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Ormai è un bollettino di guerra: a Bergamo 1245 positivi, ben 248 in più di ieri

Ormai è un bollettino di guerra: a Bergamo 1245 positivi, ben 248 in più di ieri
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Se non è un bollettino di guerra, poco ci manca. Nella nostra provincia, oggi (lunedì 9 marzo) i dati dicono che le persone positive al Coronavirus sono 1245, ben 248 in più rispetto alla serata di ieri. In Lombardia il totale dei positivi è di 5469 (con un incremento di 1280 casi), di questi sono ricoverati in ospedale 2802 soggetti (+585), a cui devono aggiungersi 440 pazienti nelle terapie intensive. Crescono anche le persone dimesse dagli ospedali, salite a 646, ma purtroppo anche le vittime, arrivate a 333.

«A Bergamo continua una crescita significativa di casi di contagio da Covid-19 - evidenzia l'assessore regionale al welfare Giulio Gallera -. Se tutti noi restiamo in casa, limitando la nostra vita sociale, potremmo forse vedere per la prossima settimana qualche miglioramento rispetto ai trend di crescita dell'infezione. Mi unisco all'appello che ci ha inviato Alessandra (un'operatrice di un ospedale ndr.) "Gli occhi del paziente che abbiamo intubato questa mattina non li scorderò mai. Per favore, state a casa"».

L'assessore regionale, nel corso del consueto aggiornamento sull'evoluzione della situazione epidemiologica da Palazzo Lombardia, ha rimarcato lo sforzo effettuato per aumentare i posti letto destinati alle rianimazione in tutti i presidi ospedalieri della regione. «Nel giro di due settimane abbiamo aggiunto 223 posti letto destinati alla terapia intensiva ai 724 già disponibili e contiamo di aggiungerne ulteriori 150 nei prossimi 7 giorni. Per ottenere questo risultato abbiamo riadattato sale operatorie, riallocato personale, riconvertito reparti e ambulatori di medicine generali in pneumologie, installando in ogni spazio dispositivi mobili per la respirazione assistita. Stiamo anche aumentando la capienza dei reparti di sub-intensiva e allestendo un meccanismo che ci consenta di liberare posti letto in ospedale, spostando i pazienti in via di guarigione in altre strutture sanitarie. Inoltre, il 19 febbraio la Regione disponeva di 200 Cpap (caschetti utilizzati per la respirazione assistita), al momento ne abbiamo 1600 ne abbiamo acquistati ulteriori 500».

Per vincere la battaglia contro il Coronavirus è però necessario «uno sforzo da parte di tutti noi - sottolinea Gallera -. L'afflusso ai pronto soccorsi di pazienti critici è ancora molto alto, ma il sistema sta reggendo l'urto. Da ieri, con il nuovo decreto del Governo, sono entrate in vigore misure più restrittive, tuttavia comprendo le parole di scoraggiamento di medici, infermieri e personale sanitario. Continuo a ripeterlo: non esiste farmaco o vaccino che curi il Coronavirus. L'unico modo per fermare la diffusione dell’infezione di ridurre drasticamente la nostra vita sociale, i nostri spostamenti, evitando così di contagiare altre persone o di essere a nostra volta contagiati. Questo vale sia per le persone anziane e fragili, sia per i bambini e i giovani. Nel lodigiano, dove la gente è rimasta a casa, c’è stata una netta riduzione del numero dei casi positivi. Abbiamo bisogno di avere un sistema sanitario in grado di curare qualsiasi patologia, ma se il trend di crescita è quello odierno non saremo in grado di fornire le cure necessarie a chi ne ha bisogno. O interveniamo nei prossimi 14 giorni attuando comportamenti virtuosi o non vinceremo questa battaglia».

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