Misure personali e domestiche

Come mettere a ko i pollini (allergici, imparate a difendervi)

Come mettere a ko i pollini (allergici, imparate a difendervi)
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È sbocciata la primavera, almeno sul calendario, e con essa sono arrivati anche i famigerati pollini. Vita dura per gli allergici. Secondo le stime diffuse dall'Organizzazione Mondiale di Allergologia (World Allergy Organization) soffre di un qualsiasi tipo di allergia, respiratoria, alimentare, anafilassi, a farmaci, agli insetti, cutanee (eczema, orticaria, atopia) e angioedema, all’incirca il 30-40 percento della popolazione globale interessata. A farla da padrone, in questo periodo dell’anno, sono però le allergie respiratorie, le riniti in particolare: un fenomeno diffuso anche in Italia e sempre più perdurante perché a causa dei cambiamenti climatici e delle aumentate temperature, le allergie oggi resistono da marzo a ottobre circa affliggendo all’incirca 4 connazionali su 10, quindi dal 15 al 25% della popolazione, bambini compresi, con un incremento annuale nell’ultimo decennio del 5 percento. Complici gli elevati tassi di inquinamento come smog, polveri sottili e stile di vita "occidentale" a tal punto che le allergie si concentrerebbero maggiormente nelle aree urbane rispetto ai contesti rurali. Dunque gli italiani allergici devono pensare di soffrire per più di 6 mesi l’anno? Affatto perché una prevenzione è possibile.

 

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L’identikit dell’allergia. La sua sintomatologia non passa inosservata e non solo a causa degli starnuti. Infatti la pollinosi si caratterizza per svariati sintomi nasali quali la congestione, l’ostruzione delle narici e secrezioni tipicamente chiare cui si associano nel 50 percento dei casi prurito nasale ed oculare, arrossamento della mucosa congiuntivale (42 percento) e starnutazione ripetuta (80 percento): sintomi  generalmente assenti nel raffreddore comune e che non la possono fare scambiare dunque per un classico raffreddamento. Anche perché la rinite allergica insorge a causa di una risposta immunitaria anomala dell’organismo verso alcune sostanze estranee volatili, chiamate allergeni che possono includere i pollini ma anche ad acari, pelo e forfora degli animali domestici, di norma innocue per l’organismo ma che in alcuni casi, possono scatenare il sistema immunitario che vede in quello specifico allergene un nemico dal quale proteggersi, producendo anticorpi specifici, le IgE: è la cosiddetta "fase di sensibilizzazione". Quando l’antigene, cioè questa sostanza riconosciuta come estranea dall’organismo, si lega alle IgE si liberano dei mediatori chimici pro infiammatori, l’istamina e i leucotrieni, i quali provocano vasodilatazione ed aumento dell’attività delle ghiandole secretorie.

Siamo nella "fase di reazione", la vera e propria allergia che darà corso a tutta la tipica sintomatologia o in forma stagionale, come avviene per lo più nei bambini e limitatamente al periodo di pollinazione della pianta cui si è allergici, o in forma persistente con manifestazioni cliniche caratterizzate da riacutizzazioni durante tutto l’anno, anche a seguito all’esposizione ad ambienti polverosi. Non tutti i momenti sono uguali per l’allergia: quelli più critici sono il mattino, specie al risveglio, e la sera; dunque preparatevi a salutare la giornata, in ingresso e in uscita, con fragorosi "etciù". La notte poi, per alcuni potrebbe passare anche abbastanza tranquilla, dopo una giornata a fasi alterne fra pruriti, occhi rossi e lacrimosi e via. Ma qualcosa per prevenire questo disagio di naso e occhi si può fare, con qualche accorgimento e una corretta terapia.

