Una rassegna di bufale

Cinque notizie che non lo erano Il liceo non durerà affatto 4 anni

Cinque notizie che non lo erano Il liceo non durerà affatto 4 anni
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1) Il ball-in (prelievo forzoso) preleverà da tutti i conti correnti

In questi anni di forte crisi economica, un occhio di riguardo è sempre diretto verso il sistema bancario, probabilmente il più critico per quanto riguarda gli effetti reali sulla popolazione. La mancanza di liquidità e la scarsa propensione al prestito dovute alla crisi delle banche han reso assai più difficoltosa la ripresa economica e necessarie diverse misure, anche politiche, per evitare il tracollo di alcuni grandi gruppi. Lo spettro del ball-in, più comunemente detto prelievo forzoso, è perciò sempre presente. Si tratta di quella manovra con la quale lo Stato trattiene dai conti correnti dei cittadini una percentuale, per risanare situazioni molto preoccupanti che necessitino di un intervento urgente.

Ne ha parlato in questi giorni Il Giornale, che anche in passato aveva lanciato più volte l'allarme, senza però spiegare che questa manovra riguarderebbe solo una piccolissima parte dei cittadini e solo in casi estremi. Il precedente risale al 1992, quando, con un decreto legge, il Governo approvò il prelievo forzoso del 6 permille dai conti correnti bancari più consistenti, per affrontare la drammatica situazione della finanza pubblica.

Ma oggi la grande maggioranza dei correntisti non deve temere nulla. Il ball-in è infatti una misura d'emergenza che, come spiegato dal Sole24ore, avrebbe un impatto praticamente nullo sulle tasche del consumatore medio. In caso di default della banca le risorse vengono cercate a partire dagli azionisti e dagli obbligazionisti, ricorrendo a crediti non garantiti e infine, ma solo come extrema ratio, dai depositi bancari superiori ai 100mila euro, che sono ovviamente la stragrande minoranza dei depositi esistenti. Per maggiori informazioni, per chi non avesse letto l'articolo sull'edizione cartacea del Sole24ore, qui.

 

2) Il referendum austriaco per uscire dall'euro

La preoccupazione per la situazione greca e l'incertezza sul futuro dell'Europa lasciano spazio a speculazioni politiche, soprattutto da parte di chi ha sempre fatto dell'uscita dall'euro e dall'Unione Europea il proprio cavallo di battaglia. In questi giorni diverse testate hanno parlato della raccolta firme, svoltasi in Austria, che mira ad organizzare un referendum popolare per autorizzare l'uscita dall'euro, con conseguente ritorno a moneta propria.

Nonostante ne abbiano parlato giornali di portata nazionale, come Il Fatto Quotidiano, Il Giornale e blog importanti come quello di Beppe Grillo, l'articolo denuncia una sorta di complotto che ha impedito ai media di parlare di questo argomento. La notizia è vera, ma va di molto ridimensionata: la petizione popolare c'è stata davvero, e sembra davvero che si siano raccolte circa 200mila firme, a fronte delle sole 100mila richieste come soglia minima.

È altrettanto vero però che in Austria dal 1964 ad oggi, ovvero da quando esiste la possibilità di organizzare petizioni di questo genere, ci sono state cause che hanno raccolto molte più firme, anche più di un milione, ma che poi si sono concluse con un nulla di fatto. Il Parlamento austriaco infatti, non ha alcun obbligo di discutere la proposta di iniziativa popolare, e al momento sembra che nessun partito abbia la minima intenzione di supportare questa proposta.

Il leader dei no euro locali, Heinz-Christian Strache, presidente dei liberali della FPO, ha definito «completamente irrealistica» la richiesta di un abbandono dell'Unione Europea, pur apprezzando lo spirito della petizione popolare. È molto improbabile quindi che si organizzi un vero e proprio referendum, l'unica notizia concreta di questa vicenda è che circa 200mila cittadini austriaci, su un totale di quasi 9 milioni, preferirebbero tornare alla propria moneta.

 

3) A Kim-Jong-Un non piace il nuovo aeroporto e fa giustiziare l'architetto

Le leggende e la realtà si confondono quando si parla del dittatore Nord Coreano Kim-Jong-Un, tanto spietato da far considerare vere anche notizie che, in altri contesti, sarebbero bollate come bufale senza troppi ripensamenti. Gli episodi sono ormai innumerevoli, a partire dalla squadra di calcio nazionale, che sarebbe sparita dopo la brutta figura ai mondiali, fino ad arrivare al suo fedele collaboratore, giustiziato dopo essersi appisolato durante un'importante parata.

Questa volta la notizia, che è finita su tutti i giornali, racconta la triste sorte di un architetto, incaricato di progettare il nuovo aeroporto del Paese, ma che sarebbe sparito dopo che il dittatore Kim-Jong-Un avrebbe esternato la propria insoddisfazione per l'opera completa. L’informazione, come spesso avviene, ha come unica fonte un'agenzia Sud Coreana, che quindi coglie ogni occasione per gettare discredito sull'acerrimo nemico del Nord.

