Consigli utili per investire i risparmi Dedicato a tutti i bergamaschi

Tempi difficili per i risparmiatori. Sono bastati pochi anni, infatti, per eliminare dalla mente degli investitori bergamaschi tutta una serie di certezze, togliendo dal mercato una serie di società (fallite o terribilmente stravolte) e di rendimenti in prodotti (vedasi titoli di stato e/o obbligazioni di società considerate infallibili) che senza preoccupazioni davano molte soddisfazioni economiche.
Finita l’era del “bot people”, il 2008 non è stato solo l’anno dei tanti fallimenti che hanno sconvolto l’economia e la finanza, ma anche lo spartiacque tra il mondo finanziario che fu e quello che è diventato, dove risparmiare è un problema per molti, così come, per tanti di quelli che i soldi da parte li hanno, è (paradossalmente) un problema trovare una soluzione in grado di dare un minimo di interessi senza correre rischi eccessivi.
Oggi, ad esempio, a dettar legge sui mercati è il Quantitative Easing (QE) della Banca centrale europea (Bce) presieduta dall’italiano Mario Draghi: ovvero l’operazione con cui la Bce acquista titoli di Stato e di altro tipo dalle banche per immettere nuovo denaro nell'economia europea, incentivando (almeno così dovrebbe essere) i prestiti bancari verso le imprese e le famiglie. Tanta marea di liquidità ha però abbassato i tassi anche di quegli investimenti amati dal bergamasco medio, titoli di Stato su tutti.
Le righe che seguono non hanno la pretesa di dare soluzioni ai tanti quesiti che si pongono i risparmiatori e investitori bergamaschi, ma, molto più semplicemente, desiderano essere una sorta di miniguida per difendersi meglio dalle troppe insidie che si nascondono negli odierni mercati finanziari. Con una premessa che consideriamo fondamentale. Prima di ogni investimento il risparmiatore bergamasco deve avere molto chiaro in testa quali siano le priorità. Per quanto tempo posso investire? Rendimento o sicurezza? Perché, restando solo a questi tre temi fondamentali, la scelta fa moltissima differenza.
Conto corrente. Dopo essere stato considerato erroneamente per troppi anni dai risparmiatori una forma di investimento, oggi si è capito che il conto è un servizio in cui quasi sempre le spese (ultimamente ancora aumentate ad esempio per Popolare Bergamo e, a fine anno, per il Credito Bergamasco) sono maggiori degli interessi, vicini allo zero. Utile per tenerci solo quel che serve per la gestione familiare nel breve periodo. Bene valutare i conti online, che costano meno, spesso zero.
Obbligazioni (Bond). Sono moltissime le categorie inserite in tale contesto. Sono obbligazioni (governative) anche tutti i titoli di Stato, italiani e del resto del mondo. Vi sono poi le obbligazioni societarie (Corporate bond) rappresentate spesso da banche (molte le obbligazioni emesse da Popolare Bergamo e Credito Bergamasco), grandi aziende (Brembo, ad esempio, ha emesso lo scorso ottobre obbligazioni per un importo di 50 milioni di euro con scadenza 5 anni). Nei titoli corporate sono comprese anche le High Yield, obbligazioni che hanno un rendimento più elevato perché emesse da società con un grado di rischio più elevato. Vale sempre la pena sottolineare che nessuno regala nulla, figuriamoci nel mondo della finanza. Quindi più si cercano rendimenti alti, più si deve essere consapevoli che si sta rischiando di più.
Titoli di Stato. Governativi italiani. In termini di rendimenti, è uno dei periodi più neri per i risparmiatori. Stando in Italia, le ultime emissioni di Bot (scadenze a tre, sei e dodici mesi) hanno rendimenti negativi (si va dal -0,43 per il tre mesi al -0,24 per il dodici mesi). Per portare a casa un minimo d’interessi bisogna andare sui titoli a tre anni (+0,052%). Con il Btp (buoni poliennali: scadenze a 3, 5, 7, 10, 15, 30 e , è un debutto dei giorni scorsi, 50 anni) il decennale è quotato +1,4%, il trentennale +2,44%. Il nuovo Btp a 50 anni è stato collocato con il tasso d’interesse del 2,85% ripartito in due cedole semestrali. Alcune banche lo stanno proponendo ai clienti. Per gente con l’ottimismo alle stelle, oppure, visto che scadono nel 2067, per chi desidera lasciarlo in eredità a figli e nipoti.
Governativi esteri. Vediamo quanto offre il resto del mondo, ricordandoci che anche gli Stati “fallis cono” (vedasi Argentina e Grecia). In Germania si va dal -0,87% (tre mesi), al +0,014 del Bund decennale. Sulla stessa linea i rendimenti in Lussemburgo, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera e Austria. Rendimenti attorno allo zero per altri paesi ritenuti sicuri, quali Usa, Canada, Francia, Gran Bretagna, Giappone. Se conta più il rendimento che il rischio, si possono acquistare i titoli di stato della Grecia (+3,6% tre mesi, +8,3% decennale), oppure quelli della Russia (+10% mese, +8% decennale) o del Kenia (dal 7,7% del tre mesi al 13% del decennale): in questo caso consigliamo anche un cardiologo di fiducia.
Corporate. Vale lo stesso discorso dei governativi: rendimenti più bassi per le aziende che danno più garanzie, più alti man mano che le società sono più a rischio (comunque contenuto). In generale gli interessi non si discostano molto dai titoli di stato.
High yield. Rendimenti generalmente più elevati, frutto di un livello più elevato di rischio d e l l’azienda emittente. Proprio per recuperare il gap di tale maggior rischio, le aziende devono “pagare” rendimenti più alti. In termini di prospettive future, il mercato sta preferendo quelle Usa ed europee.
Azioni. Croce e delizia per decine di migliaia di risparmiatori bergamaschi, se non si è uno speculatore (con tutti i rischi annessi) si tratta di titoli per investimenti nel lungo periodo (dieci anni). Consigliato sottoscriverle non in dosi massicce rispetto al proprio capitale, meglio se acquistando azioni di società diverse: la diversificazione è una buona strategia per contenere i rischi. Dopo le scoppole degli ultimi anni, a Milano (ma anche in altre piazze mondiali) qualcuno compra, visti i crolli di molte quotazioni. In termini di prezzi e prospettive economiche, molto è legato alle prossime azioni della Federal Reserve, la Banca centrale americana, e alle prossime elezioni americane. Mai come in questo caso l’investimento migliore è quello di trovarsi un ottimo consulente finanziario.
Fondi comuni e sicav (Società di investimento a capitale variabile). Per molti rappresentano la soluzione migliore per investire, soprattutto di questi tempi dove è importante diversificare il proprio portafoglio. Come spiega bene la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob), sono strumenti di investimento gestiti da società di gestione del risparmio (sgr) che riuniscono le somme di più risparmiatori e le investono, come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, titoli di Stato, ecc.) o, per alcuni di essi, in immobili, rispettando regole volte a ridurre i rischi. In questo caso anche un risparmiatore bergamasco che ha a disposizione 10mila euro, unendoli a quelli di centinaia di migliaia di investitori, può diventare (per il mercato) un investitore da milioni o miliardi di euro. Importante valutare la solidità delle società di gestione (sono centinaia) e in che settore si vuole investire (anche in questo caso, sono centinaia gli indici di riferimento).
Unit linked. Tipologia particolare di assicurazioni, con la quasi totalità di quanto versato gestito in un fondo interno oppure in un fondo comune o in una Sicav. Può essere una soluzione per chi, oltre al rendimento, cerca anche una copertura per la premorienza. Va però detto che la percentuale che si aggiunge al valore dell’investimento (variabile in base ai titoli in portafoglio) è davvero poca cosa. Investimento di lungo periodo.
Fondi pensione. Visto che molti bergamaschi nati dagli anni Settanta in poi corrono il rischio di trovarsi con pensioni da fame, può essere interessante investire (meglio a rate) parte dei propri capitali o risparmi in un prodotto previdenziale. Oggi ne esistono di vari tipi, che consentono di “gestire” il portafoglio in base alle singole caratteristiche del cliente. Attenzione al capitolo dei costi, in molti casi ancora (esageratamente) elevati.
Investimenti alternativi. Molti bergamaschi investono in oro, considerato il bene rifugio per eccellenza, altri, in particolare negli ultimi anni, in diamanti e altre materie prime, soprattutto tramite gli Etf (Exchange Traded Fund), una particolare tipologia di fondo d’investimento o Sicav negoziato in Borsa come un’azione e che ha come unico obiettivo d'investimento quello di replicare l’indice al quale si riferisce (il cosiddetto benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva. C’è chi cerca fortuna acquistando valute diverse dall’euro: dollaro, yen, sterlina inglese e via discorrendo. Soluzioni molto rischiose. Da valutare anche gli investimenti in arte: ultimamente meglio quella moderna e contemporanea rispetto all’antiquariato. Investimenti adatti comunque per chi guarda nel lungo periodo.