Coronavirus, morto in Veneto il primo italiano. 15 i casi accertati in Lombardia. Dieci comuni del Lodigiano in quarantena
Nell'area in cui è avvenuto il contagio è prevista la chiusura della scuole, delle attività commerciali e lavorative e verranno interrotte le manifestazioni pubbliche
Sale a 15 il numero di persone contagiate dal Coronavirus nel lodigiano: «Ulteriori otto persone, cinque operatori sanitari e tre pazienti dell’ospedale di Codogno, sono risultati positivi al test». Ad annunciarlo è stato l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera nel corso della conferenza stampa convocata questa sera (21 febbraio) a Palazzo Lombardia insieme al presidente della Regione Attilio Fontana, al ministro della Salute Roberto Speranza e ad Angelo Borrelli, capo del dipartimento della Protezione civile.
«Siamo anche riusciti a stabilire la connessione tra i primi tre casi (il paziente 38enne inizialmente ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Codogno, sua moglie e un suo contatto stretto, entrambi ricoverati) e gli altri tre che si sono evidenziati nel corso della mattinata di oggi (che saranno ricoverati all’ospedale Sacco di Milano) – prosegue Gallera -. Tutti, infatti, frequentavano lo stesso bar».
Nel frattempo, si registra anche il primo decesso per Coronavirus in Italia: si tratta di uno dei due casi che erano stati accertati in Veneto, nel padovano. Un uomo di 78 anni è morto nella notte di venerdì 21 febbraio all'ospedale di Schiavonia dove era stato da subito ricoverato in gravi condizioni in terapia intensiva. Entrambe le persone contagiate erano originarie di Vo' Euganeo e avevano avuto contatti in loco, senza essersi recate in Cina. I tamponi dei due soggetti erano stati inviati a Roma, in attesa delle controanalisi dell'Istituto Spallanzani.
Per arginare l’emergenza in Lombardia è stata predisposta un’ordinanza, firmata dal presidente Fontana e dal ministro della Salute Speranza con la condivisione del Commissario all’emergenza Borrelli, che riguarda i 10 Comuni intorno all’area dei contagi (per un totale di 50 mila persone): Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano. Nel dettaglio, il documento si pone l’obiettivo di circoscrivere l’area in cui si sono verificate le positività al Coronavirus e prevede la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche (di qualsiasi natura esse siano), delle attività commerciali a esclusione di quelle di pubblica utilità, delle attività lavorative per le imprese della zona che favoriscano i contatti tra le persone, lo stop alle attività sportive, la chiusura delle scuole e l'interdizione delle fermate dei mezzi pubblici e la chiusura delle stazioni ferroviarie. «Un gruppo di lavoro seguirà la vicenda 24 ore su 24 e tutte le decisioni saranno sempre soggette alla prova dei fatti, in continuo aggiornamento - ha sottolineato Speranza -. Eravamo pronti a questa evenienza e avevamo già predisposto un piano per intervenire tempestivamente».
Inoltre, l’invito da parte delle autorità regionali è, nel caso in cui si sia stati in contatto con persone positive al virus e si hanno dei sintomi quali febbre e difficoltà respiratorie «a non presentarsi al pronto soccorso ma a chiamare il 112, che invierà una squadra per fare i tamponi».
L'assessore Pietro Foroni nel corso della conferenza stampa convocata alle 12.30, ha inoltre spiegato che la Protezione civile lombarda sta intanto individuando strutture civili, militari ed ex militari idonee ad eventualmente ospitare persone da mettere in quarantena. Nel corso della conferenza stampa di questa sera il commissario straordinario Borrelli ha annunciato che, d'accordo con il Ministero della Difesa, sono state individuate due strutture militari. A Milano l'ospedale militare di Baggio, a Piacenza sarebbero gli alloggi dell'Aeronautica militare di San Polo, che potranno ospitare le circa 200 persone in quarantena. «Le misure prese non devono spaventare, sono l'unico mezzo efficace per prevenire ulteriori eventuali contagi - ha concluso il presidente regionale Fontana -. Il tavolo di coordinamento regionale è attivo e siamo pronti a intervenire».
Nella sera di venerdì 21 febbraio nella sede dell'Ats di Bergamo è previsto un incontro riservato ai medici per fare il punto sull'epidemia e sulle misure da mettere in pratica, promosso dall'Ats in collaborazione con l'Asst papa Giovanni XXIII e l'Ordine dei Medici.