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Coronavirus, 114 contagi in più nella Bergamasca. Ma sulla Val Seriana ancora tutto tace

Coronavirus, 114 contagi in più nella Bergamasca. Ma sulla Val Seriana ancora tutto tace
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Per conoscere la decisione di Palazzo Chigi riguardo l'eventuale estensione della zona rossa alla Val Seriana si dovrà attendere ancora, probabilmente il fine settimana. «I dati che abbiamo evidenziano che la più grande crescita di casi positivi al Coronavirus in tutta la Lombardia, 114 in più rispetto a ieri, è avvenuta in una precisa area della Bergamasca - ha detto l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera -. Notizie informali da parte dell'Istituto superiore di sanità ci dicono che l'orientamento sia quello di chiedere misure precauzionali e restrittive importanti, ma al momento non abbiamo né una relazione ufficiale da parte dei medici né una posizione formale da parte del Governo. Al di là dell'assunzione di qualsiasi provvedimento, invitiamo i cittadini di quell'area a uscire il meno possibile da casa e di essere prudenti. Questo è però un messaggio che rivolgiamo a tutta la popolazione lombarda».

È quanto ha sottolineato Gallera nel corso della consueta conferenza stampa tenuta alle 17.30 circa di giovedì 5 marzo per fare il punto della situazione legata ai casi di contagio da Covid-19.  Nel corso dell'incontro, l’assessore ha aggiornato il bilancio dei casi risultati positivi nella regione. Il totale delle persone positive al tampone sono 2251 (431 in più rispetto a ieri; del totale, 537 sono in provincia di Bergamo),  di cui 1169 ricoverate in ospedale e 244 in terapia intensiva, mentre i soggetti in isolamento domiciliare sono 364 (in calo rispetto a ieri). Dei contagiati bergamaschi, 71 sono di Nembro e 35 di Alzano, venti in più del giorno precedente. Dai dati emerge anche una buona notizia: è aumentato il numero dei pazienti dimessi, arrivato a 376 persone (126 in più in un solo giorno). Purtroppo però si è aggravato anche il numero delle vittime, salite a 98. «Per quanto riguarda il neonato ricoverato al Papa Giovanni è stabile, respira autonomamente e non è in condizioni gravi».

«Il problema principale è riuscire a trovare il personale medico che supporti gli operatori sanitari già impegnati in prima linea negli ospedali - prosegue Gallera -. In due giorni abbiamo assunto 136 medici e domani l'Esercito invierà all'ospedale di Seriate 10 medici e 8 infermieri. A ciò si aggiungeranno ulteriori 7 infermieri, 2 Oss e 4 anestesisti». Il Bolognini è infatti uno degli ospedali individuati dalla regione per il trattamento dei pazienti infettati dal Covid-19. Ad oggi, nella struttura sanitaria sono ricoverati 90 soggetti positivi, a cui se ne aggiungono ulteriori 40 con patologie polmonari in attesa dell'esito dei test. «Tutti i presidi stanno cercando di effettuare uno sforzo corale e per ora il sistema regge - commenta Gallera -. Tuttavia, l'accesso ai pronto soccorso degli ospedali di frontiera di pazienti con complicazioni polmonari è elevato, dai 50 ai 70 ogni giorno». Il punto nascita dell'ospedale di Seriate, a differenza di quello di Alzano, è aperto e la sua attività prosegue normalmente.

Infine, l'assessore regionale al Welfare ha confermato l'aumento del numero posti letto nei reparti di terapia intensiva negli ospedali lombardi. «Stiamo cercando di supportare i presidi maggiormente sotto pressione. Molte aziende sanitarie stanno riconvertendo interi reparti, dedicandoli alle pneumologie o alle rianimazioni. I posti complessivi ricavati ad oggi nelle terapie intensive sono 321».

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