Come prevenire la trombosi
Lunedì 13 ottobre 2014 tutto il mondo dirà ‘alt’ alla trombosi, cercando di spiegare quali e quanti siano i fattori di rischio della formazione di grumi di sangue (i trombi, appunto) all’interno dei vasi; cosa che ostacola il normale flusso sanguigno e che è accompagnata da gravi patologie, quali infarto, ictus, embolia, invalidanti e talvolta letali. In un caso su tre, però, queste problematiche cardiovascolari possono essere prevenute o addirittura evitate con una corretta ed adeguata informazione.
E così, in occasione delle manifestazioni correlate a Bergamo Scienza, ALT, l’Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari – Onlus (promotrice da 3 anni della Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi) e l’AVIS entrano nelle classi: giovedì 16 Ottobre, 350 ragazzi del Liceo Scientifico Statale Lorenzo Mascheroni incontreranno la Presidente di ALT, Lidia Rota Vender, Sergio Severgnini, medico dell’ospedale Bolognini di Seriate, il presidente dell’AVIS Comunale di Bergamo, Roberto Guerini, il direttore sanitario di AVIS Bergamo, Pasquale Scopelliti.
L’importanza della prevenzione. ALT e Avis cercano così di insegnare ai giovani che prevenire la trombosi si può: scegliendo uno stile di vita intelligente, che preveda innanzitutto una buona attività fisica, con almeno 150 minuti ad intensità moderata ogni settimana e 1 ora di moto quotidiano. E anche un’alimentazione equilibrata, con meno grassi, più verdura e frutta (almeno 400 gr al giorno), meno di 5 gr di sale al giorno, più fibre (almeno 20 gr al giorno), più carboidrati, a vantaggio di una riduzione degli zuccheri e delle bevande gassate e zuccherate.
Un impegno, quello di ALT e AVIS, dettato anche dai numeri delle malattie da trombosi, che colpiscono 600mila italiani ogni anno, registrando record preoccupanti (addirittura il doppio dei tumori), soprattutto per chi ha superato la soglia dei 50 anni.
La lotta internazionale alla trombosi. È un impegno non solo del singolo, di ALT o di Bergamo Scienza, ma di più ampio raggio d’azione. Sono stati infatti delineati a livello nazionale e imposti anche dalla Commissione Europea ‘obiettivi di buonsenso’, perché governi e istituzioni sono consapevoli che l’impatto economico delle malattie da trombosi non sarà sostenibile alla lunga, e che urge fare qualcosa per fermarle e prevenirle.
È stato così chiesto a ogni Paese di fare la propria parte, con campagne di prevenzione focalizzate sullo stile di vita, sull’alimentazione e sull’attività fisica ad ogni livello. Bergamo non si è tirata indietro e neanche ALT che rappresenta in Italia EHN - European Heart Network. Quest’ultima se ne è fatta testimonial adottato la bandiera europea con 12 stelle, simbolo degli obiettivi di medio e lungo termine che ogni singolo Paese europeo è invitato a perseguire. Per la trombosi è quello di salvare milioni di vite e di impedire la tragedia di milioni di invalidità, migliorando la salute del cuore del cervello e dei vasi di tutti i cittadini europei.
Che cos’è la trombosi. Le trombosi hanno a bersaglio diversi organi: il cuore che potrà essere maggiormente soggetto a infarto, il cervello a ictus e embolia, i polmoni a embolia. I ricercatori hanno scoperto che alla base dei meccanismi che causano la formazione di un trombo (un grumo di sangue che aderisce alle pareti non lesionate dei vasi) vi è un eccesso di tendenza del sangue a coagulare che può dipendere da un assetto genetico ereditato da uno dei genitori.
Ma questo, da solo, non basta per causare malattia: arterie e vene, e quindi cuore e cervello, hanno anche altri acerrimi nemici: sono fumo, droga, sovrappeso, sedentarietà, una dieta troppo ricca di grassi e povera di frutta e verdura, stress incontrollato e protratto nel tempo, depressione. E poi colesterolo, ipertensione, glicemia e diabete. Sui fattori genetici non è possibile intervenire, ma sulla correzione di questi fattori di rischio, importanti, sì: scelte di buonsenso possono avere effetti straordinari sulla salute di tutti gli organi potenziali vittime della trombosi.
Per saperne di più. La trombosi è stata ampiamente sottovalutata per decenni, secondo quanto afferma Gary Raskob, dell’Health Center dell’Università di Oklahoma e presidente del comitato scientifico della Giornata Mondiale della Trombosi, tanto da arrivare al punto che la trombosi venosa e l’embolia polmonare possono diventare una minaccia per la salute pubblica. Una opinione condivisa anche dalla Società Internazionale Emostasi e Trombosi, che riunisce gli esperti di malattie trombotiche di tutti i paesi del mondo, la quale oltre ad avere deciso di promuovere la Giornata Mondiale della Trombosi nei cinque continenti, ha anche aperto il sito www.worldthrombosisday.org. Ovvero una fonte di informazione per la popolazione che voglia capire come si forma un trombo e quali danni può fare, quali sono i fattori di rischio, i segni e i sintomi da non sottovalutare, le domande chiave da rivolgere ai medici e agli infermieri, comprendente anche un video di sensibilizzazione e storie di pazienti e dei loro familiari. Tutto questo in inglese: un problema forse per alcuni, ma non per i ragazzi che da qui possono cominciare la loro sensibilizzazione per la lotta alla trombosi.