Dalle password ai cookies

Quattro cose da sapere per stare al sicuro su Facebook

Quattro cose da sapere per stare al sicuro su Facebook
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Facebook: per molti, ormai, è un pezzo di vita. Tantissime informazioni personali, foto, contatti e quant’altro, tutto è contenuto in quella piccola pagina web recante il nostro nome, entro la quale ci sentiamo completamente al sicuro. Come mai? Perché c’è una password, naturalmente, che protegge i dati da tutto e tutti. Nel caso in cui la pensiate così, aprire le orecchie, per cortesia: farsi rubare la password, e quindi esporre le proprie informazioni a chissà chi, e molto più facile di quanto si possa credere. Esistono infatti vari modi con cui un qualche malintenzionato può scovare la parola magica e accedere alla pagina. Ma niente paura: a ciascun malevole metodo ne corrisponde uno in grado di rendere il primo inefficace. Vi proponiamo i quattro più comuni.

 

 

1) Reimpostazione della password. Tutte le volte che accediamo a Facebook, al momento di inserire i nostri dati, compare sempre la casellina che ci chiede se per caso abbiamo dimenticato la password, dandoci la possibilità, in caso affermativo, di reimpostarla. Bene, e se a tentare questa operazione fosse un terzo estraneo? È un meccanismo piuttosto semplice, che ci espone pericolosamente alla mercé di chiunque. Ma il rimedio è altrettanto semplice: basterà semplicemente evitare di inserire nelle proprie informazioni di contatto la propria email (necessaria per reimpostare la password), così da essere certi che nessun estraneo possa modificare la chiave d’accesso. Semplice, no?

2) Il Keylogger. È piuttosto difficile che questa eventualità abbia luogo, poiché significherebbe che qualcuno ha avuto accesso diretto al vostro PC, ma non si sa mai, quindi meglio avvertire: potrebbe infatti accadere che un estraneo installi sul vostro computer un cosiddetto “keylogger”, ovvero un software in grado di registrare qualsiasi codice inserito sul PC in questione e dirottarlo su un dispositivo terzo. I keylogger sono facilmente reperibili: è infatti possibile scaricarli agilmente, e gratuitamente, attraverso una rapida ricerca Google. Ma anche in questo caso, i rimedi sono tutt’altro che complicati: anzitutto, occorre prestare attenzione al fatto che il proprio antivirus sia sempre aggiornato e funzionante, e già questo potrebbe bastare a segnalare la presenza di un keylogger; in secondo luogo, è possibile installare un gestore di password sul proprio computer, che permetta di mantenere sotto controllo i codici abitualmente inseriti sul dispositivo e, naturalmente, di essere immediatamente informati qualora sia in corso un'intrusione indesiderata.

 

 

3) Phishing. Non si tratta di una qualche strana pratica messa in scena in 50 sfumature di grigio, ma di un procedimento informatico piuttosto complesso. Consiste nella creazione di una pagina web in tutto identica ad un'altra ma che, ovviamente, nulla ha a che fare con quella originale. Perciò, si potrebbe essere convinti di trovarsi sulla homepage di Facebook quando invece si è fino al collo nella trappola di un qualche malintenzionato. Anche in questo caso, qualche piccola accortezza è sufficiente a fugare ogni rischio: i collegamenti a queste finte pagine avvengono, solitamente, in seguito a e-mail sospette o a clic su messaggi promozionali e pubblicità ingannevoli. Basterà semplicemente evitare di aprire email provenienti da account sconosciuti e di aprire pagine scriteriate navigando sul web.

4) Occhio ai cookies. Ci sono quelli che fanno aumentare le cifre della bilancia, e a cui bisogna senz’altro prestare la dovuta attenzione, ma ce ne sono anche altri che minacciano al nostra sicurezza informatica: si tratta di caselle di testo particolari utilizzate per le autenticazioni automatiche, il classico caso in cui andiamo sul sito di Facebook e il nostro nome utente e la nostra password sono già pronti, basta solo cliccare “Accedi”. Questi cookies possono essere tracciati da estranei, ottenendo quindi i nostri dati d’accesso. Occorre dunque attenzione: mai navigare su pagine internet sconosciute o che possano destare sospetto (per esempio, senza la dicitura “http”) e attivare inoltre l’apposita protezione nelle impostazioni dell’antivirus.

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