Cisl: «Violenza sessuale e mobbing sulle bariste di un locale in centro»
Non c’è solo la violenza domestica. Nei confronti delle donne si fanno cose pessime anche al lavoro. Un comunicato dell’ufficio stampa della Cisl di Bergamo, oggi, segnala un caso in un noto bar del centro di Bergamo, con accuse che andranno verificate dalla magistratura: l'ex Pastifrulligeleria, oggi Bergamo Bistrò. «La violenza contro le donne è un aspetto raccapricciante in ogni situazione. Nell’ambiente di lavoro assume, se possibile, caratteri ancora più odiosi, perché presuppone una sorta di ricatto per il mantenimento dell’occupazione e crea rapporti assolutamente patologici tra colleghi». Così Alberto Citerio, segretario generale di Fisascat Cisl Bergamo, commenta la vicenda che ha visto - sostiene - ben 10 lavoratrici del locale in questione costrette a dimettersi, riuscendo però a decidersi ad alzare il velo della vergogna e uscire allo scoperto, denunciando i colleghi e padroni violenti. «Non sarà un caso se su 13 dipendenti del locale sono solo e tutte le donne a non lavorarci più, mentre i colleghi maschi proseguono imperturbabili, come se niente fosse accaduto. Eppure, sono state presentate denunce per violenza sessuale, sono stati aperti procedimenti per vessazioni, mobbing e violenza privata, ma soprattutto 10 donne hanno preferito lasciare il lavoro piuttosto che continuare a lavorare in un'azienda e con colleghi che non conoscono le regole basi del rispetto, per non dire del codice penale». «Siamo sereni, abbiamo rilanciato il locale, aspettiamo il lavoro della magistratura», ribatte il titolare.
Citerio ha già dato incarico ai legali del sindacato di perseguire i responsabili delle accuse delle lavoratrici, che si sono rivolte in via Carnovali per vedere riconosciuti i propri diritti di lavoratrici e di donne. I fatti risalgono a meno di due mesi fa: secondo i racconti che le lavoratrici hanno fatto a Monica Olivari, operatrice sindacale di Fisascat, da parte di uno dei colleghi del locale vi sarebbero state delle avances sempre più insistenti, «non richieste né gradite», sfociate poi nella violenza sessuale vera e propria denunciata da una di loro. A nulla sarebbero valse - sostiene Olivari - le richieste di aiuto rivolte ai titolari del locale: il «maschio» è sempre stato intoccabile, e nessuno ha sostenuto le accuse delle colleghe donne, così che a oggi, all’interno del bar, i tre uomini continuano a lavorare, mentre le 10 ex colleghe se ne stanno fuori, in attesa di una qualche forma di giustizia. Della vicenda, Fisascat ha interessato anche la consigliera di parità della Provincia di Bergamo: questa ha convocato, senza esito positivo, i padroni dell’insegna. Dopo la prima denuncia, si sono verificati ulteriori episodi di violenza, tanto da obbligare in un caso di questi alcune colleghe a chiamare ambulanza e volante della polizia in soccorso. Dopo queste drammatiche vicende, la Fisascat a tutela delle lavoratrici ha indetto uno sciopero ad oltranza, protrattosi per venti giorni, che ha visto la piena adesione delle dipendenti. Ora, dunque, in Procura pendono denunce formalizzate per violenza e percosse, mentre il sindacato è intenzionato a proseguire la propria azione, appoggiando le denunce delle lavoratrici, e interessando della vicenda la Procura della Repubblica e la Direzione Territoriale del Lavoro.