Dalla Gazzetta dell'Adda

Compra una mega villa all’asta poi scopre di chi è, e rinuncia

Compra una mega villa all’asta poi scopre di chi è, e rinuncia
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Quando aveva visto il prezzo vantaggioso non aveva esitato a presentare un’offerta per portarsi a casa una mega villa messa all’asta da un curatore fallimentare. Se l’è quindi aggiudicata, ma aveva già fatto un passo indietro quando ha saputo che l’immobile apparteneva a Sergio Bramini, l’imprenditore monzese finito suo malgrado agli onori delle cronache nazionali per essere fallito a causa dei ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Il compratore è di Cassano (Milano), si chiama Federico Zheng, vive in Italia da 18 anni, come il suo collega brianzolo è a sua volta un imprenditore ed è proprietario della catena di supermercati, sempre con sede in città, denominata «999». Il fatto risale a qualche giorno fa, in occasione della vendita all’asta dell’abitazione di via Sant’Albino a Monza, un immobile che era stato tolto lo scorso luglio al brianzolo dal Tribunale fallimentare. Da allora l’uomo, dopo essere finito in televisione a manifestare il suo malcontento, era diventato un simbolo per i tanti imprenditori piegati dalla crisi e dai ritardi nei pagamenti, tanto da essere invitato a raccontare la sua storia di fronte al Parlamento europeo.

 

 

Bramini era convinto che l’asta per l’acquisto dell’immobile fosse andata deserta, ma in realtà non è andata così, perché sul tavolo del banditore c’era l’offerta di Federico Zheng che però, a quanto pare, una volta a conoscenza della vicenda, aveva già manifestato l’intenzione di tirarsi indietro. «Il suo commercialista si è presentato in Tribunale per ritirare l'offerta - ha spiegato Bramini - Gli hanno risposto che non può farlo a fronte della perdita di 50mila euro di caparra. Non lo conoscevo, ma evidentemente è una brava persona visto come ha reagito». Di fatti non avrebbe nemmeno troppa fretta di riavere la somma, sempre secondo quanto affermato dallo stesso monzese che si è mosso per fare ricorso e annullare l’asta e, di conseguenza, a saldare di suo pugno i 50mila euro che spettano al Tribunale fallimentare.

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