I risultati all'alba del 9 novembre

Cose che è meglio tenere a mente per seguire le elezioni americane

Cose che è meglio tenere a mente per seguire le elezioni americane
Pubblicato:

La notte (italiana) tra martedì 8 e mercoledì 9 novembre sarà quella che ci dirà chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti d'America. Hillary Clinton versus Donald Trump, la conclusione di una delle campagne elettorali più discusse e chiacchierate della storia americana. Le ultime settimane sono state molto agitate, tra presunti scandali, sondaggi e discussioni. A tenere banco, in particolare, è stato il caso delle mail della candidata Democratica Clinton. La vicenda risale al giugno scorso, quando l'FBI avviò un'indagine su alcuni messaggi di posta elettronica nei quali si ipotizzava che la ex first lady avesse nascosto informazioni rilevanti su diversi temi al Governo americano e avesse messo a rischio informazioni riservate. A luglio il caso era stato chiuso, ma la scorsa settimana il direttore dell’FBI, James Comey, lo aveva clamorosamente riaperto in seguito alla scoperta di ulteriori 650mila mail. La polemica è presto divampata, con anche il presidente Barack Obama, sostenitore della Clinton, che ha criticato apertamente la scelta dell'FBI di riaprire le indagini a circa 10 giorni dal voto. I media americani hanno sottolineato come l'inchiesta abbia rilanciato Trump nei sondaggi. Ma il 6 novembre, lo stesso Comey ha annunciato al Congresso che nelle 650mila nuove email scoperte di recente e “potenzialmente pertinenti” all’indagine compiuta nei mesi scorsi non c’è nulla di rilevante. Caso chiuso, dunque.

 

immagine_clinton_trump_usa

 

Chi è favorito. Di fatto, però, la questione ha riaperto i giochi, almeno stando ai sondaggi. A metà ottobre, infatti, tutti parlavano di una Clinton nettamente avanti rispetto a Trump. L'annuncio dell'FBI di un supplemento di indagine nei confronti della candidata Democratica è stato particolarmente criticato proprio perché arrivato in un periodo in cui gli elettori indecisi sono soliti scegliere quale candidato sostenere, e perché è tornato a far discutere di accuse molto familiari anche per gli elettori che seguono poco la politica nazionale (che Clinton sia un personaggio poco affidabile e trasparente, come scrive Il Post). La scorsa settimana diversi media americani hanno addirittura parlato di un sorpasso di Trump sulla Clinton, ma in realtà è difficile dare un quadro generale effettivo del pensiero dell'elettorato americano essendo il sistema di voto a stelle e strisce ben più complesso di quello a cui siamo abituati noi italiani. Esperti e analisti suggeriscono di affidarsi alle medie dei sondaggi, che sono un dato più stabile e controllato. A oggi la media dice che Clinton ha un vantaggio di 2,2 punti percentuali nei confronti di Trump, contro i circa 5 punti percentuali che aveva invece a ottobre. Ciò, però, sarebbe legato, più che a un suo "crollo", a una convinzione da parte dell'elettorato repubblicano: piuttosto che la Clinton, turiamoci il naso e votiamo Trump. Resta un problema di fondo: il sistema elettorale americano è molto complesso e il gradimento nazionale di un candidato non assicura comunque che questo verrà scelto.

 

Alhambra residents vote on Election Day at the Alhambra Fire Station #71 in Alhambra, Los Angeles County, on November 6, 2012 in California, as Americans flock to the polls nationwide to decide between President Barack Obama, his Rebuplican challenger Mitt Romney, and a wide range of other issues. AFP PHOTO/Frederic J. BROWN (Photo credit should read FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images)

 

Come funziona il voto. Il Post spiega, in poche righe, ciò di cui stiamo parlando:

«Gli Usa non eleggono direttamente il presidente. Attraverso un sistema chiamato collegio elettorale, infatti, ogni stato elegge con sistema prevalentemente maggioritario – chi ha un voto in più li prende tutti – un gruppo di cosiddetti “grandi elettori”, distribuiti in modo proporzionale alla sua popolazione. In ogni stato, insomma, il candidato che ottiene un voto in più si prende tot grandi elettori e chi perde ne prende zero: e quel tot è variabile di stato in stato (ci sono due eccezioni, Maine e Nebraska, dove il maggioritario è applicato su grandi circoscrizioni interne). I grandi elettori sono in tutto 538 distribuiti sui 50 stati: questo vuol dire che ne servono almeno 270 per arrivare alla Casa Bianca. Il collegio elettorale si riunisce a dicembre e vota per il presidente sulla base del risultato del voto dei singoli stati. I grandi elettori non sono legalmente vincolati a votare come da esito del voto e hanno solo un obbligo politico, che però è stato violato rarissimamente nella storia degli Stati Uniti e mai in modo determinante. Per capire chi è in vantaggio tra Clinton e Trump quindi ci importa poco sapere la loro popolarità nazionale: è importante sapere come il loro consenso è distribuito nei cinquanta stati americani».

Altro particolare di non poco conto: quando l'intero mondo avrà gli occhi puntati sugli Usa, è probabile che un terzo dell'elettorato americano abbia già espresso il proprio voto. In America, infatti, è sempre più diffusa l'usanza della popolazione di votare prima del vero e proprio giorno delle elezioni, di persona o per posta, cosa permessa in ciascuno dei 51 stati, sebbene con modalità diverse. Le procedure di voto anticipato iniziano fra i 45 e i 4 giorni prima del giorno del voto, a seconda dello stato, e chiudono in genere il giorno prima dell’election day. Le schede vengono poi scrutinate tutte insieme l’8 novembre, alla chiusura dei seggi. Questo fatto pare avvantaggiare la Clinton: la riapertura dello scandalo mail della scorsa settimana, infatti, non ha influito su quella fetta di elettorato che aveva già votato. E poiché la candidata Democratica è meglio organizzata (e con molti più soldi a disposizione) del rivale, è probabile che abbia già portato alle urne buona parte dei suoi elettori. In un'elezione con così tanti indecisi, questo potrebbe risultare un elemento fondamentale a conti fatti. Inoltre, chi ha deciso di votare un paio di settimane fa, aveva in mente non le polemiche sulla Clinton, ma quelle su Trump, legate a sue presunte molestie sessuali, ai problemi interni al partito Repubblicano e agli scandali finanziari.

 

epa05608354 Residents of Washington, DC line-up to cast their ballots during early voting in the 2016 presidential election at the Chevy Chase Community Center in Washington, DC, USA, 29 October 2016. Election Day for the long fought presidential race between Democratic nominee Hillary Clinton and Republican nominee Donald Trump is 08 November 2016. EPA/JIM LO SCALZO

 

Gli orari da tenere a mente. Chiunque voglia seguire in diretta le elezioni presidenziali americane dovrà tenere conto non solo del fuso orario esistente tra Usa ed Europa, ma anche di quello tra i vari stati che compongono gli Stati Uniti d’America. In generale, ecco una sorta di cronoprogramma da tenere a mente:

  • 6 dell'8 novembre American East Coast - 12 (8/11) in Italia: si aprono i seggi della East Coast (New York, Washington, Boston, Filadelfia, Miami, ecc).
  • 9 (8/11) American West Cost – 15 (8/11) in Italia: aprono i seggi della West Coast, dallo Stato di Washington, all'Oregon alla California. Gli ultimi a recarsi alle urne saranno gli elettori di Alaska e Hawaii, sei ore indietro rispetto a New York.
  • 19 (8/11) Usa – 1 (9/11) in Italia: chiudono i primi seggi in Georgia, Indiana, Kentucky, South Carolina, Vermont e Virginia. Quest'ultimo figura tra gli Swing States e consentirà di capire per la prima volta l’andamento delle elezioni Usa.
  • 19.30 (8/11) Usa – 1.30 (9/11) in Italia: chiudono i seggi in North Carolina, West Virginia e Ohio, uno degli Stati chiave per la vittoria finale.
  • 20 (8/11) Usa – 2 (9/11) in Italia: cominceremo a capire l’andamento reale delle elezioni. I seggi chiudono in tutto in 16 Stati tra cui Pennsylvania e Florida e nel District of Columbia dove si trova la capitale Washington.
  • 21 (8/11) Usa – 3 (9/11) in Italia: urne chiuse in ulteriori 14 Stati. Giungeranno i primi dati.
  • 23 (8/11) Usa – 5 (9/11) in Italia: seggi chiusi in California e in altri 4 Stati. È il momento in cui potrebbe arrivare l'annuncio della vittoria.
  • 1 (9/11) Usa – 7 (9/11) in Italia: chiudono i seggi anche in Alaska, ultimo Stato a votare. Gli ultimi seggi, quelli nella regione più occidentale, chiudono quando sulla East Coast è già mercoledì 9 novembre. Tocca anche alle Hawaii, le cui urne chiudono quando a New York è mezzanotte.
Seguici sui nostri canali