Cos'han fatto a Natale a Bergamo musulmani, buddisti, mormoni...

Tra corse ai regali, biglietti d'auguri e cene tra amici e parenti, l'atmosfera natalizia si respira ovunque, eppure non tutti lo festeggiano o lo riconoscono. Per i Pentecostali e i Testimoni di Geova la data sarebbe un'altra e non si festeggia, per Musulmani e Buddhisti augurare Buon Natale è un segno di rispetto e vicinanza ai culti diversi, il Natale valdese ha influenze nordiche e quello ortodosso a Bergamo si festeggia il 14 gennaio con un concerto in 4 lingue aperto a tutti. Una settimana di festa a cavallo del periodo natalizio per gli ebrei e un Natale più classico per i mormoni completano il viaggio attorno al 25 dicembre attraverso i principali culti in città e provincia.
Buddisti, insieme con gioia. «Crediamo sia importante scegliere sempre la soluzione che avvicina e non separa, che porti le persone verso la felicità – spiega Marzia Salini, responsabile del Centro Buddista della via di Diamante di Ponteranica – non che crei chiusure e muri, ecco perché anche se non crediamo nel Natale rispettiamo le scelte degli altri. Accogliamo con gioia la nascita di Gesù con il suo messaggio di amore, facciamo l'albero, ma non il presepe, almeno non a casa: mia figlia dalla nonna lo fa liberamente, quando crescerà la scelta di culto sarà sua».
Il sobrio Natale valdese. Nella chiesa protestante a due passi da Piazza Vittorio Veneto c’è una corona con le 4 candele dell ’Avvento. «Questo è uno dei simboli natalizi che abbiamo in chiesa insieme a un albero addobbato, entrambi origine nordica, niente presepe però - spiega Luciano Zappella, Presidente del Centro Culturale Protestante cittadino, che riunisce i circa 250 membri di Bergamo -. Il Natale è una festa di solide basi bibliche evangeliche, non ci sono grandi differenze, cambia il modo di viverlo: meno consumismo, più sobrietà, come nelle nostre liturgie».
Testimoni di Geova. «Storicamente il Natale coincide con una festa pagana precedente dedicata al sole e legata al solstizio, su cui si innesta quella cristiana - spiega Battista Varinelli, uno dei circa novecento Testimoni di Geova di Bergamo -. Nessuna festa per noi domenica, niente regali o pranzi speciali, in quel senso il Natale andrebbe festeggiato ogni giorno, trascorrendo il tempo con le persone care e onorandole. Noi festeggiamo invece la Pasqua, che con il sacrificio di Gesù ha portato sulla terra la speranza della salvezza. Ai bambini spieghiamo tutto questo, la verità è la scelta migliore, anche se molti di loro a scuola vengono ancora ghettizzati e derisi, pur se con il tempo e la conoscenza dei diversi culti aumenta il rispetto».
Mormoni: due volte Natale. Anche per i mormoni, come per il resto del mondo cristiano Natale è una festa, che si celebra secondo la tradizione il 25 dicembre. Nonostante per la comunità legata alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni la nascita del figlio di Dio sarebbe storicamente il 6 aprile, ciò non toglie che domenica le case dei mormoni di Bergamo accoglieranno tra alberi, luci e doni i parenti o gli amici per il pranzo tradizionale.
Pentecostali, no ai lavoretti. «Questa ricorrenza si è trasformata in un’occasione consumistica – spiega il conduttore dei Pentecostali di Bergamo Francesco Caldaralo -. Abbiamo del tutto perso il senso vero del Natale, la nascita di Gesù, di cui parleremo domenica in assemblea, ma non del Natale in quanto Natale: non concordiamo su data e periodo storico, ma c'è molta libertà tra i fedeli, circa 200 in città; molti festeggiano, soprattutto i sudamericani, altri hanno spiegato ai propri figli tutto e così a scuola niente lavoretti, ma sì ai regali, che arrivano attorno a Capodanno».
L’Islam rispetta il Natale. Mohamed Saleh capo del Centro Culturale Islamico di Bergamo questa sera ha un appuntamento, la festa di Natale con i colleghi, lui è musulmano e del Natale coglie l'atmosfera e il senso per la cultura italiana, ma non lo celebra: «In questo periodo sono molte le occasioni per stare insieme e festeggiare non tanto in senso religioso – spiega - ma in quanto appartenenti a una comunità civile. Noi musulmani non riconosciamo il Natale, ma la festa di fine Ramadan o del Sacrificio di Abramo, due momenti chiave per l'Islam, in cui arriviamo a trovarci addirittura in 800 fedeli. Sosteniamo però l'importanza della condivisione e del rispetto della cultura cristiana storicamente legata al Paese in cui ci troviamo. Poi certo, lo spirito natalizio è un piacere per tutti, come è bello vedere le persone ritrovarsi, partecipare allo spirito natalizio questo non toglie nulla alla nostra fede, ma è al contrario un'occasione in cui mostrare rispetto per le scelte religiose degli altri».
Chanukkà, la festa ebraica. Il Natale invece per gli ebrei esiste e si chiama Chanukkà, la festa delle luci, otto giorni in cui si celebra la riconquista del tempio di Gerusalemme due secoli prima della nascita di Gesù. Quest'anno i festeggiamenti sono dal 21 dicembre al 29. Per l'occasione i bambini ricevono una piccola mancia per aver studiato la Torah, il libro sacro, le Dreidl, delle trottole in legno e dolci come i bomboloni fritti nell'olio d'oliva.
I canti di Natale ortodossi. Oltre duemila i fedeli della comunità ortodossa di Bergamo, che celebra il Natale secondo la tradizione cristiana più antica, quella precedente allo Scisma del 1054, quando le due chiese d'Oriente e Occidente si sono divise. «Diversamente dai cattolici abbiamo mantenuto la quaresima prima di Natale: niente carne, niente latticini e momenti di digiuno e preghiera in vista della nascita di Gesù - spiega Padre Oleg Podryachik, che guida la Parrocchia dell'icona di Vladimir della Madre di Dio a Bergamo, che segue il culto russo ortodosso –. Inoltre anche noi aspettiamo l'arrivo di Gesù Bambino, preceduto non da Santa Lucia come accade per i piccoli bergamaschi, ma da San Nicola, che la notte del 19 dicembre porta doni e dolci a chi è stato buono». Dopo Natale la liturgia ortodossa prosegue per altri venti giorni, con momenti di preghiera e canti: «Sabato 14 gennaio al Cinema del Borgo in Piazza Sant'Anna dalle 15 alle 18 ci sarà il Festival di Natale Koliadki - anticipa Padre Oleg - un pomeriggio di canti in italiano, russo, ucraino e moldavo che porterà a Bergamo anche comunità ortodosse provenienti anche da fuori città. Ognuno sarà il benvenuto».