Da Macron a...

I cinque vincitori dei mondiali

I cinque vincitori dei mondiali
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Si sono chiusi i mondiali targati Vladimir Putin. Indubbiamente sono stati un successo, sportivo e anche politico per il leader russo. Una competizione che ha avuto quanto meno cinque vincitori.

 

Putin

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Anche se in finale si è ritrovato la Croazia, che oltre ad aver eliminato la sua Russia, si è concessa proclami filo ucraini, il presidente russo è un vincitore sicuro di questi mondiali. La squadra del suo paese, data per spacciata all’inizio, ha incassato il miglior risultato dalla fine dell’Unione Sovietica. Alla premiazione abbiamo visto che sotto la pioggia l’unico ombrello era per lui, con piglio da vero imperatore. E il Mondiale gli è servito per prendere la rincorsa verso il vertice con Trump a Helsinki. Insomma sempre più padrone del campo...

 

Macron

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Aveva bisogno come l’aria di una vittoria come questa. Con indici di popolarità bassissima in Francia (ultimo provvedimento contestato, la riduzione di velocità a 80 chilometri su tutte le strade di Francia, autostrade escluse). Si è presentato in camicia bianca, con atteggiamenti da vero ultrà. Ha incassato anche la bella immagine di una squadra non solo vincente ma anche multietnica come nessun’altra. Cinque elementi di pelle scura su 11 in campo per la finale; una star venuta dalle banlieu come Mbappé. Il nuovo motto, Libertè, egalitè... Mbappé. Kylian Mbappé è nato alle porte di Parigi da papà camerunese. Che il suo nome venga a sostituirsi a fraternité come sinonimo è certo un bel segno per la Francia di Macron.

 

Le stampelle di Tabarez

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L’allenatore dell’Uruguay, in panchina con la stampella per via della sindrome di Guillain-Barrè, una rara patologia che colpisce il sistema nervoso per via batterica o virale e comporta disturbi ai muscoli delle gambe. È stato un vero maestro di calcio e anche di coraggio. Ha guidato una nazionale capace di dare spettacolo: il secondo gol di Cavani nella partita contro il Portogallo agli ottavi è stato il gol più bello del mondiale si vedeva che era nato dal genio di Tabarez: con tre tocchi è stato disegnato il più grande triangolo mai visto su un campo di calcio.

 

Pallone senza sessismo

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I numeri dicono che essendo stato un Mondiale senza Italia il pubblico femminile è stato meno interessato. Ma hanno incassato una vittoria: la Fifa ha raccomandato le tv di soffermarsi meno sulle tifose attraenti durante le partite, perché questo tipo di immagini sono considerate di carattere sessista. A dichiarare la nuova linea è stato un italiano, il capo del dipartimento per la responsabilità sociale Fifa, Federico Addiechi. In tempo di #metoo una decisione giusta.

 

Mediaset

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Le reti di Cologno Monzese si erano accaparrate i diritti per i primi Mondiali dove l’Italia non c’era. Eppure la mancanza dell’Italia si è rivelata assai meno traumatica del previsto. Non ci sono stati i picchi d’ascolto da strade deserte, ma in compenso la media partita è stata molto più alta di tutte le altre edizioni. La parte a gironi ha avuto un più 12 per cento rispetto alle altre edizioni. E ci sono state partite da ascolti stellari come Croazia-Argentina o Belgio-Brasile, nettamente sopra i 10 milioni di telespettatori.

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