Una rassegna di bufale

Cinque notizie che non lo erano Come la dichiarazione di Padoan

Cinque notizie che non lo erano Come la dichiarazione di Padoan
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1) Padoan: «Gli italiani muoiono troppo tardi e ciò incide negativamente sui conti dell'INPS»

Le presunte dichiarazioni del Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, riportate da alcuni quotidiani, sono state oggetto di un acceso dibattito in questi giorni. Il Ministro avrebbe "incolpato" gli italiani di morire troppo tardi, causando problemi nella gestione del bilancio dell'INPS, che deve erogare le pensioni. Qualcuno ha anche chiesto chiarimenti su Twitter, rivolgendosi direttamente al Ministro, che ha smentito di aver mai pronunciato quella frase. Padoan, intervenuto a una trasmissione radiofonica per illustrare il nuovo disegno di legge di bilancio, ha risposto ad un ascoltatore che aveva posto una domanda sull'argomento pensioni. Il Ministro ha spiegato che l'innalzamento dell'età pensionabile è necessaria per adeguarsi all'aumento dell'aspettativa di vita degli italiani, in linea con le leggi europee.

 

2) Pignorano la casa dei genitori disabili, figlia dà fuoco alla banca

Una donna residente a Lucca avrebbe dato fuoco ad una banca, per vendicarsi del pignoramento della casa dei suoi anziani genitori. Secondo quanto scritto su alcuni blog, si sarebbe recata negli uffici dell'istituto per trovare un nuovo accordo di pagamento o almeno per ottenere una proroga, ma gli addetti si sarebbero rifiutati di accettare qualsivoglia proposta. La reazione della quarantacinquenne sarebbe stata estrema, avrebbe infatti appiccato un rogo all'interno della banca, causando il ferimento di alcune persone. In seguito all'intervento dei vigili del fuoco, le forze dell'ordine avrebbero arrestato la donna con le accuse di incendio doloso e tentato omicidio. La storia però è del tutto inventata, a diffonderla è stato uno dei tanti siti "satirici" che diffondono bufale sul web.

 

3) La fotografia delle donne islamiche che chiedono più moschee e meno chiese

Le immagini che circolano sul web percorrono spesso percorsi tortuosi e nel loro tragitto possono passare anche per le mani di chi, per divertimento o scopi personali, decide di alterarle. In questi giorni alcuni gruppi su Facebook hanno diffuso l'immagine di una manifestazione che sarebbe stata organizzata da un gruppo di donne islamiche residenti in Italia. In primo piano viene mostrato un cartello che recita «Più moschea e meno chiesa, noi siamo il futuro». La fotografia però è stata modificata, come spiegato dal blogger David Puente. L'originale si riferisce ad una manifestazione che si è svolta nel 2015 in Cecenia, in protesta contro le vignette di Charlie Hebdo su Maometto.

 

4) Monastero ospita immigrati, sei suore rimangono incinte

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La curiosa storia che si sarebbe svolta in un monastero di Perugia è stata condivisa da migliaia di utenti sui social network, tra ilarità e commenti più accesi. Un convento di suore avrebbe deciso di ospitare otto immigrati nordafricani di sesso maschile, come opera di carità cristiana. A distanza di qualche mese però, sei giovani suore sarebbero rimaste incinte, complice la mancanza di sorveglianza da parte della madre superiora, in difficili condizioni di salute. Le suore avrebbero addirittura gridato al miracolo, paragonandosi alla vergine Maria. Si trattava ovviamente di una bufala, a trarre molte persone in inganno è stato il nome del sito che l'ha diffusa, che volutamente utilizza un nome molto simile a TgCom24, il portale di notizie di Mediaset.

 

5) Nespresso mette in palio una caffettiera "gold"

#NESPRESSO truffa al caffè. Nessuno regala nulla. #essercisempre

Pubblicato da Commissariato di PS Online - Italia su Sabato 21 ottobre 2017

L'appuntamento con la truffa settimanale questa volta coinvolge indirettamente la famosa azienda Nespresso, il cui nome è stato utilizzato per far circolare un falso concorso tra social network e Whatsapp. La Polizia di Stato, attraverso la propria pagina Facebook, ha messo in guardia gli utenti, assicurando che si tratta di una vera e propria truffa. Come accade spesso in questi casi, i link forniti per la partecipazione al falso concorso portano a pagine poco sicure, che possono sottrarre i dati sensibili di chi vi accede.

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