Due giorni dopo il fermo

Cosa non torna su Abdelmajid

Cosa non torna su Abdelmajid
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Si fa sempre più strano il caso di Abdelmajid Touil, il ragazzo 22enne marocchino arrestato il 20 maggio con l’accusa di aver collaborato all’attentato del 18 marzo scorso al museo del Bardo di Tunisi. Sono emerse infatti in queste ore alcune prove che testimonierebbero che Touil il giorno dell’attentato non si trovasse a Tunisi, come finora supposto, ma fosse ad una scuola di italiano per stranieri che frequentava a Trezzano su Naviglio, in provincia di Milano. Un dettaglio dato praticamente per certo anche dai pm, e che costituirebbe una prova sicura contro le accuse dei servizi segreti tunisini, che, in un primo tempo, avevano accusato il ragazzo di essere stato a Tunisi proprio nel giorno della strage. «Perché sono qui? Non capisco, non ho fatto nulla», si chiede il ragazzo, intanto, dal carcere di San Vittore.

La cronistoria della vicenda. Abdelmajid Touil, originario della Tunisia, arrivò in Italia il 17 febbraio 2015, a bordo di un barcone che trasportava 642 migranti dal Nord Africa a Porto Empedocle, Agrigento. Dopo alcuni intoppi burocratici derivanti dalla difficoltà del riconoscimento del ragazzo, le forze dell’ordine ne persero le tracce. Stando alle ricostruzioni effettuate, Abdelmajid avrebbe lasciato la Sicilia per raggiungere nella periferia milanese la famiglia, in Italia già da diversi anni. Tale versione dei fatti sarebbe stata confermata dai vicini di casa della famiglia nonché da un’insegnante di italiano che lavorava presso una scuola per stranieri a Trezzano sul Naviglio, e che avrebbe conosciuto Touil in quanto questi, poco dopo il suo arrivo in Lombardia, avrebbe iniziato a frequentare il corso per imparare la lingua, in data 6 marzo per la precisione.

Tunisia Attack
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A victim is being evacuated by rescue workers outside the Bardo musum in Tunis, Wednesday, March 18, 2015 in Tunis, Tunisia. Gunmen opened fire at a leading museum in Tunisia's capital, killing at least eight people and wounding six, including foreign tourists, authorities said. A later raid by security forces left two gunmen and one security officer dead but ended the standoff, Tunisian authorities said. (AP Photo/Hassene Dridi)

Tunisia Attack
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A victim is being evacuated from the Bardo museum are evacuated in Tunis, Wednesday, March 18, 2015 in Tunis, Tunisia after gunmen opened fire at the leading museum in Tunisia's capital. Tunisia's prime minister says 21 people are dead after an attack on a major museum, including 17 foreign tourists — and that two or three of the attackers remain at large. (AP Photo/Hassene Dridi)

Tunisia Attack
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A member of security forces runs outside the Bardo museum in Tunis, Wednesday, March 18, 2015 in Tunis, Tunisia after gunmen opened fire at the leading museum in Tunisia's capital. Tunisia's prime minister says 21 people are dead after an attack on a major museum, including 17 foreign tourists — and that two or three of the attackers remain at large. (AP Photo/Hassene Dridi)

APTOPIX Tunisia Attack
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Tourists and visitors from the Bardo museum are evacuated in Tunis, Wednesday, March 18, 2015 in Tunis, Tunisia. Gunmen opened fire at a leading museum in Tunisia's capital, killing 19 people including 17 tourists, the Tunisian Prime Minister said. A later raid by security forces left two gunmen and one security officer dead but ended the standoff, Tunisian authorities said. (AP Photo/Hassene Dridi)

