Dati e stranezze

Cosa sta dietro la siccità romana La questione del Lago di Bracciano

Cosa sta dietro la siccità romana La questione del Lago di Bracciano
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Da domenica sera Roma, se non intervengono nuovi fattori, si troverà con acqua razionata. Lo ha spiegato a chiare lettere al Corriere della Sera Paolo Saccani, ingegnere e presidente di Acea, la municipalizzata che gestisce la rete idrica nella capitale: «Lo stop fissato dall’ordinanza è alla mezzanotte di venerdì, poi avremo per due giorni i serbatoi ancora pieni. I primi effetti del divieto dei prelievi potrebbero esserci già da domenica sera e lunedì potrebbe cominciare la turnazione». Sarà dunque un brutto ritorno dal weekend per i romani, alle prese con un nuovo, inedito problema che affligge la loro già complicata quotidianità.

 

 

La situazione del Lago di Bracciano. Tutta colpa della siccità e dell’abbassamento oltre il livello di guardia delle acque del Lago di Bracciano che è uno dei più importanti bacini che forniscono la capitale. Un’ordinanza della Regione (a controllo Pd) ha stabilito che a partire da venerdì ci sarà divieto di prelievi da parte di Acea, che attualmente succhia dal bacino 1100 litri al secondo ed è responsabile dell’abbassamento delle acque per 1,54 millimetri al giorno. Il lago in questo momento è 33 cm sotto lo zero idrometrico. Così i sindaci dei Comuni lacustri hanno chiesto di non prendere più l’acqua: del resto le immagini delle sponde del lago danno loro ragione. L’aspetto è in molti punti spettrale, con il fondo limaccioso che separa la sponda dalle prime acque. Tra i sindaci scesi in campo c’è anche la combattiva prima cittadina di Anguillara, Sabrina Anselmo, che per quanto sia dei 5Stelle si è lanciata in pesanti accuse contro la collega Virginia Raggi: «Alle riunioni sul Lago di Bracciano non è mai venuta». Così i 5Stelle si trovano divisi davanti all’ordinanza del governatore Pd Nicola Zingaretti.

 

 

La chiusura delle fontane by Raggi. In realtà tutti i soggetti coinvolti si erano ritrovati il 23 maggio in Campidoglio per affrontare la situazione che già si intuiva sarebbe diventata una vera emergenza. E un mese dopo, il 22 giugno, Virginia Raggi aveva emesso l’ordinanza che aveva portato il caso Roma sulle homepage dei siti di mezzo pianeta: appello anti spreco e chiusura di tante fontanelle pubbliche (per i romani “i nasoni”). Un risultato, modesto, c’è stato. «Siamo riusciti a ridurre la captazione dal Lago di bracciano di 500 litri al secondo, se non sbaglio partivamo da 1600-1700 litri», ha annunciato la sindaca. Come segno di buona volontà anche il Vaticano ha annunciato lo spegnimento delle fontane in attesa di tempi migliori (e più piovosi).

Polemiche, dati e stranezze. Ma intanto le polemiche infuriano. Secondo il governatore del Lazio Zingaretti, Acea starebbe drammatizzando le conseguenze dello stop dei prelievi dal lago. In effetti la municipalizzata, che serve circa 4milioni di persone, da Bracciano preleva l’8 per cento del suo fabbisogno. Dalle sorgenti del Peschiera arrivano 9mila litri al secondo, dalle Capore 4mila e dall'Acquedotto Marcio circa 3mila. Ma il fabbisogno della città va ben oltre: solo nella rete idrica sottoterra passano 18mila litri al secondo. Una rete che fa però acqua da tutte le parti: la dispersione nei quasi seimila chilometri di tubature e condutture che si snodano sotto la città sarebbe in media del 45 per cento, in progressivo e drammatico aumento. Un brutto destino per la città che 2mila anni fa si era dotata dei più efficienti e avveniristici acquedotti del mondo.

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