Qual è il problema

Ma fa davvero più freddo del solito?

Ma fa davvero più freddo del solito?
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Duro questo solstizio d’inverno 2017. Non eravamo più abituati a tanto freddo. Anche se è un freddo tutto sommato pertinente, considerata la stagione. Ma anche il freddo a quanto pare non è più il freddo di una volta. Le temperature di questi giorni sono in effetti contro la norma, perché abitualmente questi abbassamenti arrivano a fine gennaio quando l’inverno dà gli ultimi, velenosi colpi di coda. Ma sotto Natale pensiamo che anche il clima debba essere più clemente, che ci lasci godere tranquillamente il tepore di questa bellissima festa. Gli esperti dicono che nei prossimi giorni il gelo mollerà la presa, per tornare a mordere prima della fine dell’anno.

Tuttavia resta aperto il vero tema: il freddo è diventato più freddo. Non nel senso che le temperature siano più rigide di quanto non abbiamo sperimentato nel passato, ma nel senso che noi le percepiamo così. Eppure le contromisure non ci mancano. La moda propone piumini leggeri che ci trasformano in omini dei ghiacci. Gli ambienti sono tutti riscaldati. Le finestre, grazie al fiume di incentivi di questi ultimi anni, sono diventate chiusure blindate: gli spifferi appartengono alle patetiche memorie del passato. In auto viaggiamo come dentro delle vere cucce pieno di tepore. Anche i mezzi pubblici ormai hanno sistemi che garantiscono un bel caldo. Insomma, il freddo lo abbiamo proprio spinto ai margini delle nostre vite. Eppure non ci lascia in pace.

 

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Qual è dunque il problema? Se d’estate, davanti alla persistenza del caldo, gli esperti ci parlavano di un caldo percepito, ora il discorso viene applicato pari pari al freddo. Ma se l’impatto del caldo, ad esempio con le variazioni di umidità, può davvero cambiare, il freddo tendenzialmente è sempre quello. Certo può variare con il vento, ma di vento sulla nostra Padania in genere ne soffia poco. La percezione quindi è un fenomeno tutto immaginario: in sostanza siamo vittime del riscaldamento globale, e non solo per il fatto oggettivo che le temperature medie alzano (quest’anno siamo 1,5 gradi sopra il 2016).

Il riscaldamento globale che da una parte ci fa paura per le prospettive apocalittiche annunciate da tanti esperti, dall’altra in fondo non ci dispiace. È bello sapere di vivere in un mondo più caldo. Ci sentiamo più protetti, figli di una terra tiepida e accogliente. Le nostre consuetudini sono andate a ruota. Ci piace andare più scoperti e leggeri. Ci siamo dimenticati gli strati maglioni che le mamme ci obbligavano a indossare quando il mondo era davvero freddo. Siamo anche diventati in media più magri, perché tra palestre e diete è difficile farla franca: abbiamo tutti i mezzi per combattere i chili di troppo. E anche se facciamo finta di niente ci pensa la pubblicità a lanciare i suoi moniti melliflui e farci venire i complessi. Così con meno grasso addosso, il freddo punge di più... Siamo uomini e donne viziati dal caldo. Cittadini di un mondo bizzarro nel quale ci sono popoli che reclamano l’inalienabile «diritto ad avere freddo», come hanno fatto gli inuit in delegazione davanti alla sede delle Nazioni Unite. Buon inverno.

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