Diremo presto addio al Pra

Passo dopo passo, sollevando con fatica le ginocchia pesanti, si sta muovendo anche il gigante burocratico che opprime la società italiana con tasse e istituti. Il “Pra”, Pubblico Registro Automobilistico, sta per andare definitivamente in pensione, dopo essere riuscito per anni a scampare ai vari tentativi di abolizione provati da molti governi prima di questo. Un discreto successo per il piano di riforme del governo Renzi, un grande (ma non eccessivo) risparmio per l’automobilista italiano. Dal primo luglio del 2016 inoltre il certificato di proprietà dell’auto e la carta di circolazione saranno sostituiti dal documento unico di circolazione, del costo di 29 euro.
Un nuovo ente. Il Pra, ora sotto il tetto dell’Aci, rientrerà nelle competenze del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che per adempiere ai nuovi doveri sta creando un soggetto apposito, l’Agenzia per il Trasporto stradale. Oltre alle funzioni un tempo ricoperte dal Pra (che sostanzialmente era un archivio contenente tutte le vicende giuridico patrimoniali dei veicoli iscritti, disponibile a consultazione su richiesta), il nuovo ente si occuperà anche di trasferimenti, fermi di proprietà e patenti. L’Aci dovrà riorganizzare l’organigramma e ridurre notevolmente la struttura per far fronte alla diminuzione degli oneri.
Due fasi. Tutto ciò è contenuto nella riforma Madia. Il ministro Graziano Del Rio sta lavorando al decreto attuativo, perché possa entrare in vigore a partire dal primo gennaio 2016. In questa data è previsto il trasferimento delle funzioni dall’Aci al Ministero. Il primo di luglio sarà attuata invece la seconda fase della riforma: entrerà in vigore il certificato unico di circolazione. Il costo di 29 euro servirà a finanziare il sostentamento del nuovo ente, che non peserà sulle casse dello Stato, ma si manterrà in maniera totalmente autonoma.
Una partita complicata. La riuscita della riforma è tutt’altro che semplice, e dovrà far fronte a numerosi ostacoli. Al primo posto come sempre ci sono i sindacati, già pronti a far sentire la loro voce nel caso che qualcosa vada storto. Il ridimensionamento dell’Aci (Automobile Club d’Italia) è un tasto delicato, e il passaggio di molti dipendenti dal privato al pubblico presenta numerose insidie. L’Ipt, Imposta Provinciale di Trascrizione, rimane, e in precedenza veniva riscossa dal Pra. Ora il compito passerà alla Motorizzazione, i cui dipendenti però non sono autorizzati alla riscossione del denaro.
Passo lungo. C’è un'ultima sfida in cui il coraggioso tentativo di riforma si pone l’obiettivo di riuscire: l’informatizzazione del sistema. Tonnellate di carte, cartacce e papiri impolverati lasceranno posto ad un moderno archivio digitale, dove sarà possibile ottenere facilmente le informazioni grazie ad un buon sistema di ricerca. Tutto ciò prevede un’inevitabile riduzione del personale e una maggiore competenza informatica degli archivisti. Vedremo se l’impavido esecutivo italiano saprà vincere anche questa battaglia.