Bilancio ancora poco chiaro

Disastro di Ardesio, danni ingenti e indennizzi ai privati: «Enel paghi quel che c'è da pagare»

La società, che ha già messo a disposizione mezzi e uomini, pare non si sia tirata indietro. Lo ha detto l'assessore regionale Sertori

Disastro di Ardesio, danni ingenti e indennizzi ai privati: «Enel paghi quel che c'è da pagare»
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Il bilancio è di 71 persone isolate, una decina quelle evacuate. Ma dei danni economici di questo disastro annunciato che per miracolo non è finito in tragedia «dovrà farsene carico Enel». È Massimo Sertori, assessore regionale agli Enti locali, Montagna e Risorse energetiche, a parlare. A due giorni da quel boato che, attorno alle 6.50 di mercoledì 5 aprile ha svegliato la comunità di Ardesio, si tirano le somme su danni (non ancora quantificati) e soprattutto responsabilità.

A cedere - ormai è assodato - è stato il canale di adduzione che collega Gromo alla centrale Enel Green Power che si trova alle porte di Ardesio. Questo centenario canale artificiale di oltre quattro chilometri è una delle quattordici grandi derivazioni dislocate nel territorio bergamasco, con una potenza nominale media di 6,4 megawatt.

«Non ho raccolto contrarietà da Enel»

«A fronte del fatto che fortunatamente non ci sono stati feriti - ha spiegato Sertori, come riporta L'Eco di Bergamo -, certamente ci sono danni ingenti e situazioni di disagio, il mio auspicio e convincimento è che Enel si faccia carico di ogni spesa necessaria, sia per il ripristino di quanto è stato distrutto dall'acqua, sia per gli indennizzi ai privati o al Comune».

La società, che ha già messo a disposizione mezzi e uomini per aiutare nelle prime operazioni di ripristino, pare non si sia tirata indietro alle parole dell'assessore. «Mi aspetto che paghi quel che c'è da pagare - ha aggiunto Sertori -. Indubbiamente bisogna ripristinare la situazione, mettere le persone in condizione dii tornare in sicurezza nelle proprie case, fare un'analisi tecnica e intervenire sul canale».

Sul nodo competenze, emergono le criticità. Se per le dighe, infatti, invasi al di sopra (o al di sotto) di un certo numero di metri cubi il controllo spetta al Ministero delle Infrastrutture piuttosto che a Regione, per canali e derivazioni di questo genere (come nel caso di Ardesio), la Pubblica Amministrazione non ha alcuna competenza, che spetta invece ai soli concessionari. «Su questo magari, anche con il Governo, una riflessione andrebbe fatta», ha concluso Sertori.

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