 

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Misure personali e domestiche. Prima di tutto occorre essere preparati ai pollini: al loro arrivo, alla presenza più o meno massiccia, e alla loro scomparsa. E per battere i soffioni sul tempo non c’è che una sola cosa da fare: consultare i calendari pollinici su siti specializzati che danno la mappa di migrazione dei pollini. Sapere dove sono e dove vanno in anticipo, migliora la qualità della vita e non è affatto poco, anzi! Poi, sempre in via preventiva, è bene chiudere le finestre e utilizzare, quando possibile, l’aria condizionata; fareste la cosa giusta evitando di uscire nelle giornate ventose o subito dopo un temporale perché in queste condizioni climatiche i granuli pollinici si frammentano e raggiungono più facilmente le vie aeree dove si insinuano più in profondità. Non fate sport all’aria aperta o anche le passeggiate nei momenti di maggiore concentrazione dei pollini, dunque nelle ore centrali e più calde della giornata, evitando aree verdi come parchi e giardini. Meglio stare lontani anche da fumi, profumi, ambienti freddi e polveri che possono stimolare l’insorgenza di starnuti, prurito e tosse. E, alla sera una volta rientrati a casa, ci vuole una accurata igiene personale: una doccia o un bagno, comprensivo del lavaggio quotidiano dei capelli, per togliere i possibili granuli pollinici impigliati nella chioma evitando così che si depositino di notte sul cuscino dando avvio a notti tormentate da starnuti, ma fate anche una detersione di palpebre, ciglia e sopracciglia per impedire, anche in questo caso che gli allergeni, rimasti in sosta possano irritare la zone (peri)oculare. In casa, è indicato sostituire di frequente le lenzuola e lavare altrettanto i pavimenti, mentre la polvere va tolta da tappeti, moquette, tappezzerie e oggetti pelosi con apposite aspirapolveri dotate di filtri specifici. Infine è bene evitare il contatto con il pelo di animali domestici, apportatore anche di forfora e altri allergeni.

 

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L’auto-cura. Nella maggior parte dei casi gli italiani allergici ricorrono a terapie autosomministrate, cioè con farmaci da banco, quelli con il bollino rosso che sorride sulla confezione, acquistabili senza ricetta medica. I farmaci più efficaci contro la rinite sono gli antistaminici e antiallergici ad uso topico, come spray nasali e colliri, e/o sistemico assunti per via orale di cui i più comuni sono quelli con principi attivi come: difenidramina, dimetindene, cetirizina, loratadina, levocabastina, azelastina cloridrato. Ancora possono essere impiegati alcuni farmaci vasocostrittori, come efedrina, nafazolina nitrato, e soluzioni saline isotoniche ed ipertoniche utili a effettuare lavaggi nasali che sono un toccasana in caso di rinite allergica perché fungono da filtro contro i pollini. Va detto però che l’unico rimedio efficace contro le forme allergiche è oggi rappresentato dall’immunoterapia: ovvero una vaccinazione contro gli allergeni. In pazienti ad alto rischio (bambini figli di genitori allergici compresi) a causa di una predisposizione genetica o per familiarità, sensibili a un solo allergene può essere risolutiva fino quasi alla scomparsa  dei sintomi in pazienti, mentre studi in pazienti pluriallergici sono ancora in corso. La pianificazione di un protocollo terapeutico atto a diminuire la sintomatologia e, se possibile, evitarne l’insorgenza va comunque sempre discussa con il medico di famiglia o con lo specialista.

 

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La terapia omeopatica. È possibile controllare i sintomi della rinite anche con rimedi omeopatici. Una corretta profilassi, iniziata all’incirca due mesi prima della fioritura, può svolgere una azione protettiva e preventiva contro le varie forme allergiche soprattutto respiratorie e oculari. Fra i rimedi più efficaci vi è Pollensì che contiene una selezione di pollini diluiti alla 30 CH, o Sinalia cui si possono affiancare soluzioni più specifiche a seconda del tipo di pianta allergica e della sintomatologia correlata. Esistono anche colliri, come Euphralia, adatto anche nei bambini perché non contiene conservanti, né altre sostanze che possono irritare l’occhio, utili a controllare gli esiti di una congiuntivite allergica causa di prurito, arrossamento, lacrimazione, sensazione di sabbia negli occhi e gonfiore palpebrale.

Probiotici. Curarsi l’intestino per bocca con dei microrganismi vivi, i probiotici appunto, per proteggersi dalle allergie respiratorie: è questa l’ultima indicazione della World Allergy Organization. Pere infatti che la malattia allergica sia spesso dipendente dalla rottura del delicato equilibrio del nostro sistema immunitario, che in parte è regolato anche dal microbiota (flora) intestinale. Dunque tutelare lo stato di salute di quest’ultimo, specie in soggetti a rischio, sarebbe una arma preventiva, efficace e a basso costo, contro la starnutazione stagionale.

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