L'inchiesta

Compravano e rivendevano illegalmente cuccioli di cane: nei guai una famiglia di Trescore

Sequestrati ben 57 animali, ora affidati alle cure dell'Ats. In carcere un 65enne, ai domiciliari la sua compagna, la figlia e il compagno di quest'ultima

Compravano e rivendevano illegalmente cuccioli di cane: nei guai una famiglia di Trescore
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Nell’ambito del fenomeno della repressione delle frodi in commercio e traffico di animali, la Polizia Stradale di Bergamo ha portato alla luce un traffico illecito che durava da diversi anni, scoperto nel 2020 e monitorato fino a oggi (20 ottobre), quando sono scattate le manette per un 65enne di Trescore Balneario con le pesanti accuse di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in commercio. Arresti domiciliari, invece, per la compagna dell'uomo, 60 anni, la figlia di 32 anni e il fidanzato di quest'ultima, di 33 anni.

Compravano e rivendevano cani

Stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, coordinati dal pm Silvia Marchina, la famiglia vendeva - in contanti - dai 1.500 ai 4.500 euro cani che comprava sul "mercato nero" tra i 50 e i 100 euro. I clienti veniva trovati online, dove i membri della famiglia usavano nomi inventati e non facevano alcun riferimento alla loro "reale" attività, l'azienda agricola Roccolino. Non è la prima volta che il 65enne finisce nei guai per storie simili: per le stesse accuse, è sotto processo a Udine e a Monza fu accusato - ma poi prosciolto - di maltrattamenti su animali.

Durante il blitz in quel di Trescore, più precisamente in località Gabbione, sono stati sequestrati 57 cani tra mamme e cuccioli, anche di razza. Quattordici erano stati importati dall’estero. Ora gli animali sono in cura al canile sanitario dell’Ats di Verdello. Anche l'azienda è stata posta sotto sequestro.

Traffico illegale di cuccioli

Secondo la Procura di Bergamo, la famiglia importava illegalmente cuccioli di cane dall’Est Europa, in particolare dall’Ungheria, senza microchip né vaccinazioni e falsificando i documenti. Quando vendevano gli animali, li spacciavano di razze diverse da quelle che erano in realtà, ma quando i clienti se ne accorgevano ormai gli animali erano grandi e il legame creatosi faceva cadere ogni pretesa di rivalsa. Nel corso dell’indagine, gli inquirenti hanno raccolto più di sessanta querele di famiglie a cui è stato consegnato un cane malato o addirittura che moriva dopo pochi giorni.

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