Ma c’è qualche problema. Lo sfortunato protagonista della vicenda, tale Ma Won Chun, sarebbe infatti non un architetto bensì un militare d'alto rango, e la sua scomparsa risalirebbe al novembre 2014, nonostante l'aeroporto sia stato ultimato soltanto da poche settimane. L'altra stranezza, riguarda il giudizio del dittatore, che secondo la stessa agenzia che ha pubblicato la notizia della scomparsa, ha riferito la grande soddisfazione di Kin-Jong-Un per il nuovo terminal, che, secondo quanto riportato, rifletterebbe le qualità della popolazione coreana. È impossibile verificare con certezza questo genere di notizie, sarebbe quindi buona norma riportarle cautamente, sottolineando la poca affidabilità delle fonti e la mancanza quasi totale di informazioni dirette.

 

4) Al via la sperimentazione del liceo breve: durerà solo 4 anni

L'anno scolastico è ormai giunto al termine, sono pochissimi gli studenti dell'ultimo anno che attendono ancora i risultati dell'esame di Stato, perciò l'attenzione degli addetti ai lavori è già rivolta all'inizio di settembre, quando ricominceranno le lezioni per migliaia di ragazzi. In questi giorni è circolata una notizia che farebbe ben sperare chi non ha ancora completato le scuole superiori, soprattutto chi si è appena iscritto al primo anno, perché potrebbe accorciare in maniera significativa la durata del proprio corso di studi.

Secondo quanto riportato dal Corriere del Mattino, tutte le regioni italiane avrebbero aderito ad una nuova legge sul liceo breve, che risalirebbe al 20 maggio e permetterebbe agli studenti di ottenere il diploma in soli quattro anni. La decisione di iniziare questo percorso sarebbe arrivata dopo un periodo di sperimentazione già attuato negli anni passati in alcune scuole italiane e servirebbe ad allineare il nostro sistema scolastico a quello degli altri Paesi europei.

A farne ne spese, però, sarebbe il personale scolastico, già in allerta per la riforma della scuola che sta per essere approvata in Parlamento, che subirebbe notevoli tagli: «Con questo decreto - si legge nell'articolo - verranno tagliati 40mila professori e 5mila addetti al personale scolastico. [...] Il Governo stima di ottenere un risparmio di circa un miliardo di euro l'anno». Un taglio di questo genere sarebbe un vero e proprio dramma per l'impiego pubblico e non c'è nulla di vero in questo articolo, sebbene qualche studente ci abbia sicuramente sperato. Come abbiamo spiegato più volte infatti, il Corriere del Mattino si auto definisce «il blog satirico più cliccato del web», il problema è che questa avvertenza è lasciata ad una nota a fondo pagina nel loro sito, col rischio di ingannare i lettori più distratti.

 

5) Gli incredibili numeri dell'Italia

L'Italia è un Paese unico, racchiude una quantità di ricchezze naturali e artistiche da fare invidia a qualsiasi altra nazione e, nonostante sul web ci sia una netta prevalenza di opinioni negative e di campagne denigratorie, c'è ancora qualcuno che la difende. Il problema però è quando le lodi e la difesa del nostro Stato vanno ben oltre la realtà, rappresentando una situazione molto lontana da quella esistente, cercando di fare leva sulla poca informazione e l'orgoglio nazionale che è insito in molti di noi (anche in quelli che non lo ammettono).

Nei social network sta circolando in queste settimane una raccolta di dati assai fantasiosi, che rappresenterebbero l'Italia come una sorta di paradiso terrestre, esagerando decisamente con i numeri. «L’Italia - si legge - occupa lo 0,5 percento della Terra, e ci vive lo 0,83 percento dell’umanità. Le condizioni bio climatiche sono uniche al mondo, permette alla penisola di essere la prima nazione al mondo per biodiversità, 7mila differenti vegetali, segue il Brasile con 3mila, 58mila specie di animali, segue la Cina con 20mila, 1.800 vitigni spontanei da uva, segue la Francia con 200, 997 tipi di mele, in tutto il mondo ne esistono 1.227, 140 tipi di grano, seguono gli USA con 6. L’Italia possiede il 70 percento del patrimonio artistico e umano, il rimanente 30 percento è sparso in tutto il resto del pianeta».

Le specie vegetali al mondo sono circa 350mila, in Italia il Ministero dell'Ambiente ne identifica circa 7600, ma di cui soltanto un migliaio è originario del nostro territorio, discorso simile per i cirica 8 milioni di specie animali: in Italia se ne possono contare circa 5mila. Il numero dei vitigni esistenti al mondo corrisponde circa a 5000, in Italia ne sono coltivati circa 200 tipi e non sembrano essere molti di più quelli non oggetto di produzione agricola; discorso diverso invece per il grano, di cui si riconoscono solo 6 gruppi e perciò non si capisce da dove sia dedotto il numero di 140.

Anche sulla percentuale di opere artistiche del nostro Paese si è molto discusso, il numero generalmente accettato del 70 percento è sicuramente di molto esagerato, basti considerare che i beni culturali tutelati dall'Unesco sono circa 780, di cui solo una cinquantina presenti in Italia. Siamo sicuramente tra i Paesi più ricchi artisticamente, ma altri Paesi come Spagna, con 44 beni tutelati, o Francia, con 39, non sono così lontani da noi. L'Italia è stupenda, unica e insostituibile, ma certe cifre sono davvero oltre ogni ragionevole apprezzamento e rischiano di sminuire quanto di buono c'è per davvero.

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