Una rassegna di bufale

Cinque notizie che non lo erano Di nuovo i biberon cangerogeni

Cinque notizie che non lo erano Di nuovo i biberon cangerogeni
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1) Dal 2017 sarà reintrodotta la pena di morte in Italia

La crisi economica che l'Italia e l'Europa faticano a superare ha probabilmente favorito la crescita della criminalità, ma soprattutto ha inasprito l'opinione pubblica nei confronti delle autorità, comprese le forze dell'ordine. La richiesta di maggiore sicurezza da parte dei cittadini include spesso anche una richiesta di modifica alle leggi vigenti, considerate poco efficienti e troppo poco punitive nei confronti di chi, spesso, delinque sapendo di correre pochi rischi.

Secondo quanto scritto su alcuni siti web, la situazione sarebbe così grave da aver costretto l'Unione Europea a intervenire, con una legge che imporrebbe all'Italia ed altri Paesi l'obbligo di reintrodurre la pena di morte. Il provvedimento avrebbe efficacia già dal primo gennaio del prossimo anno e i reati che prevederebbero questa pena sarebbero l'omicidio, lo stupro e la tortura reiterata, con la procedura dell'iniezione letale.

La notizia è ovviamente un falso, l'Unione Europea ha infatti come caposaldo l'assenza della pena di morte dagli ordinamenti di tutti i Paesi membri. La Turchia, ad esempio, ha dovuto eliminare questa opzione dal proprio codice penale, nel tentativo di essere considerata come potenziale candidato, e ha ricevuto recentemente diverse diffide quando si è paventata la possibilità di una sua reintroduzione. Il reato di "tortura" inoltre non esiste ancora nel nostro codice penale, nonostante le sanzioni sancite dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo dopo i fatti della Scuola Diaz a Genova.

 

2) La banda di rom chiede il pizzo, lui si ribella a colpi di mitra

Il problema della sicurezza è molto sentito dai cittadini che, soprattutto in questi anni, hanno sviluppato una forte intolleranza verso chi, a loro parere, da sempre vive grazie ai crimini, danneggiando la gente onesta. Tra le categorie più comunemente associate a furti e crimini violenti ci sono sicuramente i rom.

L'ultimo episodio, riportato da alcuni blog, racconterebbe il gesto estremo di un uomo esasperato, da anni tartassato da una banda di etnia rom, che avrebbe deciso di mettere fine ai soprusi subiti. Si tratterebbe di un trentenne romano, proprietario di un ristorante, che da oltre due anni sarebbe stato costretto a pagare il pizzo in cambio di protezione, dopo un iniziale rifiuto che avrebbe avuto come conseguenza un'auto bruciata e le vetrine del locale distrutte. L'uomo avrebbe atteso la banda l'ultimo giorno del mese, il giorno solitamente adibito alla riscossione del pizzo, ma avrebbe atteso i malviventi con un mitragliatore AK-47 dalla provenienza sconosciuta, facendo fuoco su sei persone. A terra sarebbero rimasti tutti e sei i rom ed ora l'uomo sarebbe stato arrestato per omicidio plurimo.

Come accade spesso per "notizie" di questo genere, sui social in molti hanno accolto l'evento schierandosi dalla parte del ristoratore, ma si tratta anche questa volta di una bufala. Un evento del genere sarebbe sicuramente stato riportato sui maggiori media nazionali, che invece non ne hanno fatto parola, proprio perché si tratta di una notizia inventata.

 

3) La pasta causa la SLA e il morbo di Alzheimer

La tecnica dell'allarme sociale è un altro modo piuttosto noto di cercare di attirare l'attenzione sulle proprie pagine web, esagerando volutamente sui rischi o a volte inventando completamente conclusioni che non hanno fondamenta scientifiche.

Questa settimana in molti si sono preoccupati per una notizia comparsa sul web e che individuerebbe nel grano al glifosato una potenziale causa per lo sviluppo della SLA e del morbo di Alzheimer. Lo studio sarebbe stato presentato in una pubblicazione del Massachusetts Institute of Technology e al suo interno si proverebbe in maniera chiara che «il glifosato presente nella pasta e nel pane può provocare malattie gravi fra cui diabete, obesità, asma, morbo di Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica e morbo di Parkinson». Secondo quanto scritto, il rischio varrebbe soprattutto per la pasta acquistata nei supermercati prodotta da grandi marchi. Il consiglio sarebbe quindi quello di preferire l'acquisto di pasta prodotta da aziende più ridotte, preferendo in particolare quella prodotta in Sicilia.

Come spiegato da Wired però, non esiste un vero e proprio studio scientifico che possa accertare questa tesi o smentirla. I riferimenti all'articolo scientifico fatto dai vari siti web che hanno promosso la notizia riferendosi ad una pubblicazione di giugno, che però non è stata considerata per nulla affidabile. Pare infatti che i ricercatori abbiano soltanto estratto informazioni da altri articoli pubblicati in passato, senza un vero e proprio collegamento logico e travisando le conclusioni dei colleghi.

 

4) Attenti ai biberon: potrebbero causare il cancro

La salute dei nostri bambini viene prima di tutto e per questo motivo i genitori sono particolarmente attenti ad evitare il contatto con qualsiasi sostanza che possa essere anche solo potenzialmente nociva. In questi giorni alcuni blog hanno lanciato un allarme che coinvolgerebbe i biberon, così grave che avrebbe costretto il Ministero della Salute ad annunciare il ritiro immediato di tutti gli strumenti da poppata sterilizzati con ossido di etilene, che sarebbe un gas cancerogeno.

La notizia in realtà è un falso, creato sulla traccia di un vecchio articolo di Repubblica che risale al 2011, che trattava una vicenda svoltasi a Parigi e che riguardava il Ministero della Salute francese. La sostanza sotto accusa invece è un gas utilizzato per la sterilizzazione sia in campo medico che in ambito alimentare, ma è stato a più riprese considerato a bassa tossicità e a limitata cancerogenicità per l'uomo. Come molte sostanze, può provocare però reazioni allergiche e irritazioni o sintomi come nausea, vomito, mal di testa e tosse.

 

5) L'ISIS cattura le nostre immagini profilo da Whastapp

Le catene di Sant'Antonio sembrano avere trovato ormai terreno fertile su Whatsapp, raggiungendo un numero elevatissimo di persone, che, spesso preoccupate dal contenuto, si affrettano ad avvertire i propri conoscenti.

A volte queste catene fanno addirittura il giro del mondo, come nel caso di un messaggio che sta circolando in diverse lingue e in diversi Paesi e che mette in guardia su un pericolo nell'utilizzo di Whatsapp. Il messaggio vorrebbe spargere la voce a proposito di presunto avviso partito addirittura del CEO della popolare app, che avrebbe chiesto a tutti gli utenti di rimuovere la propria immagine profilo, perché potrebbe finire addirittura nelle mani dell'ISIS. Il problema sarebbe già al vaglio degli ingegneri informatici che starebbero cercando di trovare una soluzione più in fretta possibile, per evitare che le immagini personali possano essere utilizzate dai terroristi.

Per fortuna l'allarme è completamente inventato e infatti basta consultare la pagina Facebook ufficiale dell'applicazione o il sito web per scoprire che non esiste nessun avviso simile.

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