Una rassegna di bufale

Cinque notizie che non lo erano Tra referendum e Regioni autonome

Cinque notizie che non lo erano Tra referendum e Regioni autonome
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1) La Calabria eletta miglior regione del mondo dal National Geographic

L'Italia è spesso oggetto di interesse internazionale per le sue bellezze artistiche e naturali ed è considerata universalmente uno dei Paesi più ricchi di cultura. La sfida tra le varie regioni è fatta di campanilismi vecchi di secoli e non è raro che si accendano dibattiti tra cittadini di diversi territori, nel tentativo di promuovere il proprio luogo di nascita. Nel 2016 pare che si sia addirittura svolta una vera e propria gara, organizzata a Washington dal National Geographic, per stabilire la zona più bella del mondo, con una giuria di mille esperti, composta da economisti, ambientalisti, giornalisti e operatori del settore turistico.

La vincitrice, con ben il 70 percento dei voti, sarebbe stata la Calabria, scelta secondo i giudici per la propria storia, i propri paesaggi e per essere «una regione intrisa di gioia di vivere, dove anche l'aria che si respira sollecita il buon umore». A suo favore anche la ricchezza di luoghi balneari considerati tra i più belli al mondo, ma anche la presenza della catena montuosa della Silla e la grande tradizione culinaria. La notizia è finita su diversi giornali online, facendo esultare i cittadini calabresi, ma il sito che per primo ha lanciato la notizia non è propriamente una fonte affidabile.

Il Giornale Informativo, autore del pezzo, si definisce infatti come uno «tra i blog satirici più cliccati del web" e non nasconde che "alcune notizie potrebbero essere inventate». Altri blog satirici hanno riportato bufale simili o completamente identiche, ma non esiste alcun riferimento concreto a questo concorso.

 

2) Bocciato due volte si presenta all'esame in Lamborghini

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La vita dello studente non è sempre facile ed è complesso in giovane età comprendere ciò che davvero è importante per il nostro futuro, specialmente quando si tratta di rinunciare a divertimento e svago per dedicarsi allo studio. Gli esempi di ex-studenti che hanno lasciato l'università per poi intraprendere carriere di grande successo sono molti, a partire da Steve Jobs fino al fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. La speranza di compiere percorsi simili è diffusa in molti studenti, che non vedono di buon occhio le istituzioni scolastiche.

Per uno di loro, in particolare, sembra che gli insuccessi alle scuole superiori non siano stati un problema nel crearsi una carriera lavorativa di rilievo. Secondo quanto scritto in un articolo circolato sui social, un ventunenne di Verona avrebbe lasciato di stucco professori e compagni quando, dopo due bocciature, si sarebbe presentato all'esame di Stato con una Lamborghini nuova fiammante. Il giovane, considerato dai professori un pessimo studente, poco incline all'impegno, avrebbe guadagnato 28 milioni di euro in quattro anni, grazie a un'impresa che avrebbe instaurato rapporti con uomini d'affari in tutto il mondo. Adesso si sarebbe stabilito a Dubai, in un appartamento acquistato per 3,5 milioni di euro, accostato addirittura ad alcuni noti miliardari che spopolano sui social network, con fotografie che pubblicizzano la propria ricchezza.

La notizia però è falsa e questo ragazzo non è altro che una figura inventata per pubblicizzare un'app per smartphone, la cui affidabilità è tutt'altro che certificata, che promette guadagni immediati grazie ad una strategia di trading svolta automaticamente.

 

3) Le Regioni autonome escluse nel nuovo Senato

Il Referendum costituzionale è sempre più vicino e la campagna elettorale sta assumendo toni sempre più aspri, con entrambe le fazioni impegnate nel difendere le proprie ragioni ma soprattutto nello screditare gli avversari. L'argomento della riforma è molto ampio e di difficile comprensione, specialmente per chi non è avvezzo alle norme costituzionali e non conosce con precisione il funzionamento delle istituzioni pubbliche. In questo clima di incertezza e difficoltà informativa i vari comitati ed i partiti politici finiscono spesso per approfittarsene, scandendo slogan falsi e rafforzando le proprie tesi con argomenti mendaci.

Uno dei più clamorosi è comparso in questi giorni sui social e denuncia la totale mancanza di rappresentanza per le Regioni a statuto speciale, che sarebbero escluse dal nuovo Senato, diventando così ininfluenti nella politica nazionale. Nella revisione dell'articolo 57, però, si specifica che ogni regione avrà almeno due rappresentanti al Senato della Repubblica, comprese quelle a statuto speciale, tanto che viene sottolineato anche il caso eccezionale del Trentino Alto Adige, che nominerà due rappresentanti, uno per ognuna delle province autonome di Trento e Bolzano.

A trarre in inganno sono state le disposizioni transitorie, che sanciscono: «Le disposizioni di cui al capo IV della presente legge costituzionale non si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano, fino alla revisione dei rispettivi statuti sulla base di intese con le medesime Regioni e Province autonome». Il riferimento, però, non è alla composizione del Senato, bensì alle modifiche dell'articolo V della Costituzione, che disciplinano le competenze tra Stato e Regione e che per le Regioni a statuto speciale dovranno essere stabilite successivamente con intese bilaterali.

 

4) Trump non è americano: è nato in Pakistan

La prima elezione di Obama, otto anni fa, è stato un evento storico sotto molti aspetti e anche allora in molti avevano dubbi sull'esito delle elezioni, che ha decretato la vittoria del primo Presidente di colore della storia americana. La campagna elettorale in quell'occasione fu sicuramente meno agguerrita di quanto visto nello scontro tra Trump e la Clinton, ma un piccolo gruppo di repubblicani, tra i quali era presente anche il neo-Presidente, aveva ripetutamente messo in dubbio le origini di Obama.

Il Presidente degli Stati Uniti, a differenza ad esempio dei Governatori degli Stati, deve per legge essere nato sul suolo americano e per questo motivo le accuse andavano oltre al semplice gossip. Trump aveva addirittura messo in palio un assegno da 5 milioni di dollari, che avrebbe dato in beneficenza, nel caso qualcuno avesse pubblicato il certificato di nascita di Obama. Lo Stato delle Hawaii, per mettere fine alla contesa, aveva deciso di ripescare negli archivi anagrafici il documento, pubblicandolo in rete e chiudendo quella che era diventata una diatriba parecchio sterile.

Questa volta però è toccato a Trump finire nel mirino dei complottisti, che sono certi delle sue reali origini, non americane, bensì addirittura pakistane. A lanciare per la prima volta la bufala è stata proprio una televisione del Pakistan, che ha raccontato come il miliardario sarebbe in realtà un orfano nato in Waziristan nel 1946, portato a Londra negli anni Cinquanta da un capitano dell'esercito inglese e successivamente adottato dalla famiglia Trump. Le prove mostrate si limitano alla fotografia di un bambino dalla capigliatura bionda, che ha una vaga somiglianza con il Presidente eletto: decisamente troppo poco per confermare una teoria così bizzarra.

 

5) Nessun controllo fiscale su chi preleva dal conto corrente

Manovra: dl fisco; Zanetti, nessuna nuova presunzione fiscale per c/c
(ANSA) - ROMA, 16 NOV - "Non e' stata introdotta...

Pubblicato da Enrico Zanetti su Mercoledì 16 novembre 2016

I controlli fiscali negli anni della crisi hanno creato un clima quasi di terrore nei consumatori, che temono di finire sotto l'analisi dell'Agenzia delle Entrate anche soltanto per un acquisto troppo oneroso o per un prelievo sul proprio conto corrente. I social network, ormai noti per la poca affidabilità come strumento di informazione, si sono riempiti di false notizie che riguardano nuove norme sempre più stringenti, spingendo molte persone a limitare i propri acquisti, non per ragioni economiche, ma per paura di controlli da parte del fisco.

Nel tentativo di fare chiarezza è intervenuto la scorsa settimana anche il viceministro all'Economia, Enrico Zanetti, che ha voluto smentire in maniera netta la notizia di «una nuova presunzione fiscale contro i contribuenti che prelevano oltre mille euro dal proprio conto corrente». «La notizia che continua a essere rilanciata è imbarazzante per totale malafede o totale ignoranza di chi continua ad amplificarla», ha scritto in una nota il viceministro, che ha spiegato il funzionamento di questi controlli, inalterati da ben 34 anni. «Lascia esterrefatti quello che si legge in questi giorni, soprattutto sui social - ha concluso - dominio incontrastato delle bufale più assurde».

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