L'esperto risponde

Conviene ancora comprare casa?

Conviene ancora comprare casa?
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Conviene ancora comprare casa? Si, no, forse... Lo abbiamo chiesto a un’esperta del settore, Laura Adele Feltri, titolare di Casafeltri e docente di legislazione alla Camera di Commercio di Bergamo.

Acquistare casa è un buon investimento? Immagino che per lei, agente immobiliare, la risposta sia affermativa. Ma sarebbe una risposta davvero sincera, “alla Vittorio Feltri”?

«Tutto dipende da quello che il cliente racconta di sé, delle sue aspettative ed esigenze».

Non sia così diplomatica...

«Non è diplomazia, è una realtà. Ad alcuni clienti consiglio di pagare un affitto, altri sono invece più adatti a investimenti di piccolo taglio, e l’acquisto è adeguato solo se sussistono determinate condizioni, anche personali».

Ci spiega nel dettaglio?

«Io credo che la casa sia un bisogno primario, il luogo in cui vivere in modo sereno, e cerco di tutelare questa serenità. Se si presentano persone con una carriera lavorativa in corso, mi domando e domando loro se possedere un’abitazione potrebbe rappresentare un ostacolo per future decisioni professionali. Il lavoro oggi spinge a viaggiare molto, anche all’estero, e quindi a dover cambiare dimora spesso».

Quindi a questi consiglia l’affitto?

«L’acquisto è più indicato a chi ha una stabilità professionale; numerose persone non hanno più il classico “posto fisso” sia per scelta che per nuove prospettive di carriere, oppure perché alle prese con le difficoltà attuali del mondo del lavoro. L’affitto consente in questi casi spostamenti con maggior agio e tranquillità».

La discriminante è solo il lavoro?

«Non solo, valuto con i clienti quale sia il loro stile di vita. Se parlando mi rendo conto che non sono ancora portati a seguire con impegno un’abitazione, che va sempre conservata al meglio, consiglio loro un affitto che li porterà a pagare un canone mensile senza altri pensieri. L’onere maggiore spetta al proprietario di casa, mentre il solo compito dell’inquilino è pagare l’affitto e le utenze».

Quali sono i motivi per cui converrebbe comprare casa?

«Il primo è psicologico: l’acquisto dà un senso di sicurezza. Lo so che potrebbe suonare banale, ma io credo sia un fattore importante. Possedere un bene, sapere che è tuo e non ti può essere sottratto da un momento all’altro per motivi indipendenti dalla tua volontà, non è da poco».

Il secondo motivo?

«I prezzi, che finalmente sono in flessione. Sono quasi del tutto scomparsi i valori drogati del decennio scorso durante la bolla immobiliare, che ha reso buoni affari ai venditori e meno agli acquirenti. Oggi si sta ritrovando un equilibrio».

Terzo?

«I tassi dei mutui, che hanno raggiunto i minimi storici. Si vive con più tranquillità un debito scegliendo un mutuo a tasso fisso, con una rata mensile che non subirà variazioni».

C’è altro?

«Sì, i bonus e le agevolazioni. Si va dalle detrazioni fiscali degli interessi passivi del mutuo alla detraibilità delle spese di ristrutturazione e di quelle per l’acquisto di elettrodomestici. Molte delle detrazioni concesse negli scorsi anni sono state prorogate anche nel 2020».

Quando parla di acquisto, lei si riferisce alla “prima casa”, ma possedere un secondo immobile non credo sia conveniente.

«Dipende. È oggettivo che sulle seconde abitazioni gravino tasse da pagare, però qual è un investimento “sicuro”, e sottolineo sicuro, che oggi consenta un reddito del cinque per cento?».

Una seconda casa messa a reddito, ovvero data in affitto?

«Conti alla mano, l’acquisto di un appartamentino in città, anche con la richiesta di un mutuo, si ripaga da sé con il canone di affitto. Io non ho ancora trovato un investimento sicuro come l’acquisto di una casa, che possa far guadagnare un 4-5 per cento (già decurtate le tasse che coinvolgono le seconde case). E non dico che si debba avere fede nelle mie parole, basta fare i conti con la calcolatrice. A meno che una persona dimostri di saper commerciare in arte o giocare in borsa in modo sicuro, senza perdita del capitale, come successe anni fa con i bond: dalla sera alla mattina scomparvero gli investimenti di molte persone. Il mattone è un bene solido, fruibile, può essere messo a reddito, si può lasciare in eredità o vendere qualora servisse liquidità».

Mi consenta una battuta: suo padre, Vittorio, ha dichiarato che non lascerà nulla in eredità ai figli e quindi nemmeno dimore future...

«Mio padre ama stupire, spesso con battute pungenti, ma nel privato, che custodisce gelosamente, ha già donato un immobile a ogni figlio, con grande generosità. Il mio in Bergamo l’ho trasformato nello studio immobiliare Casafeltri, e lui ne è molto contento».

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