Commissione d'inchiesta Covid in Regione, il video della protesta in aula di M5S e Pd
Dem e pentastellati contro la nomina di Patrizia Baffi di Italia Viva (con i voti della sola maggioranza). Annunciata una commissione alternativa. La questione si fa nazionale, ma Carretta tira le orecchie anche i vicini dem
È frattura totale, in Consiglio regionale, per la Commissione d'inchiesta consiliare che le opposizioni hanno chiesto ormai circa un mese fa per indagare sulla gestione dell'emergenza Covid da parte della Giunta. Approvata praticamente subito dall'aula di Palazzo Lombardia la composizione della commissione, è arrivata soltanto ieri (26 maggio) la nomina del presidente, che sarà Patrizia Baffi di Italia Viva. Ed è scoppiata la bagarre.
Pd e Movimento 5 Stelle, infatti, si sono subito opposti a questa decisione. Tra i principali sostenitori della Commissione, i due partiti avevano portato avanti il nome del bergamasco Jacopo Scandella per la presidenza, solitamente in questi casi affidata proprio alle opposizioni dovendo "indagare" sul lavoro svolto dalla Giunta che governa. Ma la maggioranza si è da subito opposta a questa nomina, mandando a monte più di una votazione. La svolta è arrivata ieri, quando la maggioranza ha deciso di sostenere Baffi, di Italia Viva, autocandidatasi al ruolo ed eletta con 46 voti a favore. Dario Violi, consigliere regionale bergamasco pentastellato, è stato chiaro: «Italia Viva è ormai centrodestra». Molti osservatori hanno fatto notare come la nomina sia arrivata proprio nel giorno in cui, in Senato, il partito guidato da Matteo Renzi ha deciso di astenersi dal voto che avrebbe dato l'ok al processo nei confronti di Matteo Salvini per il caso Open Arms. Un doppio filo politico, uno "scambio di favori" tra Roma e la Lombardia secondo molti, che non è passato inosservato.
«Chiunque venga da Bergamo, chiunque abbia vissuto la pressione degli ultimi mesi, non può che volere una Commissione d’inchiesta regionale che lavori bene, che non faccia sconti a nessuno, che individui gli errori commessi e le soluzioni possibili per evitarli in futuro - ha commentato Jacopo Scandella, il candidato "bocciato" dalla maggioranza per la guida della Commissione -. Ventotto consiglieri di minoranza avevano scelto il mio nome per la Presidenza e gliene sono grato, ma non è questione di nomi, è questione di merito. Se Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono disponibili a fare uno strappo istituzionale così profondo, votandosi da sole il Presidente, è perché hanno troppa paura che emergano precise responsabilità. Il loro obiettivo è quello di insabbiare la commissione, e lo hanno dimostrato con la forza dei numeri. Noi non possiamo e non vogliamo essere complici di questo». Una posizione appoggiata anche da Roma: il vicesegretario nazionale del Pd, Andrea Orlando, su Twitter ha commentato: «Una coalizione e una Giunta che non hanno nulla da nascondere, non si scelgono il presidente della Commissione di inchiesta che compete all'opposizione». Pd e M5S hanno anche chiesto a Baffi di sottrarsi dal gioco della maggioranza, ma ricevendo un no come risposto. Per questo dem e pentastellati hanno abbandonato i lavori e hanno preso la decisione comune di ritirare i propri sei componenti e di dare vita a una propria Commissione alternativa.
Ma c'è anche chi, proprio dall'opposizione in Regione, critica questo asse composto da dem e pentastellati. Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti) ha infatti commentato: «Non voglio entrare nelle polemiche partitiche, che trovo in questo momento fuori luogo nei confronti dei cittadini lombardi che attendono e hanno il diritto di avere una Commissione d’inchiesta sul Coronavirus davvero funzionante. La spartizione dei ruoli non mi appassiona, sebbene abbia cercato in tutti i modi di trovare una soluzione unitaria per la minoranza. Invito la collega Patrizia Baffi a fare seria riflessione perché la Commissione deve lavorare per mettere luce sulle ombre di questi mesi e presiederla avendo ricevuto mandato dalla sola maggioranza è un tema che non può essere eluso. Ritengo che tutto l’ufficio di presidenza della Commissione debba essere messo in discussione, perché deve lavorare in un clima diverso. Sebbene condivida le richieste dal Partito democratico e il candidato Scandella che ha avuto il nostro sostengo, non ho però apprezzato la quasi assente collaborazione per la costruzione di una candidatura unitaria, ma soprattutto non posso farmi indietro nel chiedere maggiore necessità di indipendenza di una forza politica che sta solidificando sempre più un rapporto con il Movimento 5 Stelle dannoso per i valori che il centrosinistra dovrebbe tutelare e rappresentare. Dalla necessità di fare luce sulla terribile gestione sanitaria lombarda dobbiamo cogliere l’occasione per rinvigorire una proposta alternativa di centrosinistra seria, liberal democratica e radicata nei territori».