Uso della forza, equipaggiamento, prevenzione

Cortei e polizia, le nuove regole

Cortei e polizia, le nuove regole
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Gli scontri fra forze dell’ordine e operai dello stabilimento TyssenKrupp di Terni (e conseguenti feriti), avvenuti il 29 ottobre scorso a Roma in occasione di un corteo organizzato per protestare contro i massicci licenziamenti che il colosso tedesco dell’acciaio ha intenzione di compiere in Umbria, hanno reso lampante la necessità di sviluppare una nuova normativa inerente al comportamento della polizia in casi di questo genere.

Indipendentemente da chi sia effettivamente responsabile dei tafferugli di Roma, occorre una legislazione chiara che permetta di far fronte con efficacia a future situazioni analoghe. Lo sa bene il Ministro dell’Interno Alfano, che nei prossimi giorni sarà oggetto di votazione in merito a una mozione di sfiducia presentata da alcuni parlamentari proprio in seguito agli scontri romani, che assieme ai vertici della polizia ha redatto alcune nuove regole a cui le forze dell’ordine dovranno d’ora in poi attenersi in occasione di cortei o manifestazioni.

Evitare il più possibile l’uso della forza. L’obiettivo principale a cui tutto il provvedimento è ispirato è, naturalmente, scongiurare il più possibile l’ipotesi del contatto diretto fra forze dell’ordine e manifestanti: ecco perché viene anzitutto dettagliata la necessità di lasciare ai manifestanti una cosiddetta zona di rispetto, ovvero una congrua distanza con gli agenti antisommossa, così da rendere lo scontro solo un’estrema ipotesi. Questo naturalmente presuppone che il corteo segua il percorso autorizzato. Il regolamento raccomanda l’utilizzo di dispositivi ed equipaggiamenti che possano scoraggiare gli attacchi dei manifestanti e quindi le successive cariche: proprio come accaduto a Napoli il mese scorso, quando l’assalto al palazzo del vertice della Banca Centrale Europea fu fermato con l’uso degli idranti, e questo fu sufficiente per disperdere i contestatori più facinorosi. Il fine è evidente: evitare al massimo l’uso della forza.

L’equipaggiamento degli agenti. Il regolamento si concentra anche sulle dotazioni dei singoli agenti, come manganelli, sfollagente e manette, nonché le telecamere collocate appositamente sulla divisa per poter riprendere quanto accade. Per quanto riguarda i primi strumenti citati, in ossequio al principio di extrema ratio dell’utilizzo della forza di cui si è detto, potranno essere utilizzati solo in casi di massima urgenza; per quanto riguarda invece i dispositiva di ripresa, sono ritenuti fondamentali e da confermare nel pacchetto standard di cui un poliziotto è munito. Dovrebbe essere inoltre previsto l’utilizzo dello spray urticante: le sperimentazioni sono già partite a Milano, ma a seguire verranno coinvolti anche gli altri reparti di Roma, Torino e Napoli. Le pattuglie di servizio-ronda disporranno, poi, delle pistole Taser, il cosiddetto dissuasore elettrico, sul quale si sono scatenate parecchie polemiche. Sarà vietato l'uso durante le manifestazioni pubbliche, perché è uno strumento che non piace neanche troppo alle forze dell'ordine, ma che è stato voluto dalla politica e votato in Parlamento.

Necessarie analisi preventiva e attenta valutazione. Grande rilevanza deve essere attribuita all’analisi preventiva, con la valutazione sulle componenti che scendono in piazza proprio per poter modulare al meglio le disposizioni di sicurezza. E così distinguere le frange estreme da chi invece cerca soltanto di far valere i propri diritti. Su tutto questo ci si confronterà con i sindacati, già convocati per giovedì al Viminale: riceveranno il testo e poi dovranno presentare le proprie valutazioni.

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