il caso

Condannato patrigno per abusi sessuali su una 14enne (la prima volta nessuno le credette)

La prima denuncia della giovane risale al 2017, ma il caso fu archiviato perché lei non fu ritenuta credibile. Due anni dopo, lei tornò con delle foto che incastravano l'uomo: dovrà scontare due anni e otto mesi di carcere (sentenza in rito abbreviato)

Condannato patrigno per abusi sessuali su una 14enne (la prima volta nessuno le credette)
Pubblicato:
Aggiornato:

La prima volta, quando aveva denunciato le violenze subite dal patrigno, non era stata creduta e la vicenda si era chiusa con l’archiviazione della denuncia. Addirittura, la consulenza neuropsichiatrica disposta dal pubblico ministero aveva definito la ragazza «istrionica ed esibizionista». Perché la giustizia facesse il suo corso, quindi, una giovane di 16 anni (compiuti quest’anno) ha dovuto denunciare le violenze sessuali subite una seconda volta.

L'avvio della vicenda risale al 2017. Allora la ragazzina aveva denunciato per la prima volta il proprio patrigno, accusandolo di averla molestata e di aver abusato di lei. Non fu però creduta. C'erano solo le sue parole contro quelle dell'uomo, che ovviamente le riteneva false. Fu in quella occasione che la consulenza la definì «istrionica ed esibizionista». Poco credibile, insomma. E il caso fu archiviato.

Per questo, nel giugno 2019 la allora 14enne si ripresentò in Caserma, questa volta accompagnata da un'amica e con delle foto, scattate con un iPad, che testimoniavano gli abusi subiti. Anche questa volta, però, il gip non le credette. Affermò che le immagini scattate dalla ragazzina fossero poco chiare, non in grado di identificare i soggetti e i luoghi. Per questo la richiesta di arresto avanzata dal pm fu respinta.

Il pm fece però ricorso in Riesame e lì riuscì a dimostrare che nelle foto scattate dalla giovane erano davvero immortalati i terribili momenti dell'abuso subito. Finalmente la giustizia decise di credere alla ragazzina (che nel frattempo viene ospitata da una comunità) e l'uomo, nel novembre 2019, finì in carcere. Ci rimase sei mesi, prima di tornare libero a metà 2020.

Nonostante ciò, il processo è andato avanti e il patrigno della giovane ha chiesto il rito abbreviato, arrivato a conclusione in questi giorni: è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione per abusi sessuali e al pagamento di una provvisionale di quindicimila euro.

Seguici sui nostri canali