Cognomi bergamaschi: i Rota, i Locatelli e i Belotti sono in via d'estinzione
Il fenomeno riguarda anche Carminati, Pesenti, Marchesi... In forte aumento le famiglie straniere: gli Hu sono più dei Signorelli
di Paolo Aresi
Ma perché i cognomi bergamaschi negli ultimi trent’anni sono diminuiti in maniera massiccia? Che cosa sta succedendo ai Rota, ai Locatelli, ai Carminati e via dicendo? La statistica del Comune di Bergamo parla chiaro, elenca tutti i cognomi presenti a Bergamo, al di sopra delle dieci persone. E ci dice che i Rota sono 872 (nel 2018). E che i Locatelli sono 778 (nel 2017). E che al terzo posto c’è il cognome più diffuso d’Italia, i Rossi, con 397 persone (nel 2018). La classifica continua e scopriamo che a Bergamo il quarto cognome più diffuso è Carminati, con 345 persone. Un altro passo: al quinto posto troviamo i Belotti con 331 persone (dato del 2017). E poi ci sono gli altri cognomi tipici: i Pesenti (262 persone), i Marchesi (232), i Riva (227), gli Agazzi (221), i Bonacina (213).
Ma non è questa la notizia. Il fatto che colpisce è che tutti i cognomi bergamaschi si stanno riducendo, e di parecchio. Quelli che hanno subito il maggiore declino sono i Carminati che nel 1990 erano ben 501, in città, poi nel 2002 sono diventati 410 e all’ultima rilevazione erano scesi a 345 con un calo complessivo del trentuno per cento: significa che in quasi trent’anni un Carminati su tre è scomparso. E non è stato sostituito. Perché? Che cosa è successo alla nobile discendenza dei Carminati?
Ma il declino riguarda tutti. I Rota, tutto sommato hanno limitato i danni. Erano 1.116 vent ’anni fa, oggi navigano intorno agli 870, con un calo del quindici per cento. Peggio di loro sono andati i Locatelli, secondo nome storico bergamasco, che erano 922 nel 2003 e che oggi sono 778 (dato 2017): in soli quattordici anni una caduta del ventidue per cento! Una discesa simile, ma in un tempo più lungo, è quella che ha riguardato un’altra schiatta storica, quella dei Belotti, che nel 1995 erano ben 424 e che oggi sono scesi a 331, con un calo di circa il ventidue per cento. Ben peggiore il destino degli Agazzi che dai 339 che erano nel 1992 sono diventati 288 nel 2003 e poi ulteriore discesa toccando gli attuali 221. In questo caso si può parlare di crollo: gli Agazzi in ventisette anni sono andati giù del trentacinque per cento.
Anche i Riva hanno subito pesanti perdite; nel 1995 ammontavano a 339 individui, sempre nel Comune di Bergamo. Quindici anni dopo erano scesi a 259 e oggi sono 227, un calo complessivo in ventitré anni (il dato è del 2018) di 112 persone, intorno al trentadue percento. Un po’ meglio le cose sono andate per i Pesenti che, dai 301 che erano nel 2004, sono diventati 272 nel 2010 e quindi 262 nel 2018 con una discesa di circa il diciannove per cento. I Marchesi erano trecento tondi trent’anni fa, oggi sono 232, anche in questo caso un calo forte. Diminuzione simile ha riguardato i Bonacina (erano 277 trent’anni fa, oggi risultano essere 213), i Signorelli (in diciotto anni sono scesi da 236 a 194 unità). Ha subito una diminuzione più forte la grande famiglia dei Noris, che nel 2000 a Bergamo erano 150 e che oggi sono cento.
Bene, una vera caporetto delle grandi famiglie bergamasche. Perché? Prima di tutto, è un effetto del crollo delle nascite: dalla metà degli anni Settanta a oggi il numero di morti ha sempre superato il numero dei nati. E gli effetti si vedono. Soprattutto a essere assai poco prolifiche sono state le famiglie bergamasche mentre le famiglie di immigrati hanno tenuto un po’ su la baracca, con nascite più elevate e numero di morti inferiore (gli immigrati sono un fenomeno ancora recente, degli ultimi trent ’anni, l’invecchiamento è limitato). Altro fattore: l’emigrazione dei giovani bergamaschi. Già i ragazzi si sono dimezzati rispetto agli Anni Settanta; consideriamo poi che molti di loro se ne vanno a studiare e a lavorare all'estero...
Ma come fa a reggersi la società bergamasca di fronte a questa debacle demografica? Con l’immigrazione che, pur fra diversi problemi, garantisce però anche che ci sia chi compie lavori semplici, ma essenziali, dal manovale allo stradino, alle pulizie, alle riparazioni sartoriali, al lavoro negli allevamenti di bestiame e nelle serre... E, infatti, scopriamo l’ascesa dei cognomi stranieri. Gli Hu, famiglia cinese, sono ben 168, ovvero un numero superiore ai Foresti, ai Noris, ai Pellegrini, ai Signorelli... Gli Hu erano cinquantasei nel 2004. Sono tanti anche gli indiani Singh, che hanno superato quota 180 (nel 2000 erano dodici); i Kaur - indiani - sono 104 (nel 2004 erano undici). Sono tanti anche gli Hossain, cognome del mondo arabo, con 78 persone, e i cinesi Lin (sono novantotto, erano undici vent’anni fa).