La strage e le accuse. Poi arrivò il 18 marzo, e l’attentato al museo del Bardo di Tunisi, in cui morirono 24 persone di cui 4 italiani. Dopo due mesi di indagini, a cui hanno collaborato anche le forze dell’ordine italiane, il 20 maggio scorso Touil è stato arrestato a Gaggiano, provincia di Milano, con l’accusa di aver preso parte all’attentato. Le ragioni riguardavano un vero e proprio coinvolgimento materiale del ragazzo: Touil, secondo gli inquirenti tunisini, non solo era a Tunisi ma avrebbe incontrato quel giorno in place Pasteur i due terroristi poi uccisi dalle forze speciali al museo, ovvero Yassine Laabidi e Jabeur Khachnaoui, e con loro si sarebbe poi diretto verso il Bardo. Insieme ai due terroristi, pare c’era un tale Othmane. Secondo indiscrezioni riportate dai media tunisini, Touil avrebbe preso parte alla seconda riunione della cellula terroristica responsabile dell'attacco, avvenuta l’11 marzo, nella quale è stato deciso di incaricare Med Amine Guebli e Elyes Kachroudi di fornire i kalashnikov agli assalitori. Accuse, dunque, molto pesanti quelle che portarono all’arresto di Touil. Ma piene di dubbi, a cominciare dalla foto pubblicata da un giornale tunisino e che mostra il ricercato come una persona molto più anziana e baffuta. Al tempo stesso però, le generalità fornite da Tunisi sull’uomo (nome e data di nascita) coincidono con quelle del giovane fermato a Porto Empedocle a febbraio, e in tanti hanno posto il dubbio che , a prendere la foto sbagliata, possa essere stato il quotidiano tunisino, e non l'intelligence.

 

 

La svolta improvvisa delle indagini. Ma nella scorse ore è arrivata un’inaspettata novità: Touil in realtà, nei giorni antecedenti e immediatamente successivi la strage, non poteva trovarsi a Tunisi, perché i registri di frequenza della scuola di italiano di Trezzano certificano che il ragazzo era regolarmente presente in classe, per la precisione nei giorni 12, 16 e 19 marzo. Ora, essendo stato l’attentato il 18 marzo, com’è possibile che Touil abbia avuto il tempo di andare in Tunisia, fare tutto quello che le accuse insinuano e poi tornare in Italia in soli due giorni? Considerando, inoltre, che il corso si svolge sia al mattino che al pomeriggio, non concedendo dunque nemmeno mezza giornata di tempo nei giorni di lezione. A confermare la presenza del marocchino in territorio italiano in quei giorni sarebbe anche un quaderno. Copertina rossa, una quarantina di pagine scritte con una calligrafia incerta e molte fotocopie. Sono lezioni di italiano del corso frequentato dal 22enne. «Questo è il quaderno su cui mio fratello studiava l’italiano», afferma il fratello Abderrazzak, mostrando ai cronisti il blocco di appunti, che non fa parte del materiale sequestrato finora, «C’è la pagina del 19 marzo. Come avrebbe fatto a rientrare dalla Tunisia?». Le date delle lezioni appuntate partono dai primi di marzo e arrivano fino ai primi di aprile. Tutto questo, insomma, potrebbe scagionare Touil per lo meno dalle accuse di essere esecutore materiale della strage del Bardo.

Tunisi puntualizza. Da Tunisi però, intanto, hanno corretto il tiro, puntualizzando che il mandato d’arresto nei confronti del ragazzo è per un legame indiretto con la strage. Insomma, il lavoro di Abdelmajid era finito prima del 18 di marzo, e quindi era in Italia perché ormai libero dai suoi impegni coi terroristi. Ha aiutato gli jihadisti, ma non quel giorno: «Ha partecipato alle riunioni in cui la cellula terrorista ha pianificato l’attentato del Bardo», dice il ministro degli Interni tunisino Mohamed Ali Aroui, fornendo un aiuto logistico agli autori della strage.

 

 

E ora? Touil, che è detenuto presso il carcere San Vittore di Milano, in questi giorni verrà interrogato, e si parlerà, inoltre e soprattutto, di una possibile estradizione del ragazzo dall’Italia alla Tunisia. Ipotesi che, però, sembra per il momento piuttosto improbabile, poiché la prima fase del procedimento si basa semplicemente sulla disponibilità o meno del soggetto ad essere trasferito, ed è difficile pensare che al momento Touil intenda tornare in Tunisia. Si dovrà dunque attendere la richiesta ufficiale da parte del governo di Tunisi, e la conseguente accettazione dell’Italia: un procedimento che richiederà almeno tre mesi. Nel frattempo, si continua ad indagare.

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