L'ascesa pazzesca del comico

A dicembre torna Checco Zalone Quello che si sa del prossimo film

A dicembre torna Checco Zalone Quello che si sa del prossimo film
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Se il proverbio dice che «non c’è due, senza tre…e il quarto vien da sè», un motivo ci deve pur essere. E così, anche Checco Zalone cala il suo quarto asso. C’è molta attesa per l’ultimo film che il cantautore barese Luca Medici proporrà al grande schermo, dopo i successi ottenuti con le precedenti tre pellicole. Era il 2009 quando, dopo la consacrazione ottenuta sul palco di Zelig con le sue tanto simpatiche canzoni, nelle sale cinematografiche usciva “Cado dalle nubi”, storia di Checco, cantante pugliese, che per cercar fortuna si trasferisce a Milano dal cugino omosessuale e qui incontra Marika, della quale si innamora. Tra stereotipi e parodie, il film ottenne un successo clamoroso, incassando ben 14 milioni di euro. Da lì la scalata di Zalone come protagonista dei film comici italiani è segnata: nel 2011 esce “Che bella giornata”, in cui Checco interpreta un custode del museo del Duomo di Milano, ruolo ottenuto grazie alle infinite parentele, che si innamora di Farah, una ragazzi islamica. Il successo fu colossale, tanto che soltanto nei primi giorni dall’uscita arrivò a superare per incassi pellicole come Avatar ed Harry Potter, chiudendo con un incasso di quasi 43 milioni e mezzo di euro. E, infine, con “Sole a catinelle”, uscito nel 2013, che racconta del rapporto ai tempi della crisi tra Checco e il figlio Nicolò, Zalone fa il boom definitivo, scalzando il “Titanic” di James Cameron dalla vetta dei film con maggiori incassi in Italia, arrivando alla cifra record di 51.936.318 euro. E adesso?

 

 

Le anticipazioni. Con la canonica scadenza biennale ecco che Checco si prepara per il nuovo film. Al suo fianco l’inseparabile regista delle scorse tre pellicole Gennaro Nunziante, anche’egli pugliese di Bari, ed il cremasco Pietro Valsecchi come produttore. In un’intervista, rilasciata a Repubblica, Zalone ha rivelato che il tema del film sarà ancora legato a tematiche attuali («Lavoriamo bene nel cogliere aspetti della società contemporanea»), ed ovviamente portate agli eccessi in tutte le sue particolarità; infatti la storia sarà incentrata sulle vicende dell’«ultimo fortunato che ha il posto pubblico fisso, inamovibile, finché arriva la riforma e viene messo in mobilità». Il bisogno quasi ossessivo del posto fisso porta l’uomo ad andarsene in Norvegia, non prima di essere passato da Lampedusa fra i profughi, in Valle d’Aosta fra i No-Tav ed in Sardegna, stravolgendo completamente la sua esistenza quotidiana («da un ufficio a tre metri da casa, a una cultura completamente diversa»). Il Paese scandinavo viene scelto perché fatto da gente virtuosa, civile ed efficiente e soprattutto perché a farla da padrone è il welfare. Ma tutto ciò convive con un grave problema: le persone sono totalmente depresse. E all’inizio anche Checco viene risucchiato da questo tran-tran schiavo del lavoro e privo di entusiasmo, fino a che l’amore per una ricercatrice italiana conosciuta lì darà la svolta chiave alla storia.

 

 

Le canzoni. Costante dei film di Zalone sono le canzoni ironiche che hanno reso celebre il cantautore, e anche nel prossimo film, di cui non si conosce ancora il titolo, non mancheranno. Al momento Zalone ne ha preparata soltanto una in inglese un po’ maccheronico, a testimonianza del fatto che Checco vorrebbe internazionalizzarsi. Dopo essere riuscito a girare il primo suo film all’estero, nonostante gli alti costi («siamo andati nel posto più costoso del mondo, dove una pizza e una birra costano 70 euro! Il ristorante era pure italiano»), il suo sogno è quello di farne uno in inglese. E pensare che Zalone era partito con l’idea di diventare un cantautore, prendendo come modello Francesco De Gregori ma le canzoni scritte «erano veramente brutte, allora per ovviare a questo durante le serate dicevo un’idiozia al microfono e funzionava molto di più». E così nacque uno dei comici italiani più conosciuti degli ultimi anni che, nonostante il terrore del pubblico, vissuto con grande ansia, si pone un obiettivo primario anche per il prossimo film: conquistare la fascia media («A me manca la fascia media. Io piaccio all’italiano terra terra o a De Gregori, all’intellettuale. Però mi piace sentirmi osteggiato da alcuni perché mi dà coraggio»). Occorrerà aspettare solo qualche mese (dicembre 2015/gennaio 2016) per vedere sullo schermo il “quarto Checco”.

 

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