sito, una volta aperto, si presenta come un breve questionario e, una volta completate le domande, si richiede di inviare lo stesso link a 10 contatti o 3 gruppi nella propria rubrica.

Al termine della procedura si viene indirizzati su un sito di gossip e qui, come spiega la Stampa, si rischia di venire iscritti a un servizio a pagamento soltanto per aver visitato la pagina. Se vi è capitato di accedere a questo sito potrebbe essere una buona idea controllare il traffico sulla propria SIM per verificare l'eventuale presenza di spese anomale.

 

5) Virginia Raggi, candidata 5 Stelle, presente nello spot di Berlusconi

L'Unità la scorsa settimana ha pubblicato un presunto scoop che ha acceso la polemica tra i partiti e i candidati alla carica di sindaco di Roma, mostrando alcune immagini che dimostrerebbero la presenza di Virginia Raggi, candidata dei 5 Stelle, nel famoso spot elettorale di Berlusconi Meno male che Silvio c'è. La diretta interessata ha subito smentito di essere lei la ragazza indicata dall'Unità, così il giorno successivo il direttore del giornale ha dovuto ammettere l'errore.

All'ammissione non sono però seguite eventuali scuse alla diretta interessata o ai lettori per l'errore piuttosto grossolano che era stato commesso. È intervenuto sulla vicenda il presidente dell'Ordine dei Giornalisti che, tramite il suo profilo Facebook, si è scusato per conto dell'Unità: «Bufale e informazione. Mi scuso io con Virginia Raggi. [...] Quanto fatto dall'Unità nei confronti di Virginia Raggi non è informazione, ma una vergogna. Sia chiaro, gli incidenti nel nostro mestiere accadono, ma si dimostra di avere la schiena dritta anche scusandosi e non arrampicandosi sugli specchi contribuendo a pregiudicare la nostra già precaria credibilità